Les cahiers de doléances (ovvero: I quaderni delle lamentele “inascoltate”)

Il tracollo del centrodestra era prevedibile perché, come è sempre avvenuto, le sinistre, comunque le cose vadano, continuano a votare diligentemente, spesso perché “Mio padre e mio nonno votavano così” o perché legati attivamente o passivamente ai vari settori dell’assistenza, ormai unica vera economia di Savona. Al contrario, gli elettori di centrodestra sono più severi ed esigenti verso i propri rappresentanti e, nel nostro caso, v’è da dire che hanno avuto in buona parte ragione a rifiutarsi di dare il proprio voto.

Foscolo, Rixi, Bruzzone e Ripamonti

Il maggiore partito responsabile del tracollo di Savona è stato certamente la Lega, il cui segretario regionale Edoardo Rixi, malgrado i nostri  accorati appelli, verbali e scritti,  ha continuato a supportare una segreteria provinciale nata da un Congresso farlocco, non solo inadeguata ma completamente avulsa dalla realtà della città Capoluogo, occupatissima solo a piazzare i propri paesani e amici, pro domo sua, sulle classiche poltrone che la politica spesso offre, anche nelle varie istituzioni periferiche…  Pensare che Salvini quando venne a Savona nel 2017 disse che: “Il prossimo Sindaco di Savona sarà leghista”. Invece adesso si ritrova non solo un Sindaco del PD, ma addirittura la Lega savonese con 2 soli Consiglieri comunali anziché i 9 del 2017! Oltre al fatto che si ritrova l’intera provincia di Savona unica enclave rossa di tutta la Padania!
Dai risultati elettorali peraltro, si evince che il Partito della Lega è il secondo per voti lista (merito di Salvini) ma quinto per preferenze dei candidati locali, il che vuol dire che non vi erano candidati adeguati, per mero demerito dei dirigenti locali, che in verità hanno avuto anche una grossa difficoltà a reclutarli.

Matteo Salvini a Savona nel 2019

Il mio primo allarme già era squillato nella sede della Lega cittadina nel 2019, dopo i risultati delle elezioni comunali nei paesi della Provincia, quando in tutta la Riviera di Ponente vi era stato un flop generale, malgrado la Lega Nazionale, in quel periodo, fosse in avanzata costante in tutto il Paese; e io tale allarme lo avevo spiattellato in tale sede a chi, con grande superficialità e supponenza, pensava di trovarsi di fronte solamente a degli “utili idioti”.
La sonora sconfitta del centrodestra e le dimensioni con cui è avvenuta, è la dimostrazione che la vedevo lunga, e il mio successivo intervento nella seduta di Consiglio del 30 Maggio 2020 che approvava il bilancio 2019, che si può leggere integralmente qui sotto o ascoltare sul canale YouTube del Comune di Savona, non può che destare il sospetto che forse anche qualcosa di più spiacevolmente grave possa essere avvenuto (lascio giudicare al lettore!)

