Nel cantiere della piattaforma

Il Letimbro in esclusiva nel cantiere della piattaforma
Si lavora  per il 2017
Con i pareri di Miazza e Cuneo

 

Il Letimbro in esclusiva nel cantiere dell’opera che cambierà il litorale vadese

Si lavora  per il 2017
Miazza:” la costruzione della piattaforma è a un terzo, decisivi i prossimi mesi”


 2017, questo il termine previsto per  i lavori  della piattaforma Maersk.

In esclusiva per il Letimbro abbiamo visitato il cantiere, il quartier generale dove la piastra multi funzionale sta prendendo forma attestandosi intorno a un terzo di tutta la costruzione. Quella attuale è una fase determinante di interventi: inizierà la produzione dei cassoni, verrà demolito il pontile Esso e cominceranno i lavori per il sovrappasso. Ma come si presenta il cantiere? Ovunque ci sono cumuli di terra che sono in grossa parte provenienti dai cantieri dell’ Aurelia bis e per la restante parte da quelli del Terzo Valico. Volgendo lo sguardo verso il mare, aperto è invece ben visibile “Dario”, l’impianto galleggiante trasportato da Taranto per la produzione in loco dei circa cento cassoni che saranno utilizzati come basamento della nuova piattaforma porta container. Dando le spalle al mare c’è Vado Ligure, una città la cui fisionomia sarà per sempre cambiata e che oggi appare un cantiere a cielo aperto. Non può che essere così visto che la Piattaforma sarà grande come quaranta campi da calcio con 21 ettari di superficie e con una banchina lunga 700 metri e larga 290. Intanto la sensazione in città è quella dell’attesa. La forte contrapposizione tra i fautori della piattaforma e i contrari sembra al momento congelata. Il giudizio finale su cosa porterà, nel bene e nel male, l’infrastruttura al territorio e ai cittadini appare rinviata a data da destinarsi. Nel frattempo si va avanti nel cantiere e la lunga benna lavora senza sosta. “Oggi la costruzione della piattaforma si attesta intorno al 33%” – commenta il presidente dell’Autorità portuale di Savona Gianluigi Miazza – le prossime settimane e i prossimi mesi saranno decisivi per l’avanzamento dei lavori dell’infrastruttura, unica nel suo genere nel panorama terminalistico visto che è in grado di accogliere navi portacontainer da l3-l4mila TEUs”. In altre parole la piattaforma, il cui investimento complessivo si attesta sui 450 milioni di euro (300 pubblici e 150 privati da parte del terminalista Apm- Terminals) sarà in grado di ospitare i cosiddetti “giganti del mare”, grazie anche a fondali di 22 metri di profondità, D’altronde lo scenario dello shipping parla chiaro: la richiesta da parte dei clienti è quella di poter accogliere navi sempre più grandi in un mercato sempre più concorrenziale e spietato. La crisi poi  ha modificato ancor più il contesto marittimo non tacendo sconti ai porti incapaci di offrire servizi affidabili e tempestivi. La piastra multi funzionale vadese ha quindi un obiettivo ben preciso: intercettare il traffico di container nel Mediterraneo e non solo. Ma prima di vedere l’infrastruttura realizzata oçcorrerà attendere ancora almeno due anni.


Gianluigi Miazza

 “Siamo in linea con il cronoprogramma e siamo pronti per partire a breve con una serie di interventi – sottolinea l’ingegnere capo dell’ Autorità portuale Flavio De Stefanis -la produzione dei cassoni mediante l’impianto di galleggiamento Dario con una media di tre unità realizzate ogni due mesi, la demolizione del pontile Esso e i lavori per il sovrappasso. Il cantiere si appresta così a fare i I salto di qualità con l’obiettivo di traguardare il 2017, anno in cui la piattaforma sarà in funzione”. AI di là dell’aspetto di avanzamento dei lavori, grande attenzione è rivolta sia sul piano ambientale sia su quello occupazionale.


