LETTURA DI UN’IMMAGINE: Accusa segreta Olio si tela (1847-1848) di Francesco Hayez
Questo dipinto fa parte del Trittico della Vendetta , opera di Francesco Hayez (Venezia, 1791 . Milanp, 1882) il maggior interprete del romanticismo figurativo italiano, autore del celebre Il bacio (1859) citato da Luchino Visconti in una scena del film Senso, et pour cause, dato che anche questo Trittico rappresenta una drammatica vicende di amore tradito, di vendetta e di morte.
Nella prima tela la protagonista, una nobildonna dell’alta società, viene consigliata da un’amica di vendicarsi tramite la delazione anonima circa le intenzioni eversive dell’amante fedifrago; nella seconda tela, quella intitolata l’ Accusa segreta la protagonista, affranta, ha in mano la lettera con la denuncia da imbucare nella bocca del leone di marmo adibita a raccogliere, appunto, le accuse segrete contro la Serenissima; nella terza vediamo la protagonista pentita del suo gesto che tenta invano di recuperare la lettera ormai in mano al doge.
Nell’Accusa segreta la protagonista è sola tra gli archi del loggiato del Palazzo Ducale con vista sulla laguna, dove scorgiamo la Punta della Dogane e la chiesa della Salute ovattate in una nebbia sottile e alcune immancabili gondolette. La nobildonna è stravolta e tormentato dal dubbio se imbucare o meno la lettera che stringe nella mano destra; il pittore ce la raffigura come in un fermo immagine leggermente inclinata in avanti verso di noi che la stiamo guardando turbati dal dramma che sta vivendo. Pur ammirandola nella sua veste sontuosa di raso smeraldino e con il bianco delle maniche a sbuffo e l’incarnato reso visibile dall’ampia scollatura, un velo nero ricamato le copre i capelli, non il bel volto rigato dalle lacrime. L’illuminazione è tenue come gli effetti cromatici e le ombre sfumate, quasi volessero accarezzare il volto dolente dell’ amante infelice. Anche di questo si ricorderà Luchino Visconti nel curare l’abbigliamento della contessa Serpieri (Alida Valli) nel suo mirabile film.
Quando vedo dei grandi artisti come questo mi sento piccolo piccolo. Oltre alla magnificenza della dama e del suo vestiario, ammiro la capacità di dipingere un velo nero così trasparente eppure così presente. Un po’ come in un tuo precedente articolo su un busto di donna in marmo bianco ricoperto da un velo che però lasciava scorgere nitidamente le fattezze del viso dietro di esso. Era di un artista italiano ottocentesco di cui non ricordo il nome. Nel cercarlo ho trovato in rete l’annuncio dell’ultimo pezzo, rigorosamente in marmo, di una donna velata e sto pensando di acquistarlo. Qui non accetta immagini. te la mando via email