L’istruzione migliora il mondo, ma proprietà e possesso lo devastano
Nelson Mandela diceva che “L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”. E in Italia, mettere in dubbio questo principio, è quasi un crimine contro l’umanità.
“L’arma istruzione cambierebbe” il mondo in meglio, se gli addetti ai lavori riuscissero a rendere cittadini democratici i singoli individui, per autogovernarsi da popolo sovrano produttivo, solidale, giusto.
Ma ahinoi, a livello planetario, da sempre, i “migliori cambiamenti” culturalmente indotti, sono ancora affidati al cannone anziché all’aratro.
Se a colpi di laurea e Master trasformi il figlio di un proletario sfruttato e disarmato, in un professionista armato di sapere fino ai denti, lo rendi capace di migliorare la sua condizione sociale, e potenziaalmente capace di migliorare il mondo.
Ma se lo condanni a vivere in un sistema tributario e finanziario immutato, predisposto a derubarlo come fosse ancora un proletario ignorante, il mondo lo cambi alla rovescia, anzi lo stravolgi, perché costringi il soggetto culturalmente armato, a difendersi puntando l’arma del sapere contro la collettività sempre più povera e contro lo Stato sempre più indebitato.
La sola istruzione, senza tutele e garanzie reali, non trasforma il figlio di un proletario in un professionista pronto a spendersi gratis per il riscatto della sua classe sociale sofferente; ma in un “traditore obbligato”, se lo Stato lo costringe a rubare o a prostituirsi ai capitalisti sfruttatori del proletariato, unici in grado di finanziarlo se non vuole tornare nella povertà da proletario laureato ma sfruttabile.
Quindi, chi spaccia la cultura come benefica per i poveri e gli sfruttati è un signor truffatore. Perché se la politica, al servizio del mercato, pretende di continuare a sfruttare i soggetti armati di sapere, come fossero proletari ignoranti, il mondo lo cambia sicuramente, ma alla rovescia.
Pensate a quanti ragazzini e giovani americani si armano e vanno a fare una strage nei luoghi dove si nutrono di sapere. Secondo voi l’istruzione americana e i giovani americani sono i peggiori del mondo?
No, sono semplicemente più armati degli altri e vivono in un sistema culturale, giuridico, economico che considera le armi un libero mezzo di difesa accettato almeno quanto le posate e i coltelli a l’ora di pranzo.
Un soggetto istruito, dovendo competere dal primo giorno di laurea non ha scelta. O si rassegna a rimanere nella condizione di proletario sfruttabile da cui proviene o si prostituisce ai padroni sfruttatori. Tutto dipende dal sistema economico e burocratico.
Con la stessa istruzione si possono produrre aratri o cannoni, cibo o morte, giustizia o crimine, democrazia o dittatura.
Meritevole o colpevole di tutto ciò, non è l’istruzione, ma i padroni corruttori, che disegnandosi a misura il sistema giuridico e fiscale hanno il potere di usare l’arma del sapere per fini benefici per loro e malefici per la collettività.
Chi spende miliardi di parole per garantirvi che una cultura è migliore di un’altra, vi sta truffando alla grande.
Meritevole o colpevole di tutto ciò, non è l’istruzione, ma i padroni corruttori, che disegnandosi a misura il sistema giuridico e fiscale hanno il potere di usare l’arma del sapere per fini benefici per loro e malefici per la collettività.
Chi spende miliardi di parole per garantirvi che una cultura è migliore di un’altra, vi sta truffando alla grande.
Il mondo non è migliorabile con la sola arma culturale. È vero che gli stati comunisti armavano di istruzione l’intero Popolo, ma lo gavantivano per dissuaderlo a fare dell’arma del sapere lo stesso uso criminale o suicida a cui sono indotti i popoli negli Stati liberali di nome e tirannici di fatto
Immanuel Kant ci ha spiegato perché la cultura luccicante di giustizia sociale peggiora l’umanità e quindi peggiora il mondo:
“Non c’è virtù così grande che possa essere al sicuro dalla tentazione”.
Se i governanti si lasciano “tentare” dal potere e dal denaro e si comportano da nemici del Popolo, costringono i singoli cittadini a competere con lo Stato invece di cooperare.
Marx aveva intuito che i guai del mondo capitalista hanno una causa comune: la proprietà. Ma io temo che il problema si sia già allargato a macchia d’olio.
Anche il possesso occasionale di qualunque mezzo che metta in vantaggio un individuo sugli altri, lo “tenta” a schivare un danno per sé scaricandolo sui singoli o sulla collettività. E per questo problema non c’è giustizia che possa bastare.
Chi ha il coraggio di osservare la realtà alla Charles Baudelaire, senza lenti colorate dell’illusione, vede che gli istruiti, manco fossero “mamma EVA”, continuano a cadere in “tentazione” di addentare la “mela proibita” del potere e de l’arricchimento personale, che cambia il mondo alla rovescia, garantendo al popolo bue il migliore inferno umanamente immaginabile.
Franco Luceri da il rebus della cultura