Migrazione: un po di chiarezza…

MIGRAZIONE:
UN PO’ DI CHIAREZZA NON FA MAI MALE

MIGRAZIONE:
UN PO’ DI CHIAREZZA NON FA MAI MALE

 Dato che sui media si sente parlare a sproposito, a mio avviso spesso anche in malafede, del trattato di Dublino, vorreiricostruire una breve cronistoria di questoRegolamento e degli avvenimenti ad esso relativi, se non altro, per amore della verità.

 

Migranti sbarcati in Italia dal 1997

 

1990 DUBLINO I 

(Governo Andreotti)

La convenzione di Dublino del 1990 fu stipulata con l’obiettivo di armonizzare le politiche in materia di asilo, per garantire ai rifugiati (rifugiati) un’adeguata protezione.

Per evitare duplicazioni di richieste, è stato fissato che lo Stato membro a cui compete l’esame della domanda d’asilo e l’accoglienza è quello del primo ingresso del richiedente, per evitare che un rifugiato che presenta istanza di asilo in un paese della UE, illegalmente ne presenti un’altra, illegalmente, in un altro Stato dell’Unione.

 

 

2003 DUBLINO II 

(Governo Berlusconi)

Il successivo Regolamento Dublino II (2003) non ha modificato la precedente impostazione, limitandosi ad introdurre alcuni adempimenti, tra i quali il rilievo delle impronte digitali di coloro che fanno richiesta di asilo ed il loro inserimento in una banca dati a livello europeo.

Mentre la prima convenzione fu firmata dall’allora Governo Andreotti, il successivo regolamento nel 2003 fu siglato dal Governo Berlusconi, formato anche dalla Lega Nord che vi era rappresentata dal Ministro Castelli alla Giustizia.

Tale Regolamento venne accettato dalla Lega perché era rivolto principalmente ai richiedenti protezione dei paesi dell’Est europeo, in conseguenza della guerra nei Balcani di qualche anno prima (leggi: rifugiati di guerra).

Allora l’Italia era completamente avulsa dalla pressione migratoria proveniente da Est e oltretutto si trattava di migrazione conseguente a una guerra cruenta, avvenuta alle porte della UE nella quale anche il nostro Paese aveva partecipato con dei bombardamenti (effettuati durante il Governo  P.D. di D’Alema del 1998/99), per cui l’Italia non aveva alcun motivo di cambiare l’impostazione al vigente Regolamento.

 

 

 

Oltretutto, a partire dalla firma di questo Regolamento e fino alla fine del 2006,  gli sbarchi sulle coste dell’Italia meridionale di migranti provenienti dall’Africa erano stati di livelli non certamente allarmanti, cioè attorno alle 10.000 unità annue, per cui la questione non si poneva affatto in modo emergenziale (come avviene oggi).

Alla fine del 2006 arriva il Governo Prodi e nel volgere di un anno gli sbarchi quasi raddoppiano, tanto che il Governo Berlusconi, che viene eletto nel 2008, allarmato dagli arrivi crescenti ricevuti in eredità dal Governo precedente, si mobilita precipitosamente, coinvolgendo la Libia e organizzando il famoso incontro fra il Presidente Berlusconi e il Premier della Libia Gheddafi. 

L’accordo con Gheddafi fu firmato nel 2008 direttamente da Silvio Berlusconi e prevedeva campi di raccolta in suolo libico per impedire le partenze di migranti, e  consentiva respingimenti in mare verso la Libia da parte della Marina Italiana, il che quell’anno portò a una riduzione drastica degli sbarchi che tornarono  sotto le 10.000 unità, esattamente 9573.

In cambio, l’Italia prometteva di fare investimenti in Libia, soprattutto in infrastrutture, in modo tale da favorire l’economia di quella parte del Nord Africa, che avrebbe creato lavoro ed economia locale oltre a interessanti prospettive per le nostre imprese, attraverso una cooperazione paritaria.

