MATURITÀ 2025 E BOUTADE DI RENZI: UN’ANALISI POLITICA IN SEI MASCHERE
MATURITÀ 2025 E BOUTADE DI RENZI: UN’ANALISI POLITICA IN SEI MASCHERE
di Antonio Rossello
Nel giorno dell’esordio degli esami di maturità 2025, Matteo Renzi ha colto tutti di sorpresa elogiando il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – esponente di spicco del governo Meloni – definendolo “uno dei migliori ministri del governo”, pur riconoscendogli qualche errore. Un’uscita che ha subito diviso commentatori e osservatori: gesto distensivo, strategia comunicativa, calcolo personale? Per capirne meglio le sfumature, proponiamo un’analisi simbolica e satirico-politica della sortita renziana, articolata in sei maschere animali e antropologiche. Sei archetipi per un solo intento: restare in scena.

Renzi e il Ministro Valditara
1. Il ruffiano
Renzi, col suo sorriso calibrato, lancia un’ode a Valditara nel momento più carico di pathos scolastico, mentre mezzo milione di ragazzi affronta la maturità. Non è l’elogio a fare notizia, ma il suo tempismo. In una stagione politica dominata da toni bellicosi e divisioni nette, il ruffiano renziano si muove come cortigiano del XXI secolo: cerca il plauso degli insegnanti, delle famiglie, degli elettori moderati e perfino del centrodestra – accarezzando il pelo dell’alleato senza ancora esserlo.
È l’adulazione in chiave bipartisan, “governista” senza governo, ma sempre in agguato sul crinale delle opportunità.

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2. Il facocero
C’è qualcosa di ruvido e sbuffante nell’atteggiamento di Renzi: il facocero politico che, quando serve, si rotola nel fango del consenso con sorprendente disinvoltura. Anche se ha perso molti alleati e territori, continua a scavare la sua tana nel sottobosco parlamentare, odorando il momento buono.
Questo elogio a Valditara, pur in apparenza generoso, è il modo con cui Renzi marca il territorio scolastico, campo da lui già presidiato ai tempi della riforma “Buona Scuola”. È un grugnito che annuncia: “Ci sono ancora. E so come si fa.”
3. La gazza ladra
La gazza è attratta dai luccichii. Renzi si è lanciato su una scena pubblica già illuminata dalla trepidazione della maturità, dai riflettori mediatici e dal sentimentalismo familiare (cita persino la figlia Ester).
Sottrae visibilità a Valditara con un colpo da ladro di scena: l’elogio non è che un pretesto per parlare di sé, dei suoi valori, del suo stile “diverso”. Un messaggio cifrato all’elettorato: non sono come gli altri, io elogio anche chi sta dall’altra parte se lo merita.
Ma è davvero così? O il furto riguarda l’attenzione pubblica, più che l’autenticità del gesto?
4. Lo sfasciacarrozze
Dietro il garbo, c’è il meccanico distruttivo. Renzi non smette di smontare pezzo per pezzo i veicoli politici altrui, spesso quelli che aveva contribuito a costruire. Dopo aver contribuito a demolire il PD di Bersani, il governo Conte, e l’asse progressista, ora getta un occhio complice a destra, lasciando intuire che, se serve, può aiutare a smontare anche l’attuale equilibrio Meloniano.
Il complimento a Valditara potrebbe essere il primo bullone allentato. Chi vivrà, vedrà.
5. Pinocchio
C’è chi sospetta che dietro le lodi si nasconda l’ennesima narrazione renziana, infiocchettata di buone intenzioni, ma con il naso un po’ lungo. Renzi è maestro nell’arte dell’ambiguità: a parole sostiene, nei fatti prepara alternative; oggi elogia Valditara, domani potrebbe usarlo come contraltare.
Come Pinocchio, continua a raccontare storie in cui lui è sempre il burattinaio morale, il protagonista saggio che “vede lungo”, anche quando dice cose che non convincono del tutto.
6. Il salumiere
Infine, Renzi è anche un abile tagliatore: affetta parole come fette di prosciutto, impacchetta messaggi pronti da servire al banco della comunicazione politica. Il “caffè della maturità” che posta sui social, il riferimento affettuoso alla figlia, il richiamo alla comunità scolastica sono piccoli prodotti comunicativi: genuini forse, ma ben confezionati, calibrati in dosi affettive, istituzionali e politiche.
È il salumiere della retorica pubblica: porge sorrisi e pacchetti già affettati, con l’occhio alla bilancia del consenso.
La dichiarazione di Renzi su Valditara non è né una gaffe né una semplice concessione al buonismo istituzionale. È un’azione chirurgica, compiuta con maschere multiple: ruffiano, facocero, gazza ladra, sfasciacarrozze, Pinocchio e salumiere.
Un colpo da consumato attore politico che, in un’Italia in cerca di autore e regista, continua a recitare anche quando il copione sembra esaurito.
Per ora applaude. Domani, chissà se sarà ancora sul palco o in regia.