Lettura di un’immagine: Ophelia

LETTURA DI UN’IMMAGINE 70
Ophelia
Olio su tela (1851 – 1852) di John Everett Millais
Tate Gallery – Londra

LETTURA DI UN’IMMAGINE 70
Ophelia
Olio su tela (1851 – 1852) di John Everett Millais
Tate Gallery – Londra

 La tela ha I due angoli superiori tagliati e si sviluppa orizzontalmente perché era destinata a ornare un baldacchino imperiale. Il tema di questo dipinto di John Everett Millais (Southampton, 1829 – Londra, 1896), cofondatore della confraternita artistica dei Preraffaelliti, è il suicidio per annegamento di Ofelia, l’infelice innamorata di Amleto, assurta a simbolo delle fanciulle innocenti suicidatesi per amore negato.

L’opera è oggi considerata il capolavoro del pittore inglese. Ofelia è impazzita per la morte violenta del padre, Polonio. e della follia simulata del principe Amleto, e vaga sulla riva di un torrente cogliendo e distribuendo fiori, ma, a un certo punto, cade nell’acqua e si lascia andare nella “vitrea corrente”. Il suo corpo galleggia per breve tempo a fior d’acqua; la fanciulla è ancora viva, ha le braccia e le mani aperte, lo sguardo è perso nel vuoto, la bocca è semiaperta e mormora una canzone, intorno a lei galleggiano i fiori di specie diverse che aveva raccolto, il suo corpo disteso come su un letto equoreo è circondato da piante palustri e dalla lussureggiante vegetazione che cresce selvaggia sulla riva; ma ben presto il vestito appesantito dall’acqua la trascina sul fondo fangoso del torrente.

Tutto quello che appare in questo dipinto è insieme realistico e simbolico: le piante, i fiori, i piccoli animali, la figura stessa di Ofelia così serena in quegli ultimi istanti di vita; insomma tutti i vari elementi che compongono quest’opera studiata con scrupolo naturalistico fin nei minimi particolari, oltre ad apparire per quello che sono nella forma precisa in cui sono dipinti, alludono a stati d’animo e a sentimenti rappresentati dai colori dei fiori, dalla lunga veste chiara e fatale della giovane suicida, dalle sue mani aperte, dal suo volto pallido e sognante dal quale non traspare nessun rimpianto e nessun timore della morte. E’ uno dei rari casi in cui l’estrema follia coincide con l’estrema saggezza. Un attimo prima di essere inghiottita dall’acqua.

  FULVIO SGUERSO

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