Modi di consumare

Aboliamo il PIL (prodotto interno lordo) ed introduciamo il concetto della FIL (felicità interna lorda)
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

SESSANTUNESIMA PARTE

Aboliamo il PIL (prodotto interno lordo) ed introduciamo il concetto della FIL (felicita’ interna lorda)
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

SESSANTUNESIMA PARTE

ALTER: Guarda che cosa ti ho portato oggi, Aldo!

L’edizione Italiana (curata dal Direttore Scientifico del WWF, Gianfranco Bologna)  del RAPPORTO ANNUALE 2010 del WORLD WATCH INSTITUTE, il quale, come ben sai, è uno tra i più prestigiosi Istituti di Ricerca degli USA!

ALDO: Ti ringrazio, Alter, ma io sono già a conoscenza di questa pubblicazione, perché rientra nel novero delle mie abituali letture.

Questa (se non erro) è la ventitreesima edizione sullo stato del Mondo (STATE OF THE WORLD); è, cioè, la più aggiornata fotografia dello stato del nostro Pianeta e sulla condizione esistenziale degli esseri viventi che lo popolano; non a caso, essa, è ricca di dati e di tabelle.

Per essere più precisi, Alter!  Quest’opera è uno Specchio nel quale, ogni anno, mi rimiro ed, attraverso il quale, scopro, da sempre, qualche vistosa ruga in più, rispetto anche al più recente passato! 

ALTER:  Lascia perdere, Aldo! Noi ci sentiamo perennemente giovani e la nostra gioventù non si identifica affatto con l’inesorabile evoluzione anagrafica!

Ma…fammi piuttosto riflettere su alcuni numeri che mi sono diligentemente annotato durante la lettura; mi riferisco ai PARAMETRI DEI CONSUMI ENERGETICI STANDARD nelle diverse aree del Mondo.

Mi limito semplicemente a svolgere alcune considerazioni su questo tema specifico, perché, su di esso abbiamo lungamente discusso ogni settimana, a partire dal 6 Gennaio di quest’anno.

Ebbene, Aldo, eccoti le Cifre che ho ricavato dalla lettura del Rapporto:

– UN CITTADINO DEGLI STATI UNITI CONSUMA QUANTITATIVAMENTE ENERGIA COME DUE EUROPEI

– UN CITTADINO DEGLI STATI UNITI CONSUMA QUANTITATIVAMENTE ENERGIA COME SEI CINESI

– UN CITTADINO DEGLI STATI UNITI CONSUMA QUANTITATIVAMENTE ENERGIA COME VENTIDUE INDIANI

– UN CITTADINO DEGLI STATI UNITI CONSUMA QUANTITATIVAMENTE ENERGIA COME SETTANTA KENIOTI

Scusami, Aldo, per la ripetizione (voluta) dei termini, ma ho voluto seguire questo schema per far risaltare, al meglio, un CONCETTO, che sarebbe opportuno imprimere ben nella testa di tutti quanti; è un concetto fondamentale per conoscere e, successivamente, per capire e, di conseguenza, decidere verso quale futuro l’intera umanità potrà andare incontro.

IL CONCETTO è questo:

– Se tutti vivessero, producessero e consumassero come gli Statunitensi, il nostro Pianeta Terra potrebbe sopportare, al massimo 1,4 Miliardi di Abitanti, perché non vi sarebbero  sufficienti risorse di energia per altri individui;

– Tenuto conto che gli Abitanti del Mondo sono attualmente circa 6,8 Miliardi è evidente (anche per chi non è molto forte in Matematica) che i modi di produrre e di consumare degli Statunitensi, ma, più in generale, degli abitanti dei Paesi evoluti del Mondo, risultano decisamente insostenibili;

– Se, infine pensiamo che (secondo il dotto insegnamento di Antonio Golini, Docente di demografia nella Facoltà di Scienze Statistiche nell’Università di Roma “La Sapienza”) la Popolazione Mondiale, nel 2050, sarà di oltre 9 Miliardi di individui, dovremmo, abbastanza rapidamente, trovare nuove fonti energetiche per altri 2 Miliardi e mezzo di persone!

Sconfineremo nella aberrante follia collettiva, caro Aldo!

ALDO: Ma i problemi, evidenziati dal WORLDWATCH INSTITUTE non si arrestano a questo punto.

