Negli umani la vocazione alla schiavitù è naturale o culturale?

Se il massimo traguardo a cui possiamo aspirare noi umani (anche quando scegliamo da chi farci governare) non è la libertà, l’onestà, il benessere e la sicurezza; ma la dipendenza, lo sfruttamento, e la schiavitù; ogni singolo individuo onesto dovrebbe domandarsi:
1) ma nasciamo schiavi, o veniamo programmati culturalmente per contribuire all’arricchimento degli schiavisti?
2) e se si nasce tutti liberi, quali istituzioni ci sprogrammano il cervello per indurci ad accettare e persino desiderare di dipendere da un padrone sfruttatore, anche quando ci consente di governarci democraticamente, da presunti cittadini liberi e sovrani?
3) e se la vocazione a subire la schiavitù o infliggerla, non ci fosse indotta culturalmente; da analfabeti avremmo abbastanza neuroni per vivere onestamente tutti liberi, oppure vivremmo peggio di così, da bestie predatrici o predate? 

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Per dipanare questo rompicapo, servirebbero i 5 migliori cultori di scienze umane, sociali, naturali, politiche ed economiche, impegnati a dialogare in maniera civile, onesta e comprensibile, con cinque campioni di buon senso, contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani, alla ricerca di un rotto della cuffia per salvare l’umanità da questo presente infame, o (con le guerre in atto) da un futuro peggiore.

A tutt’oggi la sicurezza o la giustizia non è stata ancora inventata per nessuno: dal barbone al Presidente della prima potenza mondiale, (vedi Trump quanti attentati ha subito o schivato) e passando per qualunque soggetto che si ponga in conflitto col sistema, per difendere la propria libertà e onestà. E persino il diritto di vivere.
E dove tutti sono impegnati a difendersi individualmente la borsa e la vita non possono che farlo a danno della collettività.
In Italia gli impiegati dell’INPS hanno comunicato ad un ottantenne di aver sbagliato ad erogargli per 4 anni una pensione superiore al dovuto, e ora che il costo della vita è cresciuto di tre o quattro volte, decidono di riprendersi il di più erogato e hanno tutto il potere tirannico di farlo impunemente perché non c’è un’istituzione che controlli le malefatte assassine della burocrazia, padrona indiscussa della borsa e della vita degli italiani utenti e contribuenti.
Il pensionato faticava a vivere con 735 euro al mese, ora per 4 anni, ogni mese gli toglieranno 50 euro.
E non se la passano bene nemmeno i miliardari, imprenditori e banchieri. E peggio i capi di Stato, (Kennedy e Aldo Moro), o i giudici (Falcone e Borsellino).
Se in tutto questo voi ci vedete chiaramente qualcosa di umano, intelligente e onesto, beati voi.
Ora provo a pulirmi gli occhiali!

Franco Luceri da il rebus della cultura

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