MUGUGNI” CONSIDERAZIONI SENZA SCOPO
Sfogo di un vecchio cavadenti che si sente oppresso da una burocrazia onerosa e inconcludente
Quarantatré anni attaccato ad un riunito cominciano ad essere tanti. Eppure ogni mattina continuo a recarmi in studio con un certo entusiasmo.
Il rapporto con il paziente continua a darmi soddisfazione e trovo che la pratica clinica sia varia e interessante. In studio non mi sono mai annoiato e mi pare di aver instaurato con una buona parte dei miei pazienti un rapporto piacevole e continuativo. Lavoro prevalentemente con vecchi pazienti che quando rivedo in studio mi donano una gioia che va oltre al mero rapporto professionale, osservare in bocca lavori che avevo fatto venti, trenta o anche più anni costituisce per me una piacevole soddisfazione. Continuo a nutrire desiderio di imparare qualcosa di nuovo o utile per la pratica clinica e il futuro della professione, ne consegue che l’idea di andare in pensione non mi aveva mai sfiorato.
Ho sempre pensato che sarei uscito dallo studio solamente con i piedi in avanti.
Ma … ma … negli ultimi anni la gestione dello studio sta diventando progressivamente sempre più onerosa, a guardare indietro negli anni pare che i vari legislatori susseguitisi si siano divertiti a complicare la vita. Oltretutto apparentemente senza uno scopo evidente, sicuramente non a tutela del paziente, men che mai del professionista.
Dello stato forse, ma neanche sempre.
Tutti abbiamo sempre frequentato corsi di aggiornamento a titolo oneroso per approfondire temi di interesse pratico, poi è nato l’ECM, mitologica creatura che fornisce una tassa al ministero costringendoti a perdere tempo su argomenti che non ti interessano, ovviamente rubandolo al tempo che avresti potuto dedicare a utili corsi pratici che non erogano punteggio ma accrescerebbero la propria cultura professionale.
Tutti abbiamo diversi apparecchi RX indispensabili per la pratica quotidiana, negli anni abbiamo assommato, tassa di possesso, due contributi INAIL, controllo EQ biennale su ogni apparecchio, comunicazione di detenzione a diversi enti, mi pare tre o quattro registri diversi e corso radioprotezione, sia per il dentista che per le assistenti. Ora mi dicono che i corsi di radioprotezione dovranno essere spalmati nel fabbisogno ECM annuale con ulteriore inutile dispendio di tempo e i controlli dell’EQ diventeranno annuali con quasi raddoppio del costo. Bene.
L’impianto elettrico è già gravato da due diversi controlli e ora nasce dal nulla un nuovo registro INAIL. Ovviamente tutto a pagamento. Ottimo.
E le ragazze di studio? Ora sono diventate ASO! E chi ne sentiva la esigenza? Il risultato è che diventa una odissea /’assunzione di una nuova assistente. Pochissime le candidate in possesso del titolo e la frequenza al costoso, inutile e lunghissimo corso risulta utopica per chi risiede in un centro minore, ancor più con la viabilità ligure. Boh!
E vogliamo poi parlare di tasse? Tutti d’accordo sulla necessità di pagare fino all’ultimo centesimo ma la imposizione del POS mi pare una inutile idiozia. E la comunicazione al sistema TS? E la comunicazione all’ADE della forma di pagamento? Ma mi spiegate cosa c’entra tutto ciò con il contrasto alla evasione fiscale.
E poi si potrebbe andare avanti con il tracciamento dei rifiuti speciali, il registro dei cicli delle autoclavi e chissà quante altre cose non mi sono venute in mente.
La mia piccola segreteria è sovraccarica di registri, raccoglitori, faldoni e scartafacci
colmi di materiale extra clinico. Basta!!
Ho fatto il Dentista percurare la salute orale della gente non per fare il burocrate.
Chiedo scusa al malcapitato che avrà voluto leggere fino in fondo questo mio scritto che non ha altro pretesa che essere un banale sfogo di un vecchio cavadenti che si sente oppresso da una burocrazia onerosa e inconcludente.
A questo punto sarebbe logico concludere affermando che domani mollo tutto e vado in pensione.
Neanche per sogno. Non lo farò. Mi piace troppo il mio lavoro.
P.S.
Ho fiducia nella nostra politica e sono certo che domani qualcuno si sveglierà imponendoci qualche ulteriore incombenza. Coraggio, poi peggiora
Di Gabriele Zunino dalla rivista “Pagine mediche”