Liberi e uguali?

Liberi e uguali?

           Liberi e uguali?

 Alzi la mano chi sa indicarmi una nuova legge, un regolamento, una variante alla normativa vigente, che non sia peggiorativa della nostra esistenza, che non abbia il sapore di un calvario artificiale per farci sentire ogni giorno di più dei pupazzi nelle mani di occulti burattinai. Tanto da farci sospettare se tutto ciò non rientri in un preciso disegno, di sfiancarci, quasi non bastasse lo stress da lavoro o da non lavoro, per portarci ad una mesta rassegnazione.

Corteo antifascista. A quando i ben più urgenti cortei anti-neoliberismo?

L’ennesima conferma della rigidità meccanicistica nell’emanare leggi conformi al sistema e nella successiva determinazione di applicarle alla lettera da parte di coloro che chiamiamo tutori dell’ordine, anche quando l’ordine non è minacciato (vedi la pilotata “insurrezione antifascista” pre-elettorale), arriva dal racconto di un episodio, certo non isolato, riferitomi da un amico nei giorni scorsi. Conoscendo la mia destrezza di esposizione, mi ha pregato di interpretare il suo pensiero scrivendo una lettera da inoltrare al dirigente dei carabinieri coinvolti, per far giungere, oltre il vallo che sempre più ci separa, una voce di preoccupato dissenso. Allargo ad una più vasta platea la lettera stessa, depurata dei riferimenti personali, mediante pubblicazione su Trucioli.

Qualcuno potrà giudicare l’episodio di scarsa rilevanza, ma è indicatore di un sistema che sta coscientemente stritolando ogni nostra residua libertà secondo una regia lucidamente studiata ben oltre i nostri confini e basata sostanzialmente sulla paura. E ciò mentre si dice che i partiti sovranisti abbiano vinte le ultime elezioni proprio agitando la paura. 

    Marco Giacinto Pellifroni  11  marzo 2018 

Al Comandante

Stazione Carabinieri di…

Oggetto: Verbale di Contestazione n° ,,,,,, del 5/03/2018

Il giorno 5 marzo scorso una vostra pattuglia ha fermato l’auto guidata da mio figlio XY.

I due carabinieri riscontrarono che l’obbligo di revisione era scaduto a fine febbraio, cioè 5 giorni prima. Visto il lieve scostamento dalla data di scadenza, mi sarei aspettato un ammonimento, con l’obbligo di recarsi nella più vicina officina di revisione, astenendosi quindi dal comminare una multa di € 169,00, riducibile ad € 118,30, se pagata entro 5 giorni.


Controlli da parte di umani. Usino cuore e cervello, oltre che rigidi codici…

Dal punto di vista formale, nulla da eccepire. Ma dal punto di vista dei rapporti tra le istituzioni e i cittadini, già oberati da un’asfissiante burocrazia e da una selva di prescrizioni e divieti nei quali è pressoché impossibile non incappare, multe di questo genere, per inadempimenti che non compromettono di certo la sicurezza propria e altrui, vengono vissute come ingiusti salassi, che non fanno che allargare il fossato che divide la gente comune dalle istituzioni, vuoi politiche (e lo si è visto alle recenti elezioni), vuoi di guardiani dell’ordine, quale l’arma dei carabinieri. Il diffuso sentimento tra la gente è che la progressiva esacerbazione di provvedimenti restrittivi e sanzionatori altro non sia che un palese pretesto, pur sotto “nobili” giustificazioni, per spremere ai cittadini quei pochi soldi che sono loro rimasti in tasca dopo 10 anni di crisi economica e di saccheggio dei beni privati ad opera di fisco e sistema bancario.

Peraltro, mentre le tante altre scadenze sono segnalate (l’assicurazione dalla compagnia, la patente dalla scuola guida, la caldaia dalla ditta manutentrice, ecc.), la Motorizzazione non si perita di avvisare nessuno e chiunque può incorrere in una dimenticanza.


 Il dilagare di controlli elettronici: solo rigidi codici in un mondo inflessibile e spietato

Nella fattispecie, mio figlio, 3… anni, è disoccupato e senza indennizzo alcuno, in quanto in precedenza era una delle tante Partite Iva forzate e saltuarie, in mancanza di lavoro sotto terzi. Quasi la metà dei giovani si trova nelle sue condizioni, e infierire su ogni minima mancanza nell’osservare regole sempre più stringenti e spesso cervellotiche, non fa che accrescerne il rancore verso le istituzioni, che essi vedono solo una volta su 10 intente a proteggerli, per le altre 9 intente a punirli. E ciò vale non solo per i giovani, ma per la quasi totalità della popolazione, che non gode dei privilegi delle “classi alte” e si sente costantemente sotto assedio di tasse e sanzioni, ormai apposte nel bilancio preventivo delle amministrazioni locali per sopperire ai declinanti proventi statali.

Va da sé che ho dovuto pagare io la multa, prelevandola dalla mia modesta pensione: una prassi sempre più diffusa, di inedita, capovolta solidarietà tra generazioni.

Concludo con l’auspicio di un più umano trattamento verso chi commette “peccati veniali” in tema di circolazione stradale, e non solo, applicando le leggi cum grano salis, specie qualora le infrazioni siano rilevate da uomini in carne, ossa e cervello, che sappiano interpretarne anche lo spirito e non solo la lettera, a differenza delle ormai ubique telecamere, che di cervello sono interamente prive, come quando comminano salate contravvenzioni per il supero dei limiti di velocità di pochi km/h.

Distinti saluti

 

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