Malattia di Alzheimer ed ambiente: una connessione?

MALATTIA DI ALZHEIMER ED AMBIENTE: 
UNA CONNESSIONE?

MALATTIA DI ALZHEIMER ED AMBIENTE: UNA CONNESSIONE?

La prestigiosa rivista di Medicina americana “Stroke”, ha pubblicato un interessante articolo che deve fare riflettere tutti gli operatori del settore ed in particolare le istituzioni locali, nazionali e sovranazionali.

La Liguria e in particolare la Provincia di Savona sono le realtà più anziane d’Europa e quindi costituiscono il territorio la cui popolazione è a maggior rischio di deterioramento cerebrale, essendo l’età avanzata il principale fattore di rischio per declino cognitivo.

Si parla, perciò, spesso della prevenzione dell’invecchiamento cerebrale, nell’ottica di contrastare quella che sarà l’epidemia dei secoli futuri, ovvero la prevalenza delle malattie neurodegenerative che, dal 2025, saranno la causa maggiore di morbilità fra la (ormai anziana) popolazione dei paesi cosiddetti sviluppati.

Gli stili di vita sono indubbiamente importanti in un’ottica di prevenzione: lo studio FINGER, durato 2 anni (Finnish Geriatric Intervention Study to Prevent Cognitive Impairment and Disability) conclusosi recentemente, ha sottolineato come l’applicazione di corretti stili di vita possa migliorare la memoria e le funzioni mentali in adulti considerati a rischio di deficit cognitivo.

Quali sono questi stili di vita utili per il più nobile dei nostri organi? Finora sono stati universalmente considerati:

 

1. Stimolazione mentale (Vita sociale attiva)

2. Gestione dello stress

3. L’esercizio fisico regolare 

4. Dieta sana

5. Qualità del sonno.

Una ricerca della dott.ssa Elissa H. Wilker e collaboratori, dell’Unità di Ricerca Cardiovascolare e di Epidemiologia di Boston, suggerisce che l’esposizione a livelli elevati di polveri sottili materia inferiore a 2,5 micron di diametro (PM2.5) è stato associato con una diminuzione del volume totale cerebrale  e con quote più elevate di infarti cerebrali occulti. PM2.5 è un tipo comune di inquinamento atmosferico generato da legna o carbone, scarico auto, e altre fonti.
“L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico è associata a malattia cerebrovascolare e decadimento cognitivo, ma l’impatto sui cambiamenti strutturali nel cervello non è ancora ben compreso”, riferiscono i ricercatori.

Dopo questo importantissimo elaborato, dovranno quindi, a tutti gli effetti, essere inseriti nell’elenco dei fattori di rischio per declino cognitivo (leggasi malattia di Alzheimer nella maggior parte dei casi ma anche nella genesi della comunemente detta “Arteriosclerosi cerebrale”), anche i contaminanti ambientali.

Dott. Francesco De Merra

Responsabile Unità Valutativa Alzheimer U.O. Neurologia Savona

Gruppo Consigliare Vivere Vado

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