Lettura di un’immagine: La visitazione

LETTURA DI UN’IMMAGINE 13
La Visitazione – Terracotta invetriata (1445)
Luca della Robbia Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas – Pistoia

LETTURA DI UN’ IMMAGINE 13
La Visitazione  – Terracotta invetriata (1445)
Luca della Robbia – Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas – Pistoia

 Luca della Robbia (Firenze, 1400 circa – Firenze, 1482), scultore, ceramista e orafo,  ha avuto la fortuna di nascere e vivere a Firenze nel tempo in cui vi operavano geni come Lorenzo Ghiberti, Donatello, Brunelleschi, Nanni di Banco, Verrocchio, Masaccio… Fortuna, sì, ma anche una vocazione e un talento prodigioso che gli permisero di apprendere prima  dal Ghiberti, poi  da Donatello e da Nanni di Banco le raffinatezze tecniche dell’arte, come ben dimostra il suo primo capolavoro: la Cantoria per il Duomo, i cui rilievi interpretano  il Salmo 150 (Alleluja! Lodate Dio nel suo santuario…), alla quale si dedicò per sette anni, dal 1431 al 1438, nello stesso tempo in cui Donatello lavorava a un’opera analoga, sempre per il Duomo di Firenze.  

A differenza di Donatello, tuttavia, che scatena i suoi putti in una specie di danza dionisiaca, i putti cantori di Luca formano graziosi piccoli cori apollinei che ispirano un’armonia paradisiaca. Ma non è di quest’ opera che intendo oggi parlare, bensì del gruppo statuario in terracotta invetriata LaVisitazione , scolpito da Luca per la Confraternita di Santa Elisabetta sul finire del 1445. La scena rappresentata è quella descritta nel Vangelo di Luca (1, 39 – 45): Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, si reca in visita dalla sua anziana cugina Elisabetta, miracolosamente incinta del futuro Giovanni Battista: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo, ed esclamò a gran voce: ‘Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo. A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.

Lo scultore è riuscito a trasmettere l’intensità e la profondità umana e divina di questo incontro, concentrando l’attenzione sugli sguardi e sulle braccia che uniscono queste due figure a grandezza naturale,  poggianti su basi separate, su cui ricadono fluide le loro vesti bianche e lucenti: una, giovane, dal volto di fanciulla immacolata che si protende con affetto verso l’anziana cugina; l’altra, con il volto segnato dagli anni, inginocchiata   davanti alla “madre del suo Signore”. Il “miracolo” tecnico di Luca fu la difficile cottura di quelle due grandi statue in terracotta e l’aver perfezionato l’arte della invetriatura portandola a livelli insuperabili.

Ha scritto di lui il Vasari: “Per che, considerando che la terra si lavorava agevolmente con poca fatica, e che mancava solo trovare un modo mediante il quale l’opere che in quella si facevano si potessono lungo tempo conservare, andò tanto ghiribizzando che trovò modo da diffenderle  dall’ingiurie del tempo; per che, dopo aver molte cose esperimentato, trovò che il dar loro una coperta d’invetriato addosso, fatto con stagno, terra ghetta, antimonio et altri minerali e misture, cotte al fuoco d’una fornace a posta, faceva benissimo questo effetto e faceva l’opere di terra quasi eterne”. Quasi. Infatti La Visitazione è stata riportata all’originario splendore da un recente restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. 

   FULVIO SGUERSO 

 

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