L’AGGREDITA E’ LA RUSSIA NON L’ UCRAINA.
Cari lettori di “Trucioli savonesi”, se non vi eravate ancora accorti di essere vittime della più colossale manipolazione di massa, o, tecnicamente parlando, di Brainwashing (lavaggio del cervello) collettivo, dai tempi dell’entrata nella seconda guerra mondiale dell’Italia fascista, riguardo alla “operazione speciale” (cominciamo con il chiamare le cose con il loro nome) dell’armata russa in Ucraina, hanno provveduto i no vax putiniani che pubblicano i loro documentati articoli su questa rivista online: l’avvocato tuttologo e famoso cospirazionista Marco Della Luna, tal Paolo Bongiovanni, non meglio identificato, ma dall’ortografia zoppicante (vedi “Macchiavellismo” con la maiuscola e con due ‘c’) in cui trovano spazio “tutte le ragioni, tutte le opinioni”, a risvegliarvi dall’ipnosi indotta da tutti i media di regime (salvo poche eccezioni come La Verità, Il Tempo e il Fatto Quotidiano) asserviti al padrone d’oltreoceano e alle oligarchie mondialiste, come ha ben detto l’ideologo di Putin, il filosofo Alexandr Dugin, in un’intervista rilasciata a La Verità, il 21 /03/ 2022; e il docente livornese di filosofia a riposo Pierfranco Lisorini, esperto, oltre che di politica interna, di storiografia e agiografia del Ventennio, anche di geopolitica, firma ormai storica di questa testata online. Il docente livornese è intervenuto con il suo carico da novanta, dal momento che ha potuto accedere, non si sa come, ai piani strategici segreti della
Nato e della Cia (come ai tempi della strategia della tensione a quelli dei Servizi Segreti italiani), secondo i quali è prevista l’installazione di missili americani ai confini della Russia onde “stringerla in una morsa e conficcarle poi un pugnale nel centro del suo corpaccione”. Del resto, come ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri russo Sergey Lavrov l’!! marzo scorso in occasione del vertice di Antalya, in Turchia: “Noi non abbiamo invaso l’Ucraina e gli Usa sono pronti ad attacchi con virus modificati”. E, se l’ha detto Lavrov, possiamo credergli; o dobbiamo prestar fede alle menzogne di Biden e dei suoi lacchè europei?
E poi, è vero o non è vero che gli ucraini non vogliono interrompere i bombardamenti sulle pacifiche “regioni del Donbass russofone e russofile alle quali doveva essere assicurata l’autonomia, o meglio l’indipendenza? E’ vero o non è vero che l’Ucraina è il Paese europeo (in senso geografico, intendiamoci!) con la destra sovranista, o piuttosto sciovinista, numericamente più forte, politicamente più aggressiva e più vicina ai centri del potere (inutile specificare quali) e soprattutto connotata, come le sparute frange dell’ultradestra tedesca e scandinava, da una funerea ideologia neonazista e razzista”? E’ vero o non è vero che “una bomba ucraina, in pieno stile mafioso e terrorista, fece saltare l’auto con dentro il generale comandante l’esercito della repubblica autonoma di Doneck, Zacharcenko”? E’ vero o non è vero che nel Donbass era in atto il genocidio della popolazione filorussa, come ha denunciato anche il Patriarca di Mosca Kirill? Altro che il duello tra il giovinetto Davide e il gigante Golia, di cui vaneggia Massimo Recalcati su, guarda caso, la Repubblica del 18 marzo 2022. Come si fa a non capire che Putin non aveva altra scelta per rompere l’assedio che, passo dopo passo, annessione dopo annessione dei Paesi confinanti con la Santa Madre Russia, l’Occidente liberale, plutocratico, materialista, edonista, omosessualista e consumista stava per completare inglobando anche l’Ucraina?.
“E infine – si chiede sconsolato il docente livornese di filosofia in pensione (che, sia detto tra parentesi, invece di godersi il meritato riposo magari giocando con i nipotini nel giardino pubblico dedicato alle Vittime delle Foibe o sulla splendida Terrazza Mascagni) – è in prima linea, sia pure da remoto, contro il presidente Zelensky e i nazisti ucraini nemici di Putin (ma non, a quanto pare, contro i nazisti mercenari anche italiani, che combattono nel Donbass contro gli ucraini) – che nemmeno l’amico Berlusconi (meglio averlo come nemico, evidentemente) o il mio ex idolo, un tempo grande ammiratore di Putin, il valvassino questuante Salvini (e non dico dei grillini , che, si sa, sono un po’, a esser gentili, ondivaghi) non si siano accorti che la sola ipotesi di un ingresso dell’Ucraina nella Nato era una mostruosità, una bomba a orologeria nel cuore dell’Europa? Impossibile, incredibile, inverosimile ma è successo. Qualcosa di cui è difficile capacitarsi, un rompicapo per il buon senso ma è successo”. Non ci crederete ma la maggioranza degli italiani, a cominciare dalla classe politica, opposizione (cioè Giorgia Meloni) compresa, con l’eccezione, onore al merito, di Nicola Fratoianni e della un tempo esecrata Laura Boldrini, come già è successo per le vaccinazioni grazie al martellante indottrinamento portato avanti giorno dopo giorno per due interminabili anni da tutti i media di regime, si è lasciata plagiare adesso dalla propaganda anti Putin, orchestrata dagli americani a supporto del presidente fantoccio Zelensky e dell’esercito ucraino armato dalla Nato e dalla Cia , con la collaborazione attiva di tutti i canali televisivi e tutti i giornalisti e giornaloni (salvo le testate sopra citate) del bel Paese asserviti al potere politico ed economico globale, cioè americano; tanto che, così come era stigmatizzato, silenziato ed emarginato chi esprimeva dubbi sui vaccini anti Covit, ora viene stigmatizzato, silenziato ed emarginato chi non si allinea al pensiero unico contro il nuovo Zar Vladimir Putin I.
