Lettera aperta a Giuseppe Grillo

Lettera aperta a Giuseppe Grillo.

Lettera aperta a Giuseppe Grillo.

 Caro Giuseppe, ti chiamo col tuo nome perché è quello di mio padre, noi non ci conosciamo. Non ci siamo mai visti, eppure abbiamo tanto in comune. Tu, insieme al compianto Gianroberto Casaleggio, hai fondato il MoVimento 5 Stelle ed io per  prima lo ho portato a Casarza Ligure fondando il primo Meetup, anche se la cosa destò tanto male al pancino e in tanti preferirebbero bere cicuta affinché nessuno lo ricordasse.


Chiariamo, questi soggetti probabilmente non sanno chi sia stato Socrate, ma a me è sempre caro chi lascia un segno senza avere scritto un rigo. Sai invece  a me Socrate piace moltissimo: anche io ho fatto tante domande, il più delle volte senza ricevere risposta. Credo di averne fatte tante anche da portavoce consigliere comunale: credo 48 interrogazioni, 25 mozioni, un’interpellanza, una pubblica petizione… in 24 mesi, poi mi hanno mandato a casa. A me la cicuta la hanno somministrata a piccole dosi, attraverso chat presunte segrete, alla fine mi hanno politicamente ucciso parlandomi di “compromessi”, “ricerca di consenso”, “discrezione”, “voti”. In pratica ho lasciato il mio Meetup, e chissà, forse dopo questo scritto mi farai cacciare anche dal MoVimento. Io spero di no, perché ci ho creduto e ci credo tanto, ma io non ho mai avuto bisogno di appartenenza. Anche io come te porto i miei capelli bianchi col sorriso, la differenza è che nessuno si sognerebbe di prenderti in giro per questo mentre io, con disprezzo, vengo chiamata Maga Magò. Tu hai avuto tanti dissidenti e tanti lacchè, ti parrà strano ma…. anche io, amici veri pochi. Tu hai avuto Gianroberto, ed io Elena, se ne sono andati via ad un mese di distanza lo scorso anno.

Tu hai avuto un gran coraggio, io meno, ma so cosa vuol dire essere creduti “visionari”. Tu hai una visione che qualcuno definirebbe folle, ma questa la ho anche io. Tu sei contro la caccia, io al quadrato. In una cosa ti supero: io ho ricevuto due lettere da te, le due certificazioni ad usare il tuo simbolo, mentre tu ricevi per la prima volta un mio scritto. Sai perché ti scrivo? Perché ti voglio bene. Mi dispiace vedere che la natura umana si rivela sempre uguale a se stessa. Complotti, sotterfugi, lotte di potere. Roba da cavernicoli, per le menti aperte… vero, ma tanto attuali.


Cosa voglio determinare con questo scritto? Solo una tua riflessione. Quando un comune cittadino inizia ad interessarsi di politica, e lo fa perché, finalmente qualcuno gli dice che può, che non è diverso dai potenti, dai politicanti, lo fa perché è giunta l’ora di combattere per ciò in cui si crede, qualcosa vorrà pur dire. Si Giuseppe, vuol dire che quel cittadino si è fidato di te. Se non mi fidassi più non starei a scriverti. Ricordati sempre perché lo hai fatto. Io sono quel comune cittadino. Sono stata Portavoce, mi hanno deriso, umiliato, minacciato, offeso in mille modi.

Eppure sono ancora qui a dirti di non cedere, proprio tu, alle sirene. Sai, noi non abbiamo una foto insieme, se ti incontrassi probabilmente scapperei perché sono schiva. Brava, mi si dice, a scrivere ma poco a parlare. Brava lo sono a portare esempio. Infatti ti scrivo alla luce del sole pregandoti di vigilare ancora di più perché i proci sono entrati da tempo nella tua casa e aspettano solo che tu ti arrenda. Non farlo. Chi sogna non muore mai, nemmeno in politica.

g.

Giovanna Rezzoagli Ganci

 

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