L’icona sfregiata

L’icona sfregiata.
La figura materna è fondamentale per un bambino e resta fondamentale per ciascuno di noi per tutta la vita. 

 L’icona sfregiata

La figura materna è fondamentale per un bambino e, diciamocela tutta, resta fondamentale per ciascuno di noi per tutta la vita. Che si sia fatta amare od odiare, difficilmente si resta indifferenti di fronte alla propria madre. Ne ricerchiamo disperatamente l’amore da neonati, ne ricerchiamo disperatamente un surrogato quando lo perdiamo o nel caso non si riceva. Un neonato che non sia baciato, abbracciato, accarezzato, muore. Un neonato poco accudito rischia deficit, anche gravi, nello sviluppo. Difficilmente un neonato molto amato rischia qualcosa, in questo caso sono più le mamme a rischiare di essere allegramente spedite,  dove i più di questi tempi, non appena il pargolo giunge all’adolescenza. Sono queste le dinamiche dell’amore sano: una mamma sa per istinto quando la libertà va concessa, e sa bene qual è il suo posto. Chi ama davvero lascia andare. Ma l’amore non sempre è sano. Definire l’amore è quanto di più complesso ci sia, da un punto di vista psicologico e psichiatrico, è assai più facile definire cosa amore non sia o quando l’amore è da considerarsi malato. Molte donne possono partorire un figlio, essere madri è molto di più.


Ci sono donne che vivono il figlio come proprietà esclusiva, altre come prolungamento di se stesse, altre ancora come un qualcosa che quando si vuole si può uccidere visto che lo si è messo al mondo. Amore malato, amore folle, tante volte egoismo puro. I figli a volte sono un peso, un fastidio, persino una sorta di obbligo sociale. Sono tutto tranne ciò che dovrebbero essere: una creatura da amare esattamente per ciò che è, per tutta la vita. E ritorna il concetto di amore. Ci sono madri che uccidono per amore, sono quelle che ricorrono all’aborto una volta saputo che il loro figlio  avrebbe una vita fatta solo di dolore. Non pensate solo alla Sindrome di Down, che oggi permette di vivere una vita piena, ma pensate ad un bimbo anencefalo, ad un bimbo affetto da ciclopia, per fare esempi concreti. Per amore si uccide un figlio gravemente malato, o che nella follia si crede tale. Per amore si uccide un figlio per non lasciarlo solo. Amore malato o amore puro? Il confine è sottilissimo in questi casi.


 L’amore invece tale non è quando una donna ricorre all’aborto. Scelta data dalla legge, probabilmente difficile, spesso figlia di un egoismo assoluto. L’amore non è tale quando una donna uccide i figli perché complicano la vita: succede. L’icona della madre amorevole, spesso è solo questo: un’icona. Un’icona voluta dalla società, voluta per far quadrare le cose. Pur sempre un’icona astratta. Sempre? No, non sempre. Chi ha la fortuna di avere una madre sa cosa vuol dire. Voli il vostro pensiero dove deve volare. Il mio vola alla mia di mamma, morta il 13 dicembre 1990, di cancro. Un cancro tenutomi nascosto, dissimulato sino all’ultimo. Penso, quasi sentendomi in colpa, che sono stata fortunata io, ad averla una mamma. Per diciassette anni solo, ma almeno la ho avuta: sono stata molto più fortunata di tanti. Tanti che per la loro mamma sono solo un peso… a volte da uccidere, metaforicamente o no 

Giovanna Rezzoagli Ganci

 

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