“Davanti a questo trionfo dell’irrazionale cosa facciamo? Riscriviamo l’erasmiano morias enkomion o cerchiamo di andare oltre l’assurdo e ne scopriamo la perfetta consequenzialità. l’ovvietà, l’inevitabilità?”. Sennonché, come già Polonio in quella di Amleto, il docente livornese scopre che c’è un metodo in questa follia: “Cadute le maschere si scopre un’unica faccia, quella dell’opportunismo, dell’autotutela, del sentimento di comune appartenenza e del comune asservimento al padrone americano, garanzia di stabilità, di conservazione, e, dispiace dirlo, di conservazione del posto alla tavola imbandita che il patron d’oltreoceano attraverso i suoi emissari continentali garantisce di arricchire di nuove appetitose vivande”. Avete capito? O Franza o Spagna purché se magna, altro che resistenza all’aggressione, riferimenti valoriali, libertà, democrazia, buona politica, Stato di diritto, Costituzione, Diritti umani, liberalismo, centro, destra, sinistra, tutte finzioni buone per illudere il popolo, o meglio, l’elettorato: “un teatrino, diceva Berlusconi in tempi ormai lontani e sembrava che lo condannasse quando invece il suo proposito era quello di poter calcare la scena e recitarvi la parte del protagonista”.
Se invece avesse seguito l’esempio dell’amico Putin, ora in Italia ci sarebbe un partito unico come in Russia e tutti i costosi e inutili enti pubblici, come il Parlamento nazionale e quelli regionali, sarebbero stati finalmente aboliti ope lege. “In tanti oggi si accorgono a cosa andava a parere la dittatura sanitaria: tastare il terreno, vedere quale fosse la risposta ai provvedimenti e alle costrizioni più assurde come il divieto di uscire di casa e la trasformazione di un’opportunità, quella del vaccino, in un obbligo a prescindere, indipendente dalla contagiosità”. Diciamola tutta, se al governo fosse salito plebiscitariamente o per acclamazione il docente livornese di filosofia, non ci sarebbe stato nessun divieto, nessun lasciapassare verde, quindi nessuna sanzione né sospensione dal lavoro per i non vaccinati, nel rispetto della libertà di ognuno. Invece abbiamo assistito alle “Prove generali non di dittatura sanitaria ma di dittatura tout court . E se ne vede ora l’applicazione a un ben più grave contesto. Provvedimenti che in altri tempi avrebbero causato una sollevazione di massa sono passati senza un fiato di opposizione. Chi, dai media, aveva spalle abbastanza robuste da potersi opporre alle veline e alle minacce è stato allontanato. Non c’è una voce libera (come la mia) che trovi ospitalità sulla carta stampata o nelle televisioni (no vax come Ugo Mattei, Gianluigi Paragone, Francesco Borgonovo, Giuseppe Povia, Francesca Donato, Bianca Laura Granato et similia a parte). Fra le quali si distingue per zelo la berlusconiana (chi l’avrebbe mai più detto?) rete quattro, che ospita il conformismo banale e dolciastro di un Sansonetti e il triste tramonto di un Guzzanti che, se si fosse ritirato a godersi la pensione, non avrebbe distrutto in due settimane la sua credibilità di giornalista costruita in mezzo secolo. Tutti passacarte dell’informazione taroccata elaborata e filtrata dai servizi americani…”. Questo sì che si chiama parlar chiaro
NOTA ESPLICATIVA
A scanso di equivoci, voglio precisare che in questo articolo fingo di prendere sul serio il punto di vista dei no vax putiniani e della loro contropropaganda tesa a “smascherare” gli inganni di quello che chiamano “.pensiero unico dominante”. Solo che, per confutare il pensiero unico a favore dell’Ucraina e del loro presidente Zelensky, si rifanno al pensiero unico e alla propaganda di Putin, Dugin e del Patriarca Kirill. Così, per essere “fuori dal coro” dei media occidentali, si sono aggiunti al coro mediatico diretto con pugno di ferro dal dittatore (almeno su questo saranno d’accordo) che siede al Cremlino. De gustibus…