LITANIA
LITANIA PER UN ATEO DEVOTO
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LITANIA PER UN ATEO DEVOTO |
Deve essere dura la vita di un fedele senza Credo, di un povero crociato laico costretto dall’odio tanto implacabile quanto assurdo a noi giurato dai fedeli di un credo feroce, e dall’ignavia occidentale, a cantare e a portare la croce anche per chi non crede, malgrado l’evidenza, che il male stia da una parte sola e che la ragione e il torto si possano dividere con un taglio netto, e non paventa abbastanza il terribile dio degli olocausti e delle stragi di innocenti, ma colpevolmente chiude gli occhi di fronte all’imminente catastrofe e quasi si arrende al terrore cieco che un nemico elusivo e irriducibile, disumano e spietato verso il suo stesso sangue dissemina nel mondo. Che cosa dovresti fare tu, cavaliere dell’ideale non disposto a compromessi sui valori e sui diritti universali – tranne che in caso di grave, di estrema necessità – autoeletto patrono delle nostre sacre abitudini di vita, della dignità civile dei normali, anonimi e obbedienti cittadini del villaggio globale, dei nostri piccoli o grandi privilegi conquistati a caro prezzo e garantiti dall’altrui miseria, che cosa dovresti fare tu nell’ora del pericolo se non caricarti di una croce in cui non credi e, umile cireneo, combattere la buona battaglia contro il mostro che ci minaccia? E’ duro, comprendo, obbedire, anche se non sempre e non in tutto (non si è stati impunemente libertini nella mai obliata gioventù), alla Chiesa visibile senza credere in quella invisibile, e servire un sovrano – illuminato, s’intende, e democratico, così tenero di cuore, liberale a parole e autocrate di fatto, populista per amore e soi-disant cristiano – a cui ancora manca solo l’investitura celeste! D’altronde nessuno, che io sappia, ti ha obbligato a ricoprire alti incarichi a corte o a usare i video del Principe e interi fogli di giornale per manifestar la tua santa rabbia e lanciare appelli angosciati alla forza della ragione e, ove non bastasse, alla ragione della forza pur sostenuta dalla buona volontà dei volenterosi responsabili – nessuno se non la tua pura moralità: tu non vivi certo per accumulare tesori in terra o in un cielo in cui non credi (non ne hai d’altronde bisogno), tua norma è il dovere per il dovere, l’agire per la felicità di ognuno e niente più. Non per niente sei un uomo d’onore, tu non cerchi gloria, potere o fortuna ma solo il bene della nostra cara, attuale, ricca, violenta e onorata società. E che cosa se no? Ti prego, illuminami, sono disorientato; indicami tu la diritta via che porta al riscatto universale di questa nostra deviata umanità. FULVIO SGUERSO
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