Mani in tasca e cieli oscuri

MANI IN TASCA E CIELI OSCURI

MANI IN TASCA E CIELI OSCURI

 La sparata di Salvini, eco di quella analoga del suo predecessore Renzi, di chiedere dichiarazioni “spontanee” sui liquidi dei cittadini custoditi nelle cassette di sicurezza, è un ulteriore segnale della insana voglia dei governi, di qualsiasi composizione, di pescare nelle tasche dei privati per sanare i conti pubblici, come già denunciato in mio precedente articolo [VEDI]. 

La logica (perversa) è: abbiamo già stangato il welfare a sufficienza: abbiamo tagliato pensioni e salari, cioè potere d’acquisto delle famiglie, tagliato all’osso sulla sanità, con liste d’attesa tali da dover ricorrere a medici privati,  aumentato a dismisura le sanzioni, specie stradali, vere e proprie tasse mascherate, non abbiamo diminuito né tasse né contributi. Ora, non possiamo dare ulteriori giri di vite in quelle direzioni; e di ridurre la spesa pubblica improduttiva non se ne parla proprio. Ergo, non rimane che aggredire in forma diretta e decisa l’immenso serbatoio del risparmio privato, che non compare nei conti bancari. 

Sia Renzi ieri che Salvini oggi sono poi rientrati da questa ladresca proposta; ma, “voce dal sen fuggita, più richiamar non vale”. Il desiderio è solo represso; per ora. Ma vediamo di andare un po’ a fondo del provvedimento.

Innanzitutto, c’è da chiedersi: come mai tanti contanti nelle cassette di sicurezza?

 


Oro e contanti danno maggior certezza di valore reale dei numeri su un computer. Perciò gli italiani onesti li preferiscono come “zoccolo duro” dei propri risparmi. Le mafie seguono altre strade

 

Sono ormai parecchi anni che i soldi sui conti correnti rendono zero; e prossimi allo zero sono anche quei titoli pubblici che in anni ormai lontani permettevano, indebitando lo Stato, di coprire e superare l’inflazione, almeno quella ufficiale. I soldi sui conti sono visibili ad ogni ente di controllo e, ovviamente, alle banche stesse. E, memori del prelievo forzoso nottetempo del governo Amato nel 1992, tutti temiamo che l’ignobile gesto possa ripetersi, magari addebitando la colpa al “ce lo chiede l’Europa”; tanto più adesso che stiamo per subire la procedura d’infrazione per debito eccessivo.

Di più, abbiamo visto che il mito della banca granitica si è sbriciolato con le varie bancone e banchette fallite e/o salvate con soldi pubblici, cioè frutti di tasse e sanzioni. 

Che senso ha, allora, lasciare i nostri soldi a disposizione di banche o dello stesso Stato, che non fanno che distinguersi per la loro rapacità? È pur vero che viviamo da tempo in un mondo digitalizzato, ma quando si tratta di soldi, cioè del frutto del nostro lavoro, presente o passato, il denaro tangibile dà molta più sicurezza dei numeri su un PC; tanto più che sappiamo per certo che questi ultimi sono per oltre il 90% scoperti. Il riparo dall’inflazione del denaro cartaceo, poi, è pari a quello dei soldi su un conto corrente. Il suo difetto, visto dal lato dello Stato e dei suoi enti, è di non essere aggredibile con la stessa immediatezza del denaro digitale. Inconcepibile in un mondo dove, pur a fronte della massima opacità delle banche, è richiesta un’eguale trasparenza da parte dei cittadini di fronte al fisco.

Cassette di sicurezza, più sicure dei conti correnti?Certo, ma non del tutto: se hai debiti con privati o col fisco, vengono bloccate anch’esse e subiscono un pignoramento né più né meno dei conti correnti.

Rimane il proverbiale materasso. Esposto agli stessi rischi, in caso di pignoramento o di semplice furto (due eventi spesso non tanto dissimili, visto il funzionamento della giustizia, a partire dal CSM, suo organo supremo).

Per i più abbienti, allora, non rimangono che i paradisi fiscali, usati disinvoltamente anche dalle mafie e dalle stesse banche. I soldi illeciti vanno in quella direzione. Quindi, nelle cassette ci sono prevalentemente soldi “puliti”, ossia quanto rimane in tasca ai cittadini normali dopo i sostanziosi prelievi di tasse e multe. Inciso: non mi stanco di battere sul termine “multe”, in quanto la loro entità e presenza sono in vorticoso aumento, vista la facilità di comminarle e di passare rapidamente all’incasso. Invece, si parla sempre e soltanto di tasse; ma le multe sono tasse, con ipocrita cambio di etichetta: non servono per fare prevenzione, bensì repressione, e quindi allegra cassa, come i consiglieri regionali dediti a “spese pazze”. Quando paga qualcun altro si va giù pesante. Quindi, caro Salvini, perché non cominci a parlare di abbassare le multe, di ogni genere? Sai parlare alla pancia della nazione. Vedrai quanti nuovi follower conquisterai.

