Lettura di un’immagine: Piramide della luce

LETTURA DI UN’IMMAGINE 89
Piramide della luce o Piramide 38° Parallelo Installazione in acciaio cor-ten (2010) di Mauro Staccioli Contrada Belvedere di Motta d’Affermo – Messina

LETTURA DI UN’IMMAGINE 89
Piramide della luce o Piramide 38° Parallelo

Installazione in acciaio cor-ten (2010) di Mauro Staccioli

Contrada Belvedere di Motta d’Affermo – Messina

 La Piramide della luce (titolo originale: Piramide 38° Parallelo) non è soltanto un’installazione in acciaio cor-ten, detto anche patinato, alta trenta metri dello scultore Mauro Staccioli (Volterra, 1937 – Milano, 2018) ma è anche una specie di luogo simbolico e sacro, un tempio laico meta di pellegrinaggi dove ogni anno – salvo quello in corso a causa del coronavirus – a partire dal 2010, all’inizio dell’estate, dal 21 al 26 giugno, si celebra il cosiddetto “rito della luce”, a cui partecipano artisti provenienti da tutto il mondo, scrittori, poeti, semplici visitatori, coppie di fidanzati, famiglie con bambini che, nel giorno del solstizio d’estate, si svestono dei loro abiti consueti e si rivestono di bianco per rendere omaggio, appunto, alla luce della nuova estate, simbolo dell’inizio di una nuova vita e di rinascita spirituale. A questa Piramide, ubicato su una collinetta in Contrada Belvedere di Motta d’Affermo tra i Nebrodi e il mar Tirreno, con vista sugli scavi dell’antica città siculo-greca di Halaesa, esattamente sul 38° parallelo, che attraversa la Fondazione Fiumara d’Arte (il più grande museo all’aperto del mondo, ideato dall’imprenditore e mecenate messinese Antonio Presti) era probabilmente diretta la povera Viviana Parisi con il suo figlioletto Gioele in quel tragico 3 agosto 2020 in cui invece che alla rinascita spirituale è andata incontro alla morte… Il tetraedro, composto da un centinaio di lastre in acciaio cor-ten (dall’inglese cor-rosion resistence ten-sile strength) un tipo di acciaio che a contatto con l’aria si ossida prendendo un colore rosso-bruno, in grado di autoproteggersi dalla corrosione elettrochimica e dagli agenti atmosferici. La Piramide, la cui base quadrata è ben piantata nel terreno roccioso del promontorio, è orientata a nord-ovest ed è spaccata da una fessura lungo lo spigolo volto a occidente; attraverso questa fenditura la luce penetra all’interno della Piramide, la quale, al calar del sole, si accende di un bel colore rosso-arancione e la luce catturata dall’installazione immilla i suoi riflessi illuminando il percorso iniziatico spiraliforme che si snoda all’interno del tetraedro. L’idea dal mecenate siciliano, condivisa dall’artista, è quella di offrire ai visitatori che intendono viverla l’esperienza di un itinerario spirituale che, a partire da una condizione di oscurità approda infine alla luce, quasi ripercorrendo il cammino dello schiavo liberatosi delle sue catene che, dal fondo della caverna dove era prigioniero risale fino a uscire all’aperto illuminato dalla luce del sole nella famosa allegoria platonica. Quando poi le giunture delle lastre d’acciaio arroventate dalle radiazioni solari si raffreddano, tutta la Piramide comincia a risuonare e a vibrare come un enorme strumento musicale che emette sonorità e vibrazioni definite “cosmiche” da Antonio Presti. Questa Piramide, dunque, rappresenta ben più di un monumentale solido geometrico posato sulla cima di una collinetta prospiciente il mare: secondo il lungimirante fondatore della Fiumara d’Arte sorta sul territorio attraversato dal fiume Tusa, insieme alle altre opere a cielo aperto tra astrattismo geometrico e Land Art di artisti come Pietro Consagra, Tano Festa e Piero Dorazio, si propone l’obiettivo di consegnare “alle nuove generazioni l’opportunità di riunirsi ogni anno, in quei giorni d’estate, per celebrare ogni volta il trionfo della luce sulle tenebre”. Cioè, fuor di metafora, della vita sulla morte.

FULVIO SGUERSO  

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