Lettura di un’immagine: Natività con i santi…

LETTURA DI UN’IMMAGINE 106
 Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi
Olio su tela (1600) di Caravaggio (Michelangelo Merisi) Trafugato dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 e mai ritrovato.

LETTURA DI UN’IMMAGINE 106
Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi
Olio su tela (1600) di Caravaggio (Michelangelo Merisi) Trafugato dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 e mai ritrovato.

 

Michelangelo Merisi  (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) detto Caravaggio dal paese natale dei genitori, al di là della leggenda romantica del pittore maledetto, rappresenta indubbiamente una svolta decisiva nella storia dell’arte. Come osserva Giulio Carlo Argan, la pittura del Caravaggio è antiaccademica, rifiuta gli schemi e le regole convenzionali, il suo realismo non consiste nel riprodurre gli oggetti della natura sic et simpliciter ma nel coglierne la relazione drammatica con l’ambiente e il corpo dei personaggi “veri” (cioè presi, come si direbbe oggi, dalla strada o dalla vita). Il suo realismo è, per così dire, impregnato di religiosità e di pietà per le creature più povere e sofferenti che affollavano le città italiane  in quell’epoca di miseria e di epidemie. L’incombere della morte è un tratto tipico della rappresentazione caravaggesca dei soggetti sacri e profani; l’ossessione della fine, della tomba, del castigo divino alimentava la sua religiosità intonata alla temperie controriformista e cattolica e alle opere di San Filippo Neri, Sant’Ignazio di Loyola, San Carlo Borromeo. La Natività palermitana è un esempio della “rivoluzione” caravaggesca: le figure emergono dal fondo buio della tela, la luce radente mette in rilievo i personaggi più profani che sacri: si osservi il volto di Maria, non è quello di una giovane madre come tante preoccupata della salute del bambinello adagiato a terra su un misero panno sopra un giaciglio di paglia? I vari personaggi del mistero sacro sono disposti senza un ordine preciso intorno al piccolo Gesù appena nato: vediamo San Giuseppe di spalle, avvolto per metà in un mantello verde, con un caschetto di capelli bianchi, rivolto verso un pastore vicino a San Francesco d’Assisi, mentre il personaggio a sinistra di chi guarda il quadro, in piedi con la testa piegata verso il fantolino è San Lorenzo. Di Maria intenta a guardare il Bambino con espressione triste e apprensiva si è detto; il Bambino, da parte sua, brilla di luce propria e non guarda come avviene di solito verso lo spettatore ma verso l’angelo di Dio planante, altro personaggio che esce, o meglio, scende dal buio sfondo, recando un cartiglio con la scritta “Gloria in eccelsis Deo”. Sopra il bambinello e vicino a Maria si profila la testa pensosa del bue, mentre quella dell’asino rimane seminascosta. Tutta la scena è come cesellata dalla luce, il cui significato è insieme realistico e simbolico. 

  FULVIO SGUERSO 

 

 

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