A latere: mentre UE e governo (o parte di esso) studiano come meglio rapinarci per far diminuire un debito pubblico che, imperterrito, cresce invece quanto più di stringono i cordoni della borsa, come anche un bambino capirebbe, ma non i soloni del’economia, gli italiani migliori si danno sempre più alla fuga da un Paese ingrato, soli o con famiglia [VEDI], così come si scappa da una nave che affonda saltando su una scialuppa.

 


Un suggerimento a Matteo Salvini: se ridurre le tasse è una chimera, prova a ridurre le multe: la Lega farà un ulteriore balzo in avanti

 

Ma veniamo alla giustificazione che Salvini ha dato alla sua proposta di tassare per l’ennesima volta soldi già iper-tassati. Egli afferma che si tratta di soldi “fermi”, che non circolano, e sono quindi sottratti alla loro funzione economica.

A parte il fatto che ciascuno può usare o non usare i soldi che ha guadagnato a sua insindacabile discrezione, non sarà che gli italiani che ancora riescono a mettere da parte qualcosa, dopo la “mietitura”, esitino a spendere per il timore di nuovi, inopinati assalti da parte dei soliti noti? Si spende, oltre le necessità di base, soltanto se il futuro ha il colore della speranza, non della carestia. Perché mai dovrei spendere in beni voluttuari oggi, magari sottraendoli all’acquisto di beni essenziali domani? La velocità di circolazione della moneta è un parametro fondamentale e legato proprio a questo dilemma: è meglio spendere o risparmiare? [VEDI] L’inflazione è un fattore determinante per l’inclinazione alla spesa, in quanto il denaro fermo varrà sempre meno. Oggi siamo in deflazione e quindi questa spinta alla spesa non strettamente indispensabile è in pratica inesistente; e i soldi rimangono, appunto, in stand by.

È dal fatidico 1992 che lo Stato ha ceduto buona parte del suo patrimonio ai privati, specie stranieri, per far contenti l’UE e coloro che si celano dietro la sua ombra. Adesso vorrebbe passare al raddoppio con i nostri soldi contanti?

Ma un’entità dedita al sistematico saccheggio dei beni pubblici e privati può ancora chiamarsi Stato? O vale ancora e sempre la parabola di Cesare e il pirata, dove quest’ultimo chiede a Cesare “se prendo io è un reato, se prendi tu è legittima appropriazione?” Il primo subisce passivamente le leggi che il secondo applica, a proprio vantaggio. Nel nostro caso, non è neppure lo Stato ad avvantaggiarsene, ma la consorteria finanziaria che lo tiene al guinzaglio. Quindi, è persino peggio.

Le cassette di sicurezza non contengono solo contanti, ma anche gioielli di famiglia e monete o lingotti d’oro o d’argento. Vale per questi beni lo stesso discorso dei contanti? Teniamo presente che, in caso di crisi, come già verificato in quella del 2007, tuttora in vigore, l’oro non è proprio quel bene rifugio che gli si attribuisce normalmente, in quanto prima dell’oro vengono i beni fondamentali, in particolare quelli alimentari; tant’è che l’oro non subì quell’impennata che tutti si sarebbero aspettati, in quanto venne in gran parte usato per pagare le perdite in Borsa. Solo molto lentamente, l’oro si rivalutò negli anni successivi all’apice della crisi.

 


Anche le centinaia di miliardi pompati da Mario Draghi col Quantitative Easing sono rimasti “fermi”, in quanto non li hanno visti né lo Stato né cittadini e imprese

 

Quanto ai soldi “fermi”considerati peccato anti-patriottico, sarebbe più prudente non addentrarsi in considerazioni siffatte; se no, sulla stessa lunghezza d’onda, se ne potrebbero fare altre, ad es. riguardando i soldi prestati dalle banche e poi non restituiti come denaro “buono” che rimane in circolazione, aiutando l’economia; mentre ne verrebbero sottratti se resi alla banca erogatrice, che li usa per l’acquisto di titoli di Stato o li trasferisce nella sfera virtuale della finanza; con tanti saluti all’economia reale.

Paradossalmente, persino i soldi falsi, finché rimangono nel circuito, aiutano l’economia, sopperendo alla carenza di liquidità imposta dall’austerity!

 

Mezzogiorno del 15 giugno a Finale Ligure: come ormai regola quotidiana, il Sole schermato da nubi artificiali. Complottismo?

E ora due parole sulla stagione pazza.

