L’usura in Italia: un fenomeno che cambia volto ma non scompare
L’usura, definita come il “prestito a condizioni gravemente svantaggiose”, non è solo un retaggio di epoche passate, ma un problema ancora radicato in Italia, sebbene si presenti oggi in forme più sofisticate e meno visibili. Nonostante le leggi più stringenti e l’azione di contrasto delle istituzioni, la stretta economica degli ultimi anni – acuita dalla pandemia e dalla crisi energetica – ha riportato sotto i riflettori questo fenomeno, che miete vittime soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione.
I numeri del fenomeno
Secondo i dati più recenti, in Italia ci sono migliaia di famiglie e imprese che finiscono nel vortice dell’usura ogni anno. Le vittime non sono solo piccoli commercianti o imprenditori in difficoltà, ma anche cittadini comuni, spesso colpiti da emergenze improvvise o da un’insostenibile pressione economica.
Le stime della Fondazione Antiusura parlano di circa 300.000 persone coinvolte direttamente o indirettamente nel fenomeno ogni anno, ma il dato potrebbe essere sottostimato. La natura clandestina e sommersa dell’usura rende difficile una misurazione precisa, e molte vittime non denunciano per paura di ritorsioni o di stigma sociale.
Chi sono gli usurai oggi?
Non parliamo più solo delle figure stereotipate da film e romanzi – gangster con pizzo e pistola – ma di personaggi che si mimetizzano nella società. Spesso gli usurai sono insospettabili: imprenditori falliti, liberi professionisti o addirittura conoscenti della vittima. La criminalità organizzata rimane però un grande protagonista, utilizzando l’usura come strumento per riciclare denaro sporco e penetrare nel tessuto economico locale.
Negli ultimi anni, il fenomeno ha trovato terreno fertile anche online, con prestiti usurai offerti attraverso piattaforme digitali e annunci sui social media. Un problema che rende ancora più difficile l’identificazione degli autori e la tutela delle vittime.
Le vittime: famiglie e piccole imprese in trappola
Le famiglie italiane, già messe in difficoltà dall’aumento del costo della vita, sono particolarmente vulnerabili. Una bolletta salata, un guasto improvviso o una spesa medica possono diventare il punto di rottura che spinge una persona a cercare denaro facile, finendo nella rete degli usurai.
Anche le piccole imprese e i commercianti rappresentano una categoria ad alto rischio. La burocrazia lenta, i ritardi nei pagamenti e la difficoltà ad accedere al credito bancario li spingono spesso a cercare soluzioni “alternative” per sopravvivere. Una spirale che porta molti a perdere tutto: l’attività, la casa, la serenità.
Le conseguenze sociali e psicologiche
Oltre al danno economico, l’usura ha un impatto devastante sul piano umano e sociale. Le vittime spesso vivono in uno stato di paura costante, incapaci di vedere una via d’uscita. L’isolamento sociale e il senso di vergogna portano molti a soffrire di depressione, mentre i casi estremi sfociano in suicidi.
L’impatto è anche economico e sociale: l’usura indebolisce il tessuto produttivo, favorisce l’illegalità e aumenta la dipendenza dalle organizzazioni criminali.
Come combattere l’usura
Negli ultimi anni, lo Stato ha messo in campo diversi strumenti per combattere l’usura. Tra questi, il Fondo di solidarietà per le vittime di usura, che offre sostegno economico a chi denuncia, e la creazione di sportelli antiusura nelle principali città italiane.
Tuttavia, non è sufficiente agire solo sul piano repressivo. È necessario migliorare l’educazione finanziaria, in modo da aiutare le persone a gestire meglio il denaro ed evitare di cadere in situazioni di vulnerabilità economica. Inoltre, occorre potenziare l’accesso al credito legale, affinché chi è in difficoltà non sia costretto a rivolgersi a chi opera nell’ombra.
Un nemico da estirpare
L’usura, con il suo volto subdolo e crudele, rimane uno dei mali più insidiosi del nostro Paese. Combatterla richiede non solo leggi più efficaci e controlli più stringenti, ma anche un impegno collettivo per rafforzare il tessuto sociale ed economico, proteggendo chi è più debole. La lotta è lunga, ma non impossibile. Come diceva Giovanni Falcone: “Gli uomini passano, ma le idee restano”. E l’idea di un’Italia libera dall’usura è una battaglia che vale la pena combattere.