Lettura di un’immagine: Busto di giovane donna

LETTURA DI UN’IMMAGINE 14

Busto di giovane donna – Matita su carta (1800 – 1810)

di Andrea Appiani – Museo Poldi Pezzoli – Milano

LETTURA DI UN’ IMMAGINE 14

Busto di giovane donna – Matita su carta (1800 – 1810)

di Andrea Appiani – Museo Poldi Pezzoli – Milano

 Andrea Appiani (Milano 1754 – 1817), pittore cesareo se mai ce ne furono, lì autore dell’ Apoteosi di Napoleone (1808), dove l’Imperatore è raffigurato come Giove in trono nell’ Olimpo (vengono in mente i versi manzoniani “Lui folgorante in solio / vide il mio genio e tacque…), dei trentacinque episodi delle sue gesta, a monocromo, per la Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano (pressoché completamente distrutti dai bombardamenti del 1943) – nonché dei ritratti di artisti e poeti suoi contemporanei come Antonio Canova, Ugo Foscolo, Vincenzo Monti e di altri personaggi e dame illustri della Milano napoleonica, neoclassica e romantica – ha dato il meglio di sé, a mio modesto parere, nei suoi cartoni preparatori delle opere maggiori e nei suoi disegni a matita su carta.

Prendiamo, ad esempio, questo ritratto a matita di datazione incerta dedicato “All’amico Ronchetti”, che era “il celebre calzolaio Ronchetti, che ai migliori artisti faceva stivali e scarpe, prendendo in cambio bozzetti, quadri, statuette, modellini ecc. “(Massimo d’Azeglio), intitolato Busto di giovane donna.

 

Si tratta di una di quelle rare opere d’arte che più le guardiamo più esse ci guardano; per la verità, l’artista neoclassico delinea solo la spalla destra e il profilo della parte alta del busto nudo della giovane donna, concentrando tutta la sua attenzione sul morbido collo, sull’ ovale perfetto della testa leggermente inclinata verso la sinistra del riguardante, sui capelli riccioluti che ricadono a sfiorare appena la spalla coprendo in parte il lobo del piccolo orecchio, sul mento raffaellesco, sul naso greco, sulle labbra e le guance le cui lievi ombreggiature leonardesche accennano a un sorriso che la profondità dello sguardo pensoso della fanciulla rendono ironico e triste a un tempo.

 

E’ come se quegli occhi ci scrutassero fin dentro l’anima e ci obbligassero a un severo esame di coscienza. A tanto può giungere una semplice matita in mano a un grande artista.

   FULVIO SGUERSO 

 

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