Se tu avessi letto più attentamente i dati, riportati nelle Tabelle del Rapporto, avresti trovato anche delle colossali anomalie sull’ATTUALE MODO DI CONSUMARE DI ALCUNE POPOLAZIONI. 

In estrema sintesi, posso dirti che DIVENTERA’ IMPOSSIBILE TRASFERIRE LO STILE DI VITA OCCIDENTALE A TUTTI GLI ABITANTI DELLA TERRA.

Infatti:

– Negli ultimi cinque anni, nel Mondo occidentale, i consumi sono aumentati vertiginosamente, salendo del 28 per Cento rispetto ai 23,9 MILA Miliardi di Dollari, spesi nel 1996, e di 6 volte rispetto ai 4,9 MILA Miliardi di Dollari, spesi nel 1960.

 E’ vero che alcuni di questi aumenti sono dovuti all’Aumento Demografico, ma, tra il 1960 ed il 2006 la popolazione mondiale è cresciuta soltanto di un FATTORE di 2,2, mentre la spesa pro-capite è quasi triplicata.

Quindi: in alcune aree del Mondo, aumentano i consumi  ed aumentano, di conseguenza, le risorse economiche prelevate ed utilizzate a questo scopo.

–  Ma, stai attento, Alter: questi due ultimi eventi non aumentano contestualmente in tutto il Mondo; esistono tuttora (anzi: si stanno aggravando) le differenze tra Nazioni Ricche e Nazioni Povere.

Pensa, ad esempio, che i 65 PAESI CON ALTI REDDITI (che includono, al loro interno, il 16 per Cento della popolazione globale) sono responsabili del 78 per Cento della Spesa Mondiale in beni di consumo.

Per fare un altro esempio, ancora più concreto: gli Stati Uniti (con il loro 5 per Cento della popolazione mondiale) presentano una spesa, per beni di consumo, pari al 32 per Cento di quella globale.

Rifletti, un attimo, caro Alter, su di un semplice rilievo: quando i paesi del Terzo Mondo tenderanno a raggiungere (come giustizia vuole) il nostro livello di vita, sino a quali limiti potranno elevarsi i consumi e le relative risorse economiche ed ambientali disponibili nel nostro Pianeta?

ALTER:  Caro Aldo, stiamo esercitandoci in una danza acrobatica di numeri e di percentuali, senza  venir fuori dai problemi proposti e senza indicare soluzioni concrete e credibili!

E cosa diremo, in futuro, alle nostre generazioni?

Scendiamo, per un attimo, dai livelli mondiali e pensiamo, per un istante, alla nostra Italia!

Osserva i dati forniti da CONFARTIGANATO  e riferiti all’anno 2009:

– In sei Regioni, il tasso di disoccupazione dei giovani, compresi tra i  15 ed i 24 Anni, è risultato superiore al 30 per cento;

– In Sardegna, è arrivata al 44,7 per Cento, in Sicilia al 38,5, in Basilicata al 38,3, in Campania al 38,1, in Puglia al 32,6, in Calabria al 31,8, nel Lazio al 30,6.

– In una valutazione su più larga scala, prendendo, cioè, in esame la classifica del tasso di disoccupazione nelle 271 Regioni Europee (con riferimento all’Anno 2008), troviamo, agli ultimi Dieci Posti, ben quattro Regioni Italiane (Campania – Basilicata – Sicilia  e Calabria); peggio di Sicilia e Calabria sono collocate soltanto tre ex –colonie francesi oltremare (Martinica – Guyana – Gaudalupa).    

A questo punto, rifletti anche un po’, Tu, caro Aldo; non far riflettere soltanto il sottoscritto e rispondi a queste due domande:


Il giovane sovrano del Buthan

1) Quale TIPO DI LAVORO offriamo ai nostri giovani, tenuto conto che le moderne tecnologie tendono, in gran parte del Mondo, a sostituire il lavoro manuale dell’uomo con le sempre più perfette e sofisticate  macchine industriali ed agricole?

2) Aumenteranno ulteriormente le percentuali di LAVORO PRECARIO ED INSTABILE   ed allargheremo all’infinito i limiti delle CASSE INTEGRAZIONI GUADAGNI?


ALDO
: Io non intendo dare  una risposta dettagliata ai quesiti che tu hai proposto.

