Lettura di un’immagine: Madonna del Belvedere

LETTURA DI UN’IMMAGINE 30
Madonna del Belvedere o del Prato
Olio su tavola di Raffaello Sanzio (1506)
Kunsthistoristches Museum – Vienna

LETTURA DI UN’IMMAGINE 30
Madonna del Belvedere o del Prato
Olio su tavola di Raffaello Sanzio (1506)
Kunsthistoristches Museum – Vienna

 Si tratta di uno dei due dipinti commissionati a Raffaello dal mecenate fiorentino Taddeo Taddei (di cui parla il Vasari nelle Vite). Nella prima metà del Seicento, l’opera venne acquistata dall’arciduca Ferdinando Carlo d’Austria, che la tenne finché visse nel suo palazzo a Innsbruck. Dopo la sua morte fu portata nel Castello d’Ambras e nel 1773 nelle collezioni imperiali a Vienna e precisamente nel palazzo del Belvedere, da cui uno dei due nomi dell’opera. L’altro nome fa riferimento al paesaggio. La scena di quest’altra sacra rappresentazione si svolge all’aperto in un  limpido paesaggio lacustre, alla luce piena del giorno. Al centro della scena vediamo Maria seduta, con i capelli raccolti che fanno risaltare la dolcezza dei lineamenti classici del volto,  nell’atto di sorreggere Gesù Bambino il quale, pur malfermo sulle gambe, vorrebbe andare incontro a san Giovannino inginocchiato in segno di adorazione che, da parte sua, gli offre la croce astile con la quale viene solitamente rappresentato. Lo schema piramidale entro cui sono collocati i tre personaggi è leonardesco ma tutto il resto è lontanissimo dalle atmosfere cupe e misteriose caratteristiche di Leonardo; in questa Madonna tutto è in luce, tutto è calmo e sereno e nel volto di Maria non c’è ombra di tristezza. Naturalmente anche in questa scena apparentemente idilliaca vengono evocate  la passione e la morte di Cristo in croce (la veste rosso-sangue di Maria, i due papaveri rossi sul prato, la croce offerta da san Giovannino) ma in modo tale da non turbare la divina armonia che avvolge così il paesaggio come i personaggi uniti da uno stesso sentimento affettuoso e di comprensione reciproca, sentimento che si esprime tramite il linguaggio degli sguardi e dei gesti  dolcemente intrecciati l’uno con l’altro. Raffaelle riesce a dissolvere la tragedia della futura passione di Cristo nel sorriso appena accennato di Maria e nella dolcezza di un paesaggio incontaminato.

         FULVIO SGUERSO 

 

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