Soltanto i ciechi ignorano il fatto incontestabile che, dopo la prima mattina, post-aurorale, col cielo sgombro di nubi, e mentre i bollettini meteo annunciano “bel tempo in tutta Italia”, qui da noi (ma solo qui in Liguria?), d’un tratto arrivano gli aerei spargi scie chimiche, che velocemente si allargano, fino ad oscurare totalmente il cielo e spesso cade pure la pioggia, con incluse le sostanze chimiche iniettate senza risparmio (e pagate da noi). Ormai sembra che tutti lo considerino un evento naturale, al più “brutto tempo, governo ladro”, e ci convivono senza più farci caso, presi dalla farragine delle incombenze quotidiane per sbarcare il lunario. Nel mentre, TV e altri organi di dis-informazione, tacciono. Tacciono persino i più danneggiati: albergatori, ristoratori, titolari di bagni marini, insomma tutta la galassia che vive di turismo. Muti. Sono anni che predico a vuoto: se il sole latita, che senso ha venire al mare?

 

 

Dopo aver letto L’ARTICOLO DI FULVIO SGUERSO  Questo è il mio commento :

Caro Fulvio,

finché parli di politica, e pur dissentendo profondamente, come ben sai, dalle tue posizioni, cerco di far valere le mie, ma rispetto anche le tue: non sono tra coloro che ritengono di avere la verità in tasca, secondo l’insegnamento neoscettico del comune amico prof. Giorgio Girard; guardiamo agli stessi fatti con lenti diverse e ne traiamo ciascuno le proprie conclusioni o, se vuoi, opinioni.

Questo per quanto concerne le tue posizioni “anti-fasciste” vs le mie “sovraniste”.

Oggi però ti sei addentrato in un campo nel quale mi cimento, con inesausto impegno, sin dal 2005, quando il reale funzionamento del sistema banco-monetario è uscito inopinatamente -e fortunatamente- alla luce. E poiché si dà il caso che lo schieramento politico del quale fai idealmente parte, ha spocchiosamente ignorato questo epocale cambio di paradigma nell’approccio ai problemi legati alla finanza, e quindi all’economia reale, mi permetto di contraddirti, sempre senza la presunzione di possesso della verità.

Dunque, tu dileggi i mini-Bot, caldeggiati dalla Lega tramite Claudio Borghi, sostanzialmente in quanto si tratterebbe di “pagare i debiti della pubblica amministrazione facendo altri debiti”. A tale riguardo forse ti sfugge che non c’è titolo di Stato che alla scadenza, quando si tratta di rimborsarli, il relativo debito non venga coperto accendendo nuovo debito, con l’emissione di nuovi titoli di Stato. E’ così dappertutto, da sempre. Il motivo per cui il debito non fa che crescere è dovuto agli interessi, che i signori della BCE richiedono in cambio delle loro banconote, che stampano senza pudore né fatica, dal nulla. Come le banche nazionali, quando accendono un mutuo, anch’esso gravato da interessi. Lo Stato, oberato da questa periodica somma di interessi che vanno ad ingrossare il debito pubblico, non riesce a pagare le aziende che allo Stato forniscono beni e servizi, che a loro costano i soldi degli stipendi, delle materie prime e, magari, anche un po’ di utile, ammesso che le onerose tasse gliene lascino. Se lo Stato non paga quanto riceve, falliscono, chiudono; e i dipendenti vanno ad ingrossare le fila dei disoccupati: quei cortei con tanto di striscioni inneggianti al posto di lavoro, alla democrazia, all’antifascismo, ecc. Sai bene.

Se allora l’odiato (da te e quanti la pensano come te) governo in carica decide di salvare le aziende, e quindi il loro personale, estinguendo i suoi debiti con nuovo debito, secondo la prassi del BTP. CCT ecc., con ciò salvando aziende e lavoratori, voi, i difensori -sin qui a parole, contrariamente ai fatti- dei lavoratori, remate contro? Vi rendete conto che, così facendo, non fate che portare acqua al mulino delle lobby finanziarie che affamano i popoli? Ah già, dimenticavo: per voi gli unici oppressi sono i negri (pardon, ma sono stanco di tutti questi eufemismi politically correct) che fuggono da presunte guerre o dalla fame reale, dovuta al saccheggio dei loro territori da parte di potenze colonialiste, come la Francia, che vivono sulla loro pelle, estraendo materie prime e imponendo il franco coloniale; potenze che difendono l’UE a spada tratta e fanno lo sgambetto all’Italia ad ogni possibile occasione.

Mi stupisce che una persona colta e intelligente quale tu sei non si accorga che sta lavorando per un sistema che, non più per mia opinione, ma per ormai lampanti fatti, sta schiavizzando l’intero pianeta col cappio del debito fasullo; non reale, come quello dovuto dallo Stato ai suoi fornitori. E me ne dispiace.

  

  Marco Giacinto Pellifroni      16 giugno 2019

   Visita il blog  https://www.marcogiacinto. com

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