Non ho, al riguardo, le necessarie competenze e, soprattutto, non sono dotato di alcun potere per decidere.

Posso ripeterti soltanto alcuni CONCETTI, già espressi in data 11 Gennaio 2010:

A)  Ci troviamo di fronte ad un vecchio e superato modello di sviluppo; dobbiamo innovare, nel più rigoroso rispetto delle leggi della natura,  pensando, soprattutto, all’avvenire delle giovani generazioni;

B) Occorre, in particolare, cambiare il modo di produrre e di consumare, perché l’attuale concezione andrà, sempre di più, a cozzare  contro il limite fisico delle disponibilità naturali del nostro pianeta;

C) Dobbiamo giungere ad una nuova etica politica, perché gli stili di vita e relativi modelli culturali, posti alla base dell’attuale sistema, non sono più sostenibili, in quanto fondati su enormi ed inaccettabili diseguaglianze tra i paesi ricchi e paesi poveri ed, addirittura, discriminanti all’interno di ogni singolo stato.

In concreto: occorre cercare di giungere rapidamente alla GREEN-ECONOMY, a cominciare dall’applicazione concreta di NUOVE FONTI ENERGETICHE (così come abbiamo cercato di proporre nelle nostre discussioni settimanali), per, poi, giungere a dibattere sulle MERCI DA PRODURRE, sulle MODALITA’ DELLA LORO PRODUZIONE E DEL LORO SMALTIMENTO ed , infine, sulle PROPOSTE PER GIUNGERE AD UNA  PIU’ ELEVATA CONCEZIONE DEL LAVORO  UMANO,  IN OGNI SETTORE DELLE FUTURE ATTIVITA’ PRODUTTIVE.

ALTER: Ma incomincerei a discutere subito, Aldo e ti faccio un’istantanea proposta:

ABOLIAMO IL PIL (PRODOTTO INTERNO LORDO) ED INTRODUCIAMO IL CONCETTO DELLA FIL (FELICITA’ INTERNA LORDA)

Per la verità, Aldo, questa rivoluzionaria proposta non è mia, ma del RE DEL BUTHAN (piccolo Stato Hymalaiano, interposto tra India e Nepal).

Questo Sovrano è stato il primo a fare le cose sul serio, introducendo, già da anni, nel suo Paese, come elemento per valutare l’andamento economico e sociale, il criterio della FELICITA’  INTERNA  LORDA.

Se il riferimento alla felicità interna del BUTHAM può far sorridere qualcuno (che pensa si tratti di una qualche esotica invenzione), bisogna, però, subito dire che la voglia di superare o comunque di rivedere lo strumento del PIL, quale misuratore insindacabile dello stato di salute delle nostre economie e, quindi, delle nostre vite,  sta facendo sempre più proseliti anche nei Paesi dove il Capitalismo regna sovrano.

Un numero sempre più consistente di economisti e politici ritiene, infatti, che il PIL sia uno strumento limitato e, in buona parte fuorviante, se si  vuol davvero capire come sta un Paese.

Il suo limite è quello di legare ogni cosa  alla  quantità, ma di saper dire poco della qualità di vita e delle relazioni sociali: se si produce e si consuma: bene!, altrimenti si declina.

E il paradosso dell’automobilista, fermo ore in coda, che, consumando benzina, contribuisce ad accrescere il PIL, è il simbolo di queste contraddizioni.

Per  non parlare di chi fa volontariato: magari sta proprio bene nella vita, aiuta gli altri, ma non ricevendo reddito, è fuori delle rivelazioni sul PIL.

Una riflessione, quella sul superamento del PIL, che ben si lega al problema che pone il RAPPORTO DEL WORLD WATCH INSTITUTE   SULLO STATO DEL MONDO: cioè passare da una logica di crescita quantitativa ad una fondata sulla sostenibilità.

E per far questo serve cambiare i paradigmi culturali.

ALDO: Complimenti per questa tua conclusione, Alter! Stai facendo progressi!

Sembra addirittura, estratta da qualche libro stampato!

ALTER: (con voce ed espressione Fantozziana): Accipicchia! Mi hanno preso in castagna!

Qualcuno ha fatto la spia! Confesso: l’ultimo pezzo è di Dario Guidi .

13 Maggio 2010                                                  Alter e Aldo Pastore

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