Lega Nord

Dal partito della legalità, di “mani pulite” e
 contro i massoni al berlusconismo dei “mangia mangia”
Quando tutti volevano iscriversi alla Lega Nord
Erano gli anni di Genta, Canavese, Cappelli, Accame, Avogadro, Melgrati
Cosa è cambiato in questi anni in provincia di Savona tra affarismo e scarso idealismo 

Dal partito della legalità, di “mani pulite”e contro i massoni al berlusconismo dei “mangia mangia”
Quando tutti volevano iscriversi alla Lega Nord
Erano gli anni di Genta, Canavese, Cappelli, Accame, Avogadro, Melgrati
Cosa è cambiato in questi anni in provincia di Savona tra affarismo e scarso idealismo 
 

Savona – Erano gli anni della Lega Nord, tutti volevano iscriversi…Accadeva soltanto tre anni fa. L’allora segretario provinciale Andrea Bronda (finito quasi in disgrazia, sfumato l’assessorato in provincia, sostituito nel partito da Paolo Ripamonti) poteva dichiarare ad Ermanno Branca de la redazione di Savona-La Stampa (vedi… a fondo pagina): “…sono assediato dalle domande di iscrizione, dopo l’exploit elettorale del 14 aprile…molti in questi giorni rivivono la stagione del 1992-’94 che portò al primo governo Berlusconi e a Savona la prima giunta di centro destra con il sindaco Francesco Gervasio…”. Da molti considerato “gran signore e galantuomo”.

Ma chi non ricorda la Lega dura e dura che anche in questa provincia era la bandiera di chi urlava a democristiani e socialisti : “Fuori i ladri, siamo il partito della pulizia e della legalità, contro i massoni, contro Roma ladrona, no al Vaticano affarista, contro lo sgretolamento dell’etica e della morale pubblica, contro gli sperperi ed i privilegi dei professionisti della politica, della casta”.

Oggi, la stessa Lega Nord, alleata con la giunta ed una maggioranza di centro destra in provincia che “più massoni non si può” (e non ci stanchiamo di ribadire che siamo contro la massoneria trasversale ed affaristica, da società di mutuo soccorso e non l’ideologia e la fede massonica), con la seconda città della Provincia (Albenga), di fatto, in mano alle logge, con affiliati coniugi, in famiglia, o di padre in figlio. E poco distante un panorama analogo in quel di Alassio.

Una “Lega” che raccoglie consenso soprattutto dove un tempo la sinistra “faceva il pieno di voti”, basti pensare al fenomeno Albenga, Borghetto, Ceriale (da una parte la sinistra di Viveri, da padre in figlio, dall’altra i pensionati, nei due centri minori) e nell’entroterra al plebiscito Dc è subentrato il plebiscito pro Lega.

Si può anche citare Varazze, già regno del “comunista” Riccardo Busso.

Quella Lega che oggi è riuscita a cambiare pelle e “(in)coerenza”, stretta al cordone ombelicale del “bancomat Berlusconi”. Imperterrita di fronte a situazioni ormai disperate, paradossali, di cui si parla e si “ride” in tutto il mondo.

Peccato che le nostre tivù e soprattutto di “patron Berlusca”, ci privino, con rarissime eccezioni, di cosa raccontano dell’italietta 2011 la stragrande maggioranza delle emittenti del pianeta. Sia di destra, sia di sinistra, mussulmane o induiste, conservatrici o democratiche. Più scredito di cosi non si può! Non si era mai arrivati a tanto nella storia democratica del Bel Paese. Altro che fiere in Germania alla ricerche di “clienti”!

Genta
Canavese
Cappelli
Accame
Avogadro
Melgrati

Eppure avete letto qualche “distinguo”, dissociazione dai nostri leghisti e leghiste? Da chi riveste ruoli pubblici e responsabilità politiche? E non parliamo solo di questa provincia, dell’imperiese…. A volte si dice: “se uscissero dalla tomba…”; spontaneo chiederci dove siano finiti quei leghisti che affollavano i comizi di Bossi, nei suoi focosi viaggi elettorali in questa provincia. Ad Alassio, Albenga, Pietra Ligure, Savona.

Quando arringava ed appassionava le sue truppe (neppure “camellate”, ma spontanee, convinte, fiduciose) “… affinché questa Italia sia ripulita dai ladri, dalla corruzione, dai parassiti che si annidano nei comuni, nelle province, nelle Regione, negli enti statali, nelle società partecipate e mangiano, mangianoe non sono mai sazi”. Testuale

Ecco non sappiamo cosa pensino di tutto questo i vecchi leader del Carroccio che sono stati ricordati da La Stampa. Il passionario ed onesto Giovanni Genta, l’ex deputato Rino Canavese, tra gli uomini che più contano di questa provincia, il meno fortunato (in politica e nel potere), ex senatore Sergio Cappelli. Persone come Cristoforo Astengo, Guglielmo Giusti, Roberto Nicolick, Roberto Avogadro , ex senatore alassino.

Alcuni lasciarono il partito proprio quando Bossi decise di far cadere il primo governo Berlusconi, l’imprenditore che avrebbe dovuto rifondare la prima Repubblica, riformarla e ripulirla dai “comunisti parassiti e professionisti della politica” ripeteva.

Mentre ci lascia un paese dove i ricchi sono diventati ancora più ricchi e la povertà si è estesa oltre ogni limite, come la corruzione a tutti i livelli, l’evasione fiscale, il “chi rispetta la legge è lo scemo del villaggio” e al mal funzionamento della giustizia, proprio in questa provincia, privando tribunali e procura della Repubblica di personale in ogni settore, creando nel cittadino comune sfiducia ed indotti a fare di ogni erba un fascio, ovvero colpevoli anche i giudici, i collaboratori.

La corsa alle poltrone ha coinvolto “veline”, e la P 2 si è trasformata in P 3. Anche in molti nostri comuni alla meritocrazia di sindaci, assessori, società partecipate, si è fatto strada il manuale cancelli, con una trasversalità di nomine e designazioni molto discutibili, con alcuni personaggi da sempre chiacchierati, sia al maschile, sia al femminile.

La Lega Nord, con il suo ultimo congresso provinciale, ha cercato di presentare un volto nuovo, con un segretario (Ripamonti) ed alcuni altri, non compromessi col passato, né del giro “liberi muratori”.

Ma il “gruppo” appare impotente, al di là della buona volontà, di fronte al “sistema Berlusconi irradiato pure in periferia”, con una sproporzione di “visibilità” palese se si esclude la sicilianissima Rosy Guarnieri. L’idolo prediletto dalla “buona stampa”.

E poi un avviso di reato che diventa titolo di merito ed in qualche caso di promozione.

Tutti vittime della giustizia e delle toghe rosse, al punto da rifiutare persino gli interrogatori di garanzia davanti al magistrato inquirente. Avvalendosi della “facoltà di non rispondere” alla stregua di un qualsiasi delinquente o presunto tale, saltuario o abituale. Insomma loro danno il buon esempio “pro stato di diritto” e legalità.

Sarà questo il futuro e la Lega Nord di tanti vecchi e nuovi militanti?

R.T.

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