Lettura di un’immagine: La verità fuori dal pozzo
LETTURA DI UN’IMMAGINE 125
La Verità fuori dal pozzo
Olio si tela (1896) di Jean-Lèon Gerome
Musée Anne de Beaujeu – Moulins
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LETTURA DI UN’IMMAGINE 125
La Verità fuori dal pozzo
Olio si tela (1896) di Jean-Lèon Gerome
Musée Anne de Beaujeu – Moulins
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In un vecchio cortile chiuso da alti muri succede che una giovane donna nuda e scarmigliata esca urlando da un grande pozzo in pietra dove era stata gettata dalla Menzogna. Ha una specie di frustino in mano. In questa figura nuda di donna che fissa con rabbia lo spettatore, Jean- Léon Gerome (Versoul, 1824 – Parigi, 1904) rappresenta la Verità che esce dal fondo oscuro di in pozzo che metaforicamente allude all’anima o a quello che di lì a qualche anno il dottor Siegmund Freud chiamerà inconscio. E’ armata di frusta per colpirci e scuoterci, è nuda perché non ha bisogno di nascondersi. La bocca è aperta in un urlo che ci insegue ovunque, perché non è possibile sfuggire alla Verità. La tonalità dominante del cortile è il grigio delle pietre, inframezzato dal nero delle ombre, dal verde cupo delle piante che fanno da sfondo alla scena e dal nero dei capelli e della bocca aperta della Verità; su quello sfondo scuro risalta il pallore del giovane corpo della donna irata, la quale, nel porre la gamba sinistra fuori dal pozzo, sembra che ci ammonisca ricordandoci che è inutile cercare di fuggire da lei, prima o poi ci raggiungerà, e allora dovremo per forza fermarci ed ascoltarla. E sarà il momento in cui ci pentiremo di averla gettata viva nel pozzo, nell’illusione di chiuderle la bocca per sempre. Eppure, quel po’ di luce azzurra che filtra dell’alto del muro petroso di sfondo, ci dice che se ci fermassimo per ascoltare quello che ha da dirci, forse deporrà la frusta e ci consolerà.
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