LETTURA DI UN’IMMAGINE: Il ritorno di Ulisse Olio su tela (1968) di Giorgio de Chirico
Il ritorno di Ulisse
Olio su tela (1968)Di Giorgio de Chirico
La fondazione Giorgio e Isa de Chirico – Roma
La percezione immediata di chi guarda questa tela di Giorgio de Chirico (Volo, 1888 – Roma, 1978) è quella di stare guardando dentro un sogno, quello di un artista ottantenne che sogna alla fine del suo viaggio umano e artistico di tornare, come Ulisse, alla sua Itaca, che per lui è un salotto “metafisico” in stile anni Venti nel quale l’eroe greco (in cui l’artista, nato in Grecia, si identifica) naviga su un tappeto immaginato come un mare interno alla stanza o, invertendo l’ordine dei simboli onirici, su un mare interno alla stanza immaginato come un tappeto, dal quale il navigatore solitario non approderà, par di capire, a nessuna riva ma continuerà a girare intorno in un viaggio senza fine. Appare evidente che, in questo sogno, l’interno è anche esterno e l’esterno è anche interno allo spazio di quella stanza, che è anche immaginata come un piccolo museo, o , se preferite, una specie di amarcord delle principali fasi della pittura del maestro: l’armadio scuro imponente contro la parete che sta di fronte a chi guarda in quella specie di scatola magica, la sedia e la poltrona richiamano la serie dei Mobili nella valle ; il quadro sulla parete di sinistra (sempre per chi guarda) è una citazione della serie su Le piazze d’Italia ; dalla finestra aperta sulla parete di destra scorgiamo un paesaggio classico archeologico che ci riporta all’antica Grecia. Particolare leggermente inquietante è l’uscio semiaperto (da chi?) sullo sfondo, che lascia intravedere il buio che sta al di là della parete. Che cosa significa quel buio? Forse l’aldilà misterioso della vita? A questo è destinato a ritornare, dal buio dal quale è uscito, l’Ulisse di de Chirico?