MESSAGGIO

Quando la crisi incombe, la politica non può fare a meno di ricorrere alla simbologia. Se ne avuta la percezione con l’immagine del tricolore accostato alla bandiera europea posta alle spalle di Mario Draghi mentre si accingeva a scendere in campo. Nella medesima circostanza ha pure avuto una forte valenza simbolica la misurazione della febbre ripresa in diretta all’entrata del Quirinale quale messaggio di incoraggiamento. Si trattava di inquadrare in modo comprensibile la complessa emergenza economica e sanitaria in cui versa la penisola a seguito di una crisi irresponsabile. E di evidenziare come la ricerca di una soluzione sarà un cammino tortuoso dall’esito incerto in una situazione carica di insidie. Quando un Paese ha bisogno quale ultima ratio del governo affidato ai tecnici per uscire dal labirinto, di fatti non è un buon segno.

Fatto valso l’indubbio prestigio dell’ex Presidente della BCE, la drammatica svolta impressa alle consultazioni ha evidenziato la presenza di un sistema politico terremotato e incapace di esprimere alternative. Per uscirne senza le ossa rotte e risparmiare all’opinione pubblica, stanca delle beghe di Palazzo, altre delusioni, servirà un salto di qualità etico e culturale oltre che politico, per ritrovare l’unità perduta. Da come risponderanno i partiti capiremo se quella di Draghi, come ripetono gli orfani inconsolabili di Palazzo Chigi, sarà una mission impossible, oppure l’inizio di una svolta. L’UE attende con ansia le mosse di Roma e sprecare l’occasione sarebbe imperdonabile.

 Renzo Balmelli da  L’avvenire dei lavoratori