Lettura di un’mmagine: Bruto

LETTURA DI UN’IMMAGINE 58
Bruto
Busto in marmo (1538 circa) di Michelangelo Buonarroti Museo nazionale del Bargello – Firenze

LETTURA DI UN’ IMMAGINE 58 
Bruto

Busto in marmo (1538 circa) di Michelangelo Buonarroti

Museo nazionale del Bargello – Firenze

La commissione di quest’opera a Michelangelo (Caprese, 1475 – Roma, 1564) da parte di Donato Giannotti – scrittore e politico  repubblicano fiorentino, autore  Della Repubblica de’ Viniziani Della Repubblica Fiorentina – come dono propiziatorio al cardinale Niccolò Ridolfi, ha una motivazione politica: si trattava di esaltare il gesto ribelle di Lorenzino de’ Medici (Lorenzaccio) che uccise, novello Bruto, il cugino Alessandro, duca di Firenze, nel 1537, giusto un anno prima che Michelangelo ponesse mano all’opera.
Questa uccisione fu salutata con entusiasmo dagli esuli fiorentini nemici di Alessandro de’ Medici. Il busto michelangiolesco richiama esempi dell’antica statuaria romana, in particolare il busto dell’imperatore Caracalla, che presenta anch’esso una torsione del collo e di tutta la testa verso destra. Nella scultura di Michelangelo è evidente lo sforzo di Bruto nel trattenere l’ira che sembra sul punto di prorompere, l’espressione del volto indica intransigenza morale e rivela tutta la fierezza propria del tirannicida.
Anche in quest’opera è presente il caratteristico non-finito michelangiolesco, segno di una tensione inesausta verso la perfezione. Il mantello con le sue fitte pieghe fu rifinito dal suo allievo Tiberio Calcagni. Rispetto al ritratto di Caracalla è evidente il salto di qualità: qui la materia inerte prende quasi vita, la vita eterna delle opere d’arte che esprimono i sentimenti profondi dell’animo umano.

 FULVIO SGUERSO

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.