Muri e ponti

MURI E PONTI
muri e i ponti sono strutture che servono per unire ciò che è separato e separare ciò che è unito

MURI E PONTI

muri e i ponti sono strutture che servono per unire ciò che è separato e separare ciò che è unito.

Quest’estate sarà ricordata come la stagione – speriamo irripetibile – dei ponti che crollano e dei muri che si innalzano. Dove il significato trascende la materialità delle cose, che ci appaiono, infatti, sovrastrutture ideologiche di un’epoca opaca, confusa, sicura di essere attraversata da molti ponti, ma, troppo spesso, chiusa e racchiusa da solidissimi muri.

Ed è solo caso, che l’atto seminale della stagione dell’Europa comunitaria, ben oltre il trattato di Roma, intesa come unione di popoli liberi, legati da interessi e scopi comuni, ma pur ognuno con proprie storie e tradizioni, venga soventemente identificato con il crollo del muro di Berlino?

Crollato in una notte, sotto la spinta di giovani entusiasti di vita e di coloro vittime di un regime che mortificava l’esistenza umana, fu una scelta precisa e deliberata, assumendo così l’aspetto, almeno un po’, del mitico desiderio morale e politico, pilastri esistenziali, di guardare oltre la siepe leopardiana.

 


 

Altra storia, l’attuale, del Ponte Morandi, dove i ‘pilastri’ di un altro mondo, rimandano invece tragicamente ai suoi stralli che non hanno più tenuto. Un ponte costruito quasi per non durare…? – i paragoni con la cupola del Brunelleschi, ad esempio, sono impietosi – crollato per incuria umana, provocando morte e desolazione.

Due sono le norme fondamentali che ‘inchiodano’ Autostrade: l’art. 2051 cod. civ., che prevede che il custode sia responsabile del danno cagionato alle cose che ha in custodia, salvo che non provi il caso fortuito;e l’art. 3, comma 1, lettera b) della concessione con lo Stato, in base alla quale il concessionario DEVE provveder al “mantenimento della funzionalità delle infrastrutture” oggetto di concessione. “Funzionalità delle strutture”? Ma non scherziamo!

Ha voglia la Cassazione di dire che il gestore (e/o l’ente proprietario) di una strada aperta al pubblico transito è tenuto a far sì che essa non presenti situazioni di pericolo.

Autostrade non deve provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno, ma che l’evento non poteva né prevedersi né evitarsi, per un fatto eccezionale.

Forse il senso di colpa delle vittime? Sfollati e commercianti inclusi?

Oggi il Ponte Morandi, dopo essere apparso come modello architettonico, non c’è più. Verrà ricordato? Genova è ancor più disunita, isolata. Sola.

 Sappiamo però che i genovesi non sono facili alle narcosi intellettive, a cui gli italiani, purtroppo, sono stati sottoposti negli ultimi 25 anni, procurando strumenti di governo ad acrobati dell’arte dialettica, se non manigoldi. Non facciamo tuttavia prevalere l’atteggiamento economico su quello etico. L’uomo morale è quello che risolve consapevolmente il conflitto emotivo nel verso che non gli giova. Sia la loro coscienza a giudicare!

Ricordandosi in primis come i peccati contro l’intelligenza non ammettano perdono.

 

RIFLESSIONI DI MASSIMO A. CHIOCCA da A Civetta

 

Massimo A. Chiocca è un Avv. Prof. del Foro di Genova, collaboratore ‘3C’ con dotti interventi ’Arcana Natura e Arcana Dei, Arcana Imperii‘ e ‘Diritto e Giurisdizione’ nella ‘Potestatia’ del Prof. Nicolò Russo

 


 

 

 

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