Grazie Presidente, saluti a tutti.
Sono uno dei primi leghisti di Savona, la mia prima tessera data 1992,  ho sempre dato il mio piccolo contributo, in verità piccolo,  in quanto la mia attività imprenditoriale mal si conciliava con un impegno politico attivo.
Ero leghista quando la Lega era al 1%, quando era arrivata in alto e quando è ridiscesa in basso e quando di nuovo in alto, ininterrottamente.
Ho accettato di candidarmi per le pressioni del Vice Sindaco, Arecco.  L’ho fatto con la speranza, che dopo tanti anni di mal governo, avrei potuto contribuire almeno ad una piccola svolta per rendere la mia città più simile  alle altre città litorali del Nord Mediterraneo, dove le amministrazioni avevano già da tempo attivato nuovi  modelli di relazione porto-città, creando occupazione alternative alla vecchia occupazione strettamente mercantile e nel contempo restituire  alla città la beltà della parte storica del porto.
Speravo cioè si avrebbe potuto  riprendere il  progetto  del compianto Sindaco Gervasio, che aveva iniziato un percorso analogo alle amministrazioni  di tutte le città  litorali di Francia e Spagna, dopo gli anni  grigi delle giunte rosse che avevano sempre considerato il porto un corpo estraneo alla città, malgrado la città fosse il gateway o ingresso del porto stesso.
Mi ero sbagliato, ho impiegato un po’ di tempo a rendermene conto anche se avrei dovuto accorgermene prima, quando il nostro partito, che aveva stravinto le elezioni e eletto 9 consiglieri, partoriva una Giunta nella quale i leghisti erano solo tre e quindi dovevano subire le decisioni politiche spesso contrarie ai nostri ideali,  oltre  a subire spesso gli ostruzionismi dell’apparato dirigenziale ereditato  dai predecessori.
Il risultato è stato che in 4 anni non abbiamo concluso niente; ci siamo barcamenati nella mediocrità con l’unico merito di aver iniziato un percorso  importante  di ripianamento dei debiti, lasciatici dai nostri predecessori, quasi come fosse stato un tacito disegno  stabilito da qualche burattinaio dietro le quinte,  per  farci rimettere le cose a posto, per  poi poter  ricominciare l’andazzo di prima con il ritorno di quelli di prima.
Noi consiglieri tutti ci siamo accodati alle direttive del Partito e cioè non si deve disturbare la Maggioranza, bisogna votare sempre per la Maggioranza, perché noi siamo la maggioranza e noi come i soldatini abbiamo sempre votato per la maggioranza, spesso con dei grossi mal di pancia ma puntualmente siamo stati leali.
Nel frattempo la Giunta gestiva la cosa pubblica,  più in sintonia con la Curia e con gli interessi  di certi cittadini e  non  con chi aveva contribuito a eleggere il Sindaco e la Giunta tutta.
>Faccio un esempio: il Comune copre spese per mostre e spettacoli  per 384.000 €  all’anno, ma NON trova i soldi per la sicurezza, tanto cara a chi ha votato la Lega e che a Teatro non ci va, magari perché non ha i soldi – alludo alle telecamere.
Mentre tutti i Paesi limitrofi igienizzano le strade, a Savona pare che soldi per igienizzare le strade non ci siano.
Io non ho pensato, dopo trent’anni di militanza nella Lega, di fare politica attiva per trarne vantaggi personali, ma come già  detto con la speranza di poter contribuire a portare qualcosa di concreto alla città, al contrario degli azzeccagarbugli che spaccano il capello in due per una pratica, come accaduto ancora nell’ultima  II° Commissione; gli stessi che negli anni passati non si accorgevano di ciò che accadeva in ATA o che il Comune si infognava con i derivati, tanto per fare un esempio. Io sono per le cose concrete per una mia deformazione professionale e mal digerisco i cavilli spesso autoreferenziali.
>Non sono d’accordo su alcune priorità di questo Bilancio, anche se capisco che l’Assessore Montaldo ha ereditato delle macerie e un debito colossale e deve fare l’equilibrista, per accontentare tutti e come ben si sa è più difficile togliere i diritti a chi li ha acquisiti che darne a chi non ne ha mai avuti.
Ho riflettuto molto in questi giorni se votare la fiducia o meno, alla luce di tutto ciò che ho ed abbiamo noi  tutti consiglieri della Lega  dovuto assistere, non da protagonisti ma da peones.
Credo che la Giunta non sia riuscita ad attuare quei cambiamenti che i cittadini, con il voto alla LEGA, avrebbero voluto, per cui il mio voto dovrebbe essere negativo.
(PAUSA, e sospiro).
Non lo sarà perché mi turerò il naso e voterò SI solo per non recare danni a quella povera gente che in questo triste momento attende un aiuto e la caduta della giunta li priverebbe  di quelle provvidenze che pur non essendo, a nostro parere sufficienti,  possono essere per loro  vitali.
E’ un ricatto morale che non posso che accettare supinamente.
Grazie per l’attenzione.

Bertolazzi, Dallaglio, Rossi del Gruppo Savona Capoluogo

Ci avevo messo tre anni a capire cosa stava succedendo, ma alla fine e con grande amarezza mi ero reso conto che al mio partito, gestito malamente da non savonesi, della nostra città non importava nulla! Inoltre, il fatto che la politica del centro destra – la cui forza preponderante era sempre la LEGA – non avesse cambiato di una virgola l’andazzo di prima,  lasciando peraltro che a dirigere i settori dell’amministrazione comunale fossero sempre i responsabili delle giunte precedenti, mi spingeva con dispiacere, una volta avvenute le elezioni regionali, per non danneggiare il Governatore Toti,  a lasciare il gruppo Consigliare della Lega e, assieme ad Alda Dallaglio e Giancarlo Bertolazzi, formare un nuovo gruppo col nome significativo “Savona Capoluogo”
D’altronde Savona ha sempre combattuto per la propria libertà, mentre Genova  ha sempre combattuto  per il predominio  sulla nostra città, fin dall’epoca delle guerre puniche.

Edoardo Rixi e Claudio Burlando

Per tornare ai nostri giorni, una volta c’era Claudio Burlando, oggi c’è Edoardo Rixi: entrambi, con la complicità dei loro ascari locali, non hanno cambiato i loro atteggiamenti di tipo coloniale, da genovesi arroganti, nel  considerare Savona la banlieue puzzolente di Genova, utile solo per carpirne i voti in tempo di elezioni.
Sarà compito dei savonesi fare sì che Savona, in futuro, non possa più essere considerata il serbatoio elettorale dei genovesi e  dei loro alleati rivieraschi, che hanno campato, ormai fin da troppo tempo, con in voti degli “utili idioti” di queste parti.
Noi, federalisti della prima ora e buoni conoscitori delle ipocrisie di certi personaggi, i quali si ricordano delle nostra città solo in tempo di elezioni, non mancheremo di farlo presente ai savonesi, specialmente prossimamente  in tempo di campagna elettorale per il Parlamento nazionale.

Silvio Rossi (libero Pensatore)

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