Lettera all’amico Giannici

LETTERA ALL’AMICO GIANNICI

LETTERA ALL’AMICO GIANNICI

 Caro Gianni, scusami se ti mando solo ora questo messaggio nella diversa dimensione spaziotemporale ed esistenziale in cui ti trovi, anche se, là dove te ne sei andato, il tempo non si misura più con l’orologio e con il calendario, anzi, il tempo come lo conosciamo quaggiù, là dove te ne sei andato, è svanito come per incanto e il prima e il dopo non hanno più senso, il passato essendo passato completamente e il futuro essendo divenuto anch’esso passato; quindi non ha senso scusarsi per il ritardo (dovuto a motivi di salute: quando te ne sei andato ero anch’io ricoverato al San paolo) non per niente si parla della morte come di un “trapasso” da una dimensione a un ‘altra della vita, per chi crede alla sopravvivenza dell’anima, e dall’essere, o meglio, dall’esserci al non esserci più, per chi non crede  alla sopravvivenza di quella che i Greci chiamavano psyché  


Tu eri credente, anche se non praticante, eri devoto alla Madonna, alla Mater Misericordiae del Santuario di Savona e non facevi mistero di preferire Papa Ratzinger a Papa Bergoglio; le tue simpatie politiche erano motivo di discussione, via Facebook, tra noi, ma la diversità di vedute non ha mai superato il limite della stima reciproca e del linguaggio civile, e finivano sempre con un sincero abbraccio in nome della nostra amicizia rimasta intatta fin dai gloriosi anni Sessanta della vita artistica albissolese. D’altronde le nostre divergenze ideologiche non hanno mai fatto velo alla mia ammirazione per il tuo talento di artista poliedrico e originale: tutte le tue opere pittoriche e ceramiche potrebbero essere intitolate Piccolo concerto tra cielo e terra dal momento che la loro cifra stilistica prevalente è la “leggerezza” nel senso che a questo termine ha dato Italo Calvino nelle sue Lezioni americane ; il tuo percorso artistico si è sempre svolto mantenendosi in un mirabile equilibrio tra astrazione e figurazione, Pop Art ed Espressionismo, Nouveau Réalisme e Art brut, ma soprattutto sempre libero da condizionamenti esterni e da finalità extra artistiche.


Tu sei rimasto un artista puro per tutta la vita come il nostro comune amico che se n’è andato undici anni fa, pur nella sua diversità di poetica e di stile, il grande ma poco fortunato pittore  Daniel Bec. Caro Gianni, se ti capita di incontrarlo nel Regno di Persefone dove ora anche tu vaghi libero dal pesante fardello del corpo corruttibile, portagli i miei saluti e digli che non l’ho dimenticato, come non dimenticherò mai la nostra amica Irene Dominguez e il nostro amico fraterno Ansgar Elde, così non dimenticherò mai la tua voce baritonale e le tue movenze spigolose come il tuo carattere non facile ma generoso, né la sostanziale nobiltà della tua anima. Ciao Gianni, amico mio; mi hai chiesto diverse volte di incontrarci ma per vari motivi, anche di salute, non ci siamo poi incontrati se non sulle pagine di Facebook. Ho ormai raggiunto un’età a rischio e sento tutto il peso dei miei settantasette anni. Non passerà molto tempo terrestre prima della mia traversata dell’Acheronte, quindi posso fissare già l’ appuntamento per il nostro incontro nell’aldilà, nella certezza che a quello, sia quando che sia, non potrò mancare. Un abbraccio fraterno dal tuo amico Furio.


 FULVIO SGUERSO

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