L’eterno immaturo

Matteo Renzi, l’ex premier che non smette di far parlare di sé, torna alla ribalta con una serie di disavventure che confermano la sua immaturità perenne. Tra feste fastose, gaffe politiche e un’incontrollabile voglia di protagonismo, il leader di Italia Viva sembra incapace di uscire dal ruolo del giocoliere verbale, sempre pronto a lanciare frecciate ma spesso impreparato a gestire le conseguenze delle sue parole.

Cinquant’anni di ferro e fuoco
Il 50esimo compleanno di Renzi, celebrato con una festa fastosa al teatro Cartiere Carrara di Firenze, è stato l’emblema della sua doppia natura: da un lato il politico che sogna un ritorno al centro della scena, dall’altro l’eterno ragazzino che danza sulle note di Forever Young. Tra regali kitsch come l’affettatrice rossa Berkel e cene stellate in un prestigioso hotel, Renzi ha dimostrato di saper organizzare un party, ma non di avere una visione politica credibile.
La festa ha visto la partecipazione di migliaia di persone tra iscritti al partito, simpatizzanti e amici. Renzi, in abiti casual, ha tenuto un discorso a braccio, passando da riferimenti storici a battute sarcastiche, senza mai approfondire una linea politica chiara. Durante i festeggiamenti, ha anche lanciato frecciate contro la premier Giorgia Meloni, definendola incapace di unire il Paese e riducendo la sua azione politica alla realizzazione di un “canile in Albania”.

Finita la festa, gabbatu lu santu
Dopo i festeggiamenti, però, la realtà ha bussato alla porta. Una norma ad personam, che gli ha tagliato una consulenza saudita, è stata definita da Renzi uno “scherzetto” di Meloni. Invece di affrontare la questione con serietà, Renzi ha preferito lanciare battute sarcastiche, dimostrando ancora una volta di preferire la passerella alla sostanza.
Intanto, il suo partito, Italia Viva, è in caduta libera nei sondaggi. Recenti rilevazioni lo collocano sotto la soglia di sbarramento, un dato che riflette la crescente marginalità politica del suo leader. Mentre altri partiti, come Fratelli d’Italia e il Partito Democratico, consolidano le loro posizioni, Renzi sembra sempre più relegato a un ruolo di comparsa.

Talkshow: passerella burlesca
La partecipazione di Renzi a un noto programma televisivo è stata l’ennesima prova della sua abilità nel trasformare ogni occasione in uno spettacolo. Durante la trasmissione, il conduttore gli ha regalato un casco di banane, in riferimento a una sua precedente dichiarazione sulla “Repubblica delle banane”. La gag ha fatto ridere, ma ha anche sollevato domande sulla serietà di un politico che sembra più interessato ai talk show che alla politica reale.

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In quella stessa occasione, Renzi ha attaccato Giorgia Meloni, definendola una “banderuola” e criticando la sua presunta incapacità di prendere posizioni chiare in politica estera. Tuttavia, queste critiche sembrano nascondere un pizzico di invidia. Mentre Meloni guida il governo e ottiene consensi, Renzi è costretto a rincorrere l’attenzione con battute e provocazioni.

Critiche a Meloni: quanta invidia?
Recentemente, Renzi ha rincarato la dose, definendo Meloni una “influencer inconsistente” e sostenendo che i veri interlocutori internazionali siano altri leader europei. Queste affermazioni, però, suonano come un tentativo di distogliere l’attenzione dai propri fallimenti. Mentre Meloni vola nei sondaggi, Renzi è sempre più ai margini del gioco politico, incapace di costruire alleanze solide o di proporre un programma convincente.

Campania e voltagabbana
La situazione in Campania è l’ultimo esempio della sua incoerenza. Dopo aver promesso sostegno a Enzo De Luca, Renzi ha iniziato a gettare ponti verso un centrosinistra allargato, dimostrando ancora una volta di essere un maestro nel cambiare casacca a seconda delle convenienze del momento. In una recente newsletter, ha cercato di minimizzare le divisioni interne al centrosinistra, sostenendo che alcune polemiche siano fuori luogo.
Ma la domanda sorge spontanea: che fine ha fatto l’amico Enzo De Luca? Dopo averlo definito un “alfiere del riformismo”, Renzi ha lasciato il tavolo del centrosinistra in sospeso, in attesa di una decisione della Corte Costituzionale sulla norma che permetterebbe il terzo mandato di De Luca.

Immaturità perenne
Quella di Renzi è un’immaturità che non tramonta. A 50 anni, l’ex premier continua a comportarsi come un adolescente in cerca di attenzioni, incapace di assumersi le responsabilità che il ruolo di leader politico richiederebbe. Tra feste, talk show e polemiche sterili, Renzi sembra aver smarrito la strada, preferendo il palcoscenico alla politica.
In un’Italia che cerca risposte concrete alle sfide del presente, l’eterno immaturo Matteo Renzi rischia di diventare sempre più irrilevante, un personaggio da reality più che un protagonista della scena politica.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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