Lettura di un’immagine:Beata Beatrix 1872

LETTURA DI UN’IMMAGINE 23 

Beata Beatrix 1872

Olio su tela di Dante Gabriele Rossetti Tate Britain – Londra

LETTURA DI UN’IMMAGINE 23
 
Beata Beatrix 1872
Olio su tela di Dante Gabriele Rossetti Tate Britain – Londra

In questo dipinto l’immagine ideale di Beatrice Portinari, la fanciulla amata dal giovane Dante e precocemente scomparsa a soli ventiquattro anni, si confonde con la figura reale di Elizabeth “Lizzie” Siddal, l’amatissima moglie di Dante Gabriele Rossetti (Londra, 1828 – Birchinton-on Sea, 1882) anch’essa morta precocemente, ma a causa di una dose eccessiva di laudano, da cui era divenuta dipendente a causa delle forti nevralgie che non le davano tregua.

Nel quadro Beatrice-Elizabeth ha una folta e lunga capigliatura rossa, tiene le mani aperte per ricevere un papavero bianco dell’oppio che le porta una colomba aureolata ma, diversamente dalle altre colombe simbolo dello Spirito Santo, non è bianca ma rossa in quanto portatrice non di vita ma di morte.

La giovane donna è appoggiata al balcone, con le palpebre socchiuse come le labbra, il volto e il corpo sono quelli di una donna in estasi mistica.

Sullo sfondo compaiono due figure. Di nuovo Beatrice che, essendo in paradiso, ha l’aureola dei beati, e   lo stesso Dante che guarda la sua amata. Alle spalle di Beatrice scorgiamo una meridiana su un muricciolo di pietre levigate che segna il numero nove, cifra simbolica quant’altre mai, essendo multiplo ditre, il numero sacro della Trinità. In fondo si apre uno scorcio di paesaggio illuminato in cui intravediamo il Ponte Vecchio.

In questo quadro preraffaelita tutto è simbolico, dai colori, alle figure ai numeri, e tutto è intonato al sogno di Beatrice che allude alla sua morte e a quella di Elizabeth stroncata da una overdose di oppio nell’Inghilterra vittoriana. 

        FULVIO SGUERSO 

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