L’impatto – inutile negarlo – sarà grande in una città già alle prese con le note vicende legate alla centrale termoelettrica Tirreno Power e con una convivenza, non sempre facile, con le discariche del Boscaccio e di Bossarino. Le misure messe in campo da, Maersk Line, Apm Terminals e Comune di Vado Ligure con prelievi e campionamenti sembrano non bastare a rassicurare il fronte ambientalista. Il timore è quello di un aumento dell’inquinamento in città visto che il passaggio dei mezzi pesanti da e per la piattaforma sarà sempre più consistente nonostante la costruzione di un casello dedicato per non generare troppe ricadute sulla viabilità ordinaria. Sul fronte occupazionale, invece, il sentimento più comune è quello – della speranza. I numeri previsti (420 posti di lavoro in avvio e 640 a regime tra diretti e indiretti) darebbero un po’ di respiro a tutta una provincia in forte sofferenza. Inoltre proprio un anno fa, il 9 luglio 2014, in Comune a Vado è stato firmato un protocollo d’intesa tra la stessa amministrazione comunale, l’Autorità portuale e Apm Terminals: il documento vuole fornire una sorta di priorità sia al sistema dell’imprenditoria locale sia ai disoccupati del territorio


Roberto Cuneo

Roberto Cuneo, Presidente di Italia Nostra e consigliere di minoranza in Comune, conferma e spiega il suo no: “Vigileremo!”

“Piena di difetti, non sarà all’avanguardia”

“Mai stati favorevoli alla realizzazione della piattaforma Maersk e ancora meno con tutti i difetti strutturali che l’opera si porta dietro”. Non le manda a dire Roberto Cuneo, presidente ligure di Italia Nostra e consigliere di minoranza in Comune a Vado Ligure con il gruppo Vivere Vado. Dito puntato quindi sia sull’infrastruttura sia sulla progettazione della stessa giudicata daIl’ingegner Cuneo “piena di difetti ed errori strutturali”. Ciò che più viene contestato è il fatto di non essere più l’unica in grado di ospitare “i giganti del mare”, andando a perdere quell’elemento di competitività che tanto aveva contraddistinto il progetto vadese rispetto agli altri terminal nazionali e internazionali. ”Non è più come era nelle premesse ossia l’unico terminaI capace di trattare le grandi portacontainer di ultima generazione – spiega Cuneo – porti come Voltri Prà e La Spezia sono già stati serviti da navi da 14.000 TEUs”. Una tesi che si sposa con l’evoluzione tecnica che stanno assumendo le navi di grosse dimensioni, sempre più simili a chiatte con un pescaggio inferiore rispetto a quello preventivato per la piattaforma. In altri termini i 22 metri di fondali della piastra vadese non costituirebbero più un vantaggio così marcato rispetto ai competitors. Ma i punti deboli dell’infrastruttura vadese secondo il consigliere di Vivere Vado non sono finiti. “Con i 700 metri di lunghezza di banchina – continua Cuneo – può accostare solo una nave alla volta, inoltre il collegamento con la rete ferroviaria non è sulla banchina, ma oltre l’Aurelia costringendo a effettuare un’operazione in più facendo aumentare costi e tempistiche”. L’ultimo baluardo di opposizione al progetto piattaforma Maersk si chiama Vivere Vado anche se un punto di incontro con Comune di Vado Ligure e Autorità portuale c’è stato. Vivere Vado e Italia Nostra hanno infatti dato la spinta decisiva nella direzione delle banchine elettrificate per evitare che le navi nei porti di Savona e Vado Ligure debbano tenere accesi i motori in pieno centro cittadino. I motivi del contendere, però, non sono finiti. Per l’opposizione, la giunta Giuliano (che dal suo insediamento ha ritirato i ricorsi presentati dalla precedente assieme al comitato Amare Vado) sarebbe colpevole di fare “buon viso a cattivo gioco”. “L’anno. scorso con un preciso punto all’ordine del giorno – riprende Cuneo – abbiamo chiesto in giunta comunale di poter effettuare una revisione congiunta dell’ accordo di programma del 2008 perché non più al passo con i tempi e con le esigenze della città. La nostra richiesta è stata approvata, ma da quel momento siamo stati tagliati fuori da ogni discussione sull’argomento alla faccia del confronto e del dialogo costruttivo”. “In questo modo le nostre perplessità sono confermate – prosegue – come molte grandi opere. quella vadese si realizzerà soprattutto a vantaggio del Costruttore senza considerare che oltre due terzi dei finanziamenti sono soldi pubblici”. Cuneo rincara la dose anche sul fronte occupazionale non risparmiando frecciate all’indirizzo della giunta vadese e dell’Autorità portuale: “Illudere le persone con promesse di lavoro è più facile rispetto a raccontare la verità – conclude – ma non per questo abbasseremo la guardia vigilando in ogni fase di costruzione della piattaforma”.

ANDREA GHIAZZA  da IL LETIMBRO

 

 Il 31 luglio  sarà in edicola il numero di agosto de IL LETIMBRO

 

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