Le scatole cinesi, anatomia di un sistema istituzionale
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LE SCATOLE CINESI, OVVEROSIA ANATOMIA DI UN SISTEMA ISTITUZIONALE “DA PAZZI E A PEZZI” Quel carcere voluto da Gavio, i giudici riaprono l’inchiesta. |
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LE SCATOLE CINESI, OVVEROSIA ANATOMIA DI UN SISTEMA ISTITUZIONALE “DA PAZZI E A PEZZI”. Quel carcere voluto da Gavio, i giudici riaprono l’inchiesta. |
Leggo su Repubblica l’articolo sul mancato carcere di Passeggi che inizia così: In seguito all’avvio del fascicolo, da parte della Corte dei Conti, per il danno erariale di 8 milioni allo Stato dopo 17 anni, spuntano le intercettazioni tra l’imprenditore scomparso Gavio e il banchiere Ponzellini. Non sto qui a riassumere tutto l’articolo, ma anticipo che nel “psicodramma istituzionale” sono coinvolto a vario titolo Stato con i Ministeri interessati e cioè Giustizia e Ministero Infrastrutture e trasporti, ANAS, Regione Liguria, Comuni di Savona e Quiliano, Concessionaria A6 (Gavio) banchieri privati (Ponzellini). In tutto questo miscuglio se ne esce, per obblighi istituzionali, la Corte dei Conti, che fatti, come da mestiere, i conti, dice che c’è un danno di 8 milioni e la colpa sarebbe del Comune di Savona (Sindaci Ruggeri e Berruti) e Regione Liguria (governatori Biasotti e Burlando). Progetto del carcere Strana veramente tutta la questione, cioè si fanno passare 17 anni con somme già stanziate dal Ministero per lavori di progettazione e la fattibilità dell’opera, aggiudicazione di appalti, e si lascia tutto nella indeterminazione delle decisioni degli enti locali? Prima di riprendere l‘argomento, vi traccio un piccolo excursus in materia di espropri illuminante per vedere le anomalie di tutta questa storia. Allora ne posso parlare in quanto per anni, prima di essermi ritirato dal lavoro per limiti di età, ero uno dei responsabili del settore Patrimonio e Catasto della Direzione 1°Tronco di Genova, di Autostrade per l‘Italia. Allora una prima anomalia, bisogna partire dal fatto che tutti gli espropri per Opere di Pubblica Utilità, come appunto quelli per infrastrutture autostradali, vengono fatti a seguito di decreto legislativo e materialmente eseguiti, nella fattispecie, dal concessionario su delega ANAS, con fondi statali. Chiaramente la proprietà dei mappali catastali espropriati rimangono di proprietà dello Stato, anche di quelle porzioni dei mappali che non servono alla sede autostradale ma servono per formare una fascia di rispetto a tutela della regolarità e salvaguardia del traffico, queste porzioni prendono il nome di “reliquati”. Può capitare che il concessionario abbia bisogno, una volta avvenuta la costruzione della infrastruttura di acquisire piccole porzioni di terreni per adeguare piccoli interventi a miglioria della rete viaria, in questo caso però non si ha esproprio ma vero atto di compravendita di diritto privato. Mi giunge strano che si sia intravisto, non capisco quale, un vantaggio del Concessionario nel fatto che fosse stata scelta come sede del nuovo Carcere, appunto un reliquato della autostrada A6, cioè quello della località Passeggi, strano PERCHÉ, per quanto detto sopra, il terreno dovrebbe essere proprietà ANAS, per cui al massimo il Concessionario potrebbe pretendere una specie di “affitto” in funzione del fatto che il Concessionario si vede gravato dalla presenza di una costruzione e sue pertinenze nella sua opera di controllo e salvaguardia del regolare svolgimento del traffico, direi quindi che dal punto di vista pecuniario si tratterebbe di poca cosa. A meno che, e questo non è di mia conoscenza al momento, che essendo la A6 alle sue origini “della FIAT”, non ci fosse stato in allora un “compromesso” per cui gli espropri fossero stati autorizzati con decreto legge ma “pagati” dalla FIAT, in questo caso si tratterebbe di terreni privati, qui però ci si perderebbe nel porto delle nebbie, perché, prima di essere data in concessione a Gavio, la A6 era passata dalla FIAT ad Autostrade spa IRI e poi ad Autostrade per l’Italia.
Seconda anomalia, Comune e Regione sono certamente coinvolti in tutto l’iter autorizzativo e progettuale del carcere, mentre disponibilità finanziaria e procedimenti di gare d’appalto partono dal Ministero. Per Regione e Comune restano le sole responsabilità relative alle deliberazioni di giunta e voto dei Consigli in approvazione. Ora cosa si imputa come responsabilità da parte della Corte dei Conti a Regione e Comune? Quello di non essere riusciti in 17 anni a decidere sulla ubicazione del sito di edificazione del carcere, mentre il Ministero aveva dato il via a tutta la farraginosa prassi appaltativa e progettuale? Credo che ancora una volta, siamo di fronte ad una disfunzionalità strutturale del nostro sistema paese, dove la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra, e dove la paludata Corte dei Conti si erge ad ultimo giudice che con pilatesca sentenza trova colpevoli predestinati da una architettura istituzionale contradditoria. Si sperava che dopo la tragedia del Morandi, si fosse pian piano fatta strada la convinzione di smontare questo sistema delle scatole cinesi per cui alla fine non c’è mai un vero responsabile, ma solo responsabili marginali, più inconsapevoli ingranaggi di un meccanismo sballato che veri e propri attori di un disastro, ma il perdurare è l’affiorare di scandalose inefficienze di Stato e sue articolazioni istituzionali che sono prepotentemente salite alla ribalta in questa ultima crisi pandemica, ci sconfortano in questa speranza.
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