Contemporaneamente nel 2009 il Governo sanava altresì una situazione preesistente per la quale migliaia di badanti, per lo più donne provenienti dall’Est europeo (l’ex paradiso comunista) assistevano i nostri anziani in modo non regolare per cui in questo modo si metteva anche fine ad una corposa evasione fiscale e contributiva. Difatti questa sanatoria che era destinata a chi non aveva commesso reati e avesse un lavoro stabile, portò una enorme emersione del lavoro nero con la regolarizzazione oltre 500.000 extracomunitari.


Purtroppo nel 2011 inizia un’invasione della Libia, perpetrata in primis dalla Francia, con a fianco il Regno Unito e gli USA di Obama e condotta per le pure mire neocolonialistiche dell’aspirante Napoleone Sarkozy, il quale mirava a scalzare gli interessi dell’Italia dalla Libia susseguenti  gli accordi economici  tra Berlusconi e Gheddafi.

Di fronte ad una Unione Europea completamente, se non quando scientemente, assente e un Governo italiano debole per la situazione economica critica del momento e per il “grimaldello Fini” , usato dalle sinistre per fare affondare il Governo  di Centrodestra, a nulla sortirono le ire di Bossi, che in Parlamento denunciò “ci riempiranno di clandestini”; così il Governo Berlusconi, pressato fortemente dal Presidente Napolitano, dovette accettare supinamente l’operazione militare in Libia, che terminò con l’uccisione di Gheddafi, dopo di che lo stesso Governo cadde sotto quello che fu da molti giudicato un complotto  Merkel-Napolitano-Fini finché, sempre nel 2011, arriva il Governo Monti e gli sbarchi ritornano ai numeri del Governo Prodi.

Con l’insediamento del  Governo Monti, anche  per il fatto che in Libia vengono a mancare i controlli che prima Gheddafi manteneva sulla costa libica,  gli sbarchi ritornano ad aumentare sino alle 60.000 unità all’anno, per poi scendere nuovamente l’anno successivo alle 15.000  unità. Ma ecco che dal 2013 entrano nuovamente in carica i Governi PD con un altra impennata di sbarchi che, per combinazione, coincide con una riunione di tutti i Paesi Europei  per ridiscutere il Regolamento di Dublino.

2013 DUBLINO III 

(Il Governo Letta non chiede modifiche e approva in toto il vecchio Dublino II)

 

I migranti, sino a questo punto della storia, arrivavano con navi e pescherecci fatiscenti che per raggiungere il primo porto italiano e cioè Lampedusa dovevano percorrere oltre 200 miglia marine (370 km).

A volte, durante tale percorso, o per avarie dei motori o per incendi, vi erano delle perdite umane, che negli anni 2012 e 2013 ammontarono rispettivamente a 600 e 500 unità , ma che si enfatizzano nel momento che in un unico naufragio davanti a Lampedusa in autunno annegano in una sola volta circa 400 persone; era appunto il 3 Ottobre del 2013 e accadeva una delle più gravi catastrofi marittime del Mediterraneo e cioè l’affondamento di un peschereccio di 20 metri proveniente dalla Libia a poche miglia da Lampedusa.

L’opinione pubblica capitanata dall’allora Presidente Napolitano, dal Presidente del Consiglio Letta, dal Presidente della Commissione Barroso, da Papa Francesco , da cantanti, artisti, studenti e da tutti i buonisti di professione, si mobilita per rappresentare il grande sdegno per l’accaduto, naturalmente chiedendo a gran voce l’abolizione della Legge Bossi Fini, come dire apriamo le porte all’Africa e al quarto mondo intero dove vivono non milioni ma miliardi di persone, per farli approdare  tutti in Italia, magari su navi passeggeri o aerei di linea (i famosi corridoi umanitari).

In questi giorni abbiamo la prova di come al contrario la pensassero e tutt’ora la pensano gli altri Paesi Europei per ciò che riguarda l’apertura delle porte tout court!!

