‘Ndrangheta e massoneria: il doppio legame che pesa sugli appalti pubblici
Il legame tra ‘ndrangheta e massoneria non è solo materia da romanzi noir, ma una realtà che negli anni è stata portata alla luce da numerose inchieste giudiziarie. La doppia affiliazione – quella ai clan mafiosi e alle logge massoniche – è una formula collaudata che permette alla criminalità organizzata di infiltrarsi nei gangli della pubblica amministrazione e orientare l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici.
Un sistema di potere opaco
La ‘ndrangheta, organizzazione criminale con una capacità di penetrazione sempre più sofisticata, trova nella massoneria un prezioso strumento per accedere ai centri decisionali e per aggirare controlli e normative antimafia. Si tratta di una relazione che garantisce protezione e reciproci vantaggi: i clan ottengono accesso a informazioni riservate e influenze strategiche, mentre alcuni ambienti massonici ricevono in cambio finanziamenti e favori.
Non è un caso che diverse indagini abbiano dimostrato la presenza di imprenditori, politici e funzionari pubblici che, pur non avendo legami diretti con la criminalità, risultano membri di logge “deviate” in cui la ‘ndrangheta gioca un ruolo chiave. Questo sistema permette ai boss di aggirare gli strumenti di trasparenza e legalità, garantendosi il controllo di settori strategici come edilizia, sanità, rifiuti e grandi opere.

PUBBLICITA
Appalti pubblici: chi comanda davvero?
L’assegnazione degli appalti pubblici è uno dei terreni in cui questa sinergia tra mafia e massoneria si manifesta con più evidenza. L’obiettivo è assicurarsi che i bandi di gara siano ritagliati su misura per imprese “amiche”, ovvero società formalmente pulite ma in realtà controllate dai clan attraverso prestanome o società fittizie. I procedimenti possono essere pilotati grazie a funzionari compiacenti, politici corrotti o membri della commissione di gara con doppia affiliazione.
Le inchieste più recenti hanno dimostrato come questo sistema di collusioni riesca a rendere inefficaci anche le normative antimafia. Spesso le interdittive prefettizie arrivano quando i giochi sono già fatti e i contratti già assegnati, lasciando che i clan abbiano già intascato la loro fetta di denaro pubblico.
La difficoltà di scardinare il sistema
Smantellare questa rete di connivenze non è semplice. La segretezza delle logge massoniche complica il lavoro degli investigatori, mentre i tentacoli della ‘ndrangheta si estendono ben oltre i confini nazionali, rendendo necessaria una cooperazione internazionale più efficace.
Negli ultimi anni, alcune operazioni delle forze dell’ordine hanno portato alla luce documenti e liste di affiliati che confermano come il fenomeno della doppia affiliazione sia tutt’altro che isolato. Tuttavia, la difficoltà nel dimostrare i legami diretti tra clan e massoneria rimane un ostacolo significativo nella lotta alla criminalità organizzata.
Il nodo degli appalti e la necessità di una risposta politica
Se la politica non interviene con strumenti più efficaci per garantire trasparenza negli appalti e nelle nomine pubbliche, il rischio è che il sistema continui indisturbato. Servono controlli più stringenti, maggiore vigilanza sulle commissioni di gara e un monitoraggio costante sulle imprese che partecipano ai bandi pubblici.
La ‘ndrangheta e la massoneria deviate continueranno a convivere finché esisterà un contesto favorevole alla loro espansione. Per spezzare questo legame, occorre una volontà politica chiara e una magistratura capace di colpire non solo i criminali, ma anche quei colletti bianchi che, con la loro complicità, rendono possibile questo sistema.