Lettura di un’ immagine
LETTURA DI UN’ IMMAGINE
Il Monumento al Partigiano di Giacomo Manzù (1977)
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LETTURA DI UN’ IMMAGINE Il Monumento al Partigiano di Giacomo Manzù (1977)
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La scultura, realizzata in bronzo statuario con tonalità dorate, è collocata in una piazza al centro di Bergamo Bassa. Il complesso monumentale è composto da un grande parallelepipedo rettangolo verticale, sul cui recto è rappresentato un giovane partigiano ucciso, seminudo, appeso a testa in giù; accanto a lui vediamo una giovane donna, in piedi, di profilo, avvolta in un’ampia e lunga veste, che tende un braccio verso il ragazzo morto. Questa immagine di morte violenta proviene da un’esperienza vissuta dall’artista, che ricorda di aver visto un partigiano “nudo, aveva solo una maglietta, una povera maglietta consunta. Era bianchissimo contro il muro rosso. Ma soprattutto impressionanti erano le braccia, tese a implorare la terra di accoglierlo, nudo com’era”. Sul verso è incisa questa epigrafe firmata dallo stesso Manzù: “Partigiano ti ho visto appeso immobile. Solo i capelli si muovevano leggermente sulla tua fronte. Era l’aria della sera che sottilmente strisciava nel silenzio e ti accarezzava come avrei voluto fare io”. Queste parole si intonano mirabilmente con la delicatezza con cui l’artista ha scolpito le due figure: il corpo del partigiano morto è modellato con una tenerezza che ricorda il giovane S. Giorgio di Donatello; e così la figura femminile rimane come eternamente sospesa in quel gesto pietoso e disperato che non potrà mai raggiungere l’amato ucciso, agnello sacrificato per la nostra libertà, accarezzato dall’artista come l’aria della sera accarezzava il suo corpo morto.
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