La violenza sui minori

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Settantesima parte
LA VIOLENZA SUI MINORI

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Settantesima parte

Proponiamo, all’attenzione dei nostri amici Lettori, IL SECONDO ARTICOLO DI ALDO PASTORE (pubblicato in data 2 GENNAIO 2008), rivolto ad illustrare, ancora una volta,

I DIVERSI TIPI DI VIOLENZA ESERCITATA SUI BAMBINI NELL’ATTUALE NOSTRA SOCIETÀ.

 – In particolare, desideriamo evidenziare che questo secondo articolo si sofferma (con i relativi dati statistici), soprattutto, sulla

GRAVE VIOLENZA DEL LAVORO MINORILE

Questo drammatico argomento è tuttora presente nell’attuale Società.

Ci troviamo, infatti, di fronte al SEGUENTE PARADOSSO:

  • I MINORI VENGONO IMPIEGATI IN MOLTEPLICI ATTIVITÀ LAVORATIVE, SENZA UN MINIMO DI TUTELA E DI GARANZIA.

        PER I DATORI DI LAVORO VALE SOLTANTO LA LOGICA DEL LORO SFRUTTAMENTO, FINE A SE STESSO.

  • PARALLELAMENTE QUESTI BAMBINI, ALLORQUANDO DIVENTANO GIOVANI ADULTI PERDONO IL POSTO DI LAVORO, PERCHÉ RIENTRANO NEL NEGATIVO  VORTICE DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE, CHE COME TE SAPPIAMO, FA PARTE DELLA LOGICA PERVERSA DELLA NOSTRA SOCIETÀ E DEL NOSTRO MODO DI PRODURRE E DI CONSUMARE.


Per questa elementare (ma paradossale) ragione, vi invitiamo a rileggere L’ARTICOLO SOPRA CITATO, avente per titolo:

LA VIOLENZA SUI MINORI

Mi sono riletto, in questi giorni, un Articolo che avevo scritto per il Settimanale ” Il Letimbro”, nell’ ormai lontano 1996.

Lo ripropongo, sia pure molto parzialmente, all’ attenzione dei lettori di “Trucioli Savonesi”, perchè le considerazioni, in allora svolte, mi appaiono, tuttora, attuali e pertinenti: 

Esiste, anche nel nostro Paese, una condizione di violenza diffusa, di rozzezza di comportamenti, di abbrutimento culturale, che viene ad incidere negativamente sulla vita dei minori.

Si dirà  che il mondo non ha mai risparmiato l’ infanzia e ciò è, in qualche misura, vero; a ben guardare la storia dell’ uomo-bambino è stata scritta più da Erode che non da Babbo Natale; ma ciò che maggiormente stupisce, nel mondo di oggi, non è tanto l’ attenuazione di ogni speranza di una evoluzione “in positivo” dei sentimenti della specie umana verso l’ infanzia, quanto la nostra crescente indifferenza, l’ assuefazione a considerare la sopraffazione sui minori come un fatto assolutamente  normale e fisiologico.”

Esistono diversi esempi per dimostrare “in concreto” la veridicità delle considerazioni, sovra esposte; esaminiamoli dettagliatamente:

1 – Assistiamo ad un costante aumento dei NEONATI ABBANDONATI DOPO LA NASCITA; non esistono, in proposito, probanti e sicure statistiche, ma  le notizie, riferite ai bimbi depositati nei cassonetti della spazzatura o gettati in mare o scagliati nei burroni, sono ben presenti nella memoria di tutti noi;

2 – In gran parte dell’Eu ropa, ma soprattutto, in Italia, sta diventando sempre più consistente il numero dei cosiddetti BAMBINI DI STRADA, vale a dire di MINORI IMMIGRATI NON ACCOMPAGNATI (secondo il termine tecnico, utilizzato dalle nostre Forze di Polizia).

Nell’ Unione Europea, il numero di questi bimbi si aggirerebbe attorno alle Centomila unità.

L’ Italia è al primo posto di questa classifica, davanti a Spagna, Inghilterra e Olanda; secondo le stime ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), elaborate nel Marzo 2007, i bambini ed i ragazzi soli nel nostro Paese sarebbero circa Quindicimila. I centri urbani più interessati sono quelli con oltre 15.000 abitanti, dove si concentra il 58% dei minori.

  

Ma, chi sono questi bambini?

Perchè vengono in Italia, dove li aspetta una vita paragonabile all’ Inferno?

La risposta a questi due fondamentali quesiti ci proviene da Francesco Milanese (Pubblico Tutore dei Minori della Regione Friuli – Venezia Giulia):

“Spesso, sono gli stessi genitori a mandarli nel nostro Paese, sfruttando le falle della Legge Bossi-Fini.

C’è il concreto pericolo che intere popolazioni scelgano di far migrare i loro figli, sperando di eludere le norme di ingresso; in altri termini, se gli adulti non riescono ad approdare in Italia, inviano, nel nostro Paese, i minori che non possono essere espulsi.

Ma,  ad attendere bambini e ragazzi sul nostro territorio non vi è soltanto il LAVORO NERO; nella maggioranza dei casi vi è l’ACCATTONAGGIO; tanti, infine, diventano MANOVALANZA DELLA MALAVITA PER I PICCOLI REATI.”

 3 – Inoltre, nel contesto del FENOMENO ACCATTONAGGIO, lo sfruttamento e la conseguente violenza sui minori stanno assumendo forme sempre più sofisticate ed inquietanti; con grande frequenza, infatti, stiamo osservando, nelle nostre città, donne con dei bambini in braccio (o, accanto a loro) che chiedono l’ elemosina.

E’ evidente che la MISERIA MINORILE ASSOCIATA AL VINCOLO MATERNO diventa uno stimolo psicologico di eccezionale rilievo, che obbliga (per così dire) ogni passante ad offrire il proprio contributo in danaro; l’ utilizzo di questo elementare, ma sottilissimo risvolto emotivo porta a consistenti profitti economici.

Secondo i dati del Ministero dell’ Interno, elaborati negli anni 2003-2005, “l’uso di minori, in attività di accattonaggio, garantisce rilevanti guadagni alle famiglie dei minori e movimenta enormi introiti per le organizzazioni criminali che lo gestiscono.”

Le stesse Forze di Polizia stimano il ricavo medio in 100 EURO AL GIORNO PER OGNI BAMBINO; secondo i dati, aggiornati all’ anno 2005, si sono verificate, in Italia, 455 segnalazioni per impiego di minori in attività di accattonaggio: di queste, 449 riguardano denunce; solo 6 casi hanno condotto ad arresti.


4 – Sull’impiego dei MINORI NEL MONDO DELLA DROGA non voglio ripetermi; su questo tema ho già avuto modo di scrivere, anche in un recente passato; mi è sufficiente ricordare che sta aumentando (e non solo nel Sud dell’Italia) il numero dei minori forzatamente impiegati in questa attività: si tratta di bambini e ragazzi, anagraficamente piccoli, ma diventati abili conoscitori del triste mondo che debbono frequentare. 

5 – Un cenno particolare va riservato alla condizione minorile e giