Nanni Basso

Nanni Basso, giornalista, già caposervizio al Secolo XIX,
 racconta una storia straordinaria di famiglia alla settima generazione
“Mio papà Baciccia direbbe: Siete matti erano solo figurine”
Il piccolo, grande tesoro da artista di presepi a Albisola Superiore

Nanni Basso, giornalista, già caposervizio al Secolo XIX,
racconta una storia straordinaria di famiglia alla settima generazione
“Mio papà Baciccia direbbe: Siete matti erano solo figurine”
Il piccolo, grande tesoro da artista di presepi a Albisola Superiore
Albisola Superiore –Così è andata avanti per anni: figurinaio lui, pittrice lei.  Noi figli no. Io e Mario ci abbiamo provato più volte, ma non ci siano mai riusciti….E in casa con quei presepi dappertutto, sotto i letti, sopra gli armadi, era come se fosse Natale tutto l’anno…Il brusco stop ci fu  con la morte di mia madre nel 1975. Per un po’ di tempo la produzione di statuine si è fermata: troppo difficile per mio padre continuare da solo e non solo perchè gli veniva a mancare un prezioso punto d’appoggio. Era la sua essenza che sentiva.

 
 Dei presepi dipinti da mia madre, a noi figli, è rimasto pochissimo: solo poche statuine, più grandi del normale….Papà ha collaborato attivamente  con lo scultore Antonio Siri, che con alcuni appassionati del presepe tra cui il ceramista Giuliano Giacchino ed il fiorista Nelio Zino, per anni nell’oratorio di Santa Maria Maggiore di Albisola Superiore ha dato vita alla mostra “Albisola fa il presepe“…Dopo la morte di papà, gli stampi sono rimasti inutilizzati per dieci anni: troppi estranei avrebbero voluto metterci le mani. Poi, mia moglie Simonetta ha scoperto di saper fare le statuine e ha ricominciato. Non per venderle, ma per rilanciare una tradizione che dura da più di 20 anni e che, con lei, nella nostra famiglia, arriva alla settima generazione. “ 

 

Nanni Basso è reduce, come autore, di un libro fresco di stampa che ha già riscosso grande successo: “I macachi di Albisola” . Laureato in lettere, era entrato al Secolo XIX-Savona  negli settanta come collaboratore di servizi sulla pallavolo, sport che praticava con passione. In quel periodo fece anche supplenze scolastiche. Poi l’assunzione al Decimonono e dal 3 giugno 1980 l’iscrizione all’albo dei giornalisti professioni, all’età di 30 anni. La fine carriera con la qualifica di caposervizio.

Da Savona fu ‘chiamato’ alla redazione centrale di Genova (nel settore Interni), seguì un periodo particolarmente gratificante ed interessante da inviato speciale al settore sport (la Sampdoria di cui è pure tifoso). A metà degli anni ’90 il ritorno a Savona, causa un’emergenza e la redazione riaffidata a Luciano Angelini che faceva parte dello staff di direzione a Genova. Per un anno e mezzo Nanni Basso resse le sorti  di responsabile della redazione savonese, tra le più impegnative della Liguria, per  tornare a Genova ad occuparsi del coordinamento degli inserti turistici, materia di cui scriveva da parecchi anni.

Proprio nel dicembre 2011 (vedi ritaglio de Il Secolo XIX) Nanni Basso si è ritrovato, suo malgrado, al centro della cronaca di Savona per una vicenda che ha provocato non poco clamore.  E ricca di interrogativi. Il titolo della notizia: “La Curia sfratta il Csi dalla storica sede….”. Nanni Basso, come presidente provinciale del centro sportivo italiano, aveva espresso tutto il suo stupore. Fama di moderato, Basso era sbottato in un commento amaro e sferzante: “Sono basito. Ci chiedono di lasciare  gli immobili da noi occupati, vuoti e liberi da persone… con la consegna delle chiavi entro e non oltre il 31 dicembre 2011. Cioè a fine anno siamo sfrattati. Senza aver mai ricevuto alcun preavviso“.

Non abbiamo più avuto notizie degli eventi. Una buona notizia è tuttavia arrivata con l’ottimo articolo-testimonianza pubblicato sull’ultimo numero di “A Campanassa”. Una scelta di prestigio per l’autorevole notiziario trimestrale di storia, arte, cultura, economia e vita sociale: editore  Sabatelli e diretto da Carlo Cerva, presidente dell’associazione.










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