 


Il Presidente del Consiglio Letta quindici giorni dopo, esattamente il 18 Ottobre, decide l’operazione Mare Nostrum mobilitando mille uomini e ingenti forze navali a ridosso delle acque libiche, con il risultato di portare i morti in mare dai 500 di media degli anni precedenti  a 3.500 nel 2014,  poi 3.771 nel 2015, altri 5.096 nel 2016, con un calo a circa 3.000 nel 2017 che avviene dopo la nomina di Minniti a Ministro dell’Interno, quel Ministro P.D. tanto osannato in questi giorni da quegli stessi partiti di sinistra che qualche mese prima invece ci raccontavano che non vi era alcuna emergenza migratoria.

In verità il Ministro Minniti ha ridotto le partenze dalla Libia seguendo le orme del vituperato Governo Berlusconi, con Ministro Maroni agli Interni e cioè accordandosi con i libici in cambio di soldi, affinché fermassero le partenze dei gommoni dalla Libia.

Infatti gli scafisti erano nel frattempo arrivati ad usare gommoni anziché pescherecci, essendo il tragitto non più di 200 miglia ma ridotto a 12 miglia, giacché i mezzi italiani, in accordo con una sostanziosa flotta di navi delle ONG situate giusto al confine delle acque territoriali libiche, si erano resi disponibili a traghettare nei porti italiani i migranti trasportati da mezzi non idonei a percorrere tale distanza.

 

Qual è stato il risultato di questa folle gestione dell’immigrazione irregolare? Oltre ai morti in mare, a partire dall’operazione Mare Nostrum sono sbarcati in Italia 170.000 persone nel 2014, 154.000 nel 2015, 181.483 nel 2016, 119.000 nel 2017, per un totale di oltre 450.000 migranti……tutti grazie ai governi PD. 

Di fronte a questa operazione di vera e propria invasione di persone alla ricerca di migliore vita, che hanno venduto tutti i loro beni magari ai cinesi o addirittura sono arrivati a commettere dei reati per poter pagare gli scafisti, l’Europa stava a guardare, rassicurata dall’ex segretario del P.D. Matteo Renzi, poi passato ad essere Presidente del Consiglio, per il quale l’Italia ‘grande Paese’ aveva tutte le carte in regola per dimostrare la propria capacità di sostenere da sola questa solidarietà, magari in cambio di ottenere la famosa ‘flessibilità per l’emergenza’ cioè il permesso di fare più debiti da usare anche  per i propri affari clientelari.

Peccato che con un Paese che ha il 30% di disoccupazione giovanile, l’unica occupazione che si poteva dare era quella legata a un’emergenza direttamente legata a lavori non produttivi, che stanno solo in piedi a fronte di debiti che aumentano ulteriormente il nostro già astronomico debito pubblico.

Gli psicologi, i sociologi, gli avvocati, gli insegnanti, gli educatori, i mediatori culturali, i lavoratori delle cooperative, ovvero tutti quei professionisti dell’accoglienza, oltre a naturalmente questi baldi ragazzi abbronzati per il 90% uomini, che non scappano da nessuna guerra se non in percentuale minima (7% dati Ministero Interno) gravano esclusivamente sulla flessibilità e cioè sul  debito pubblico e sulle tasse degli italiani, oltre a creare disagio sociale in special modo nelle periferie delle nostre città.

Gli italiani prima lo hanno patito e poi lo hanno capito, e si sono regolati di conseguenza quando hanno votato, specialmente lo hanno fatto quelle persone più povere che vivono nelle periferie e a cui le sinistre hanno tolto la sicurezza e la serenità faticosamente conquistate negli anni, in nome di una solidarietà ipocrita e alquanto pelosa.

Puntualizzato con dati e fatti la cronistoria degli avvenimenti legati alle politiche migratorie di questi ultimi anni, non mancherò prossimamente di esprimere le mie considerazioni.

 

SILVIO ROSSI  Consigliere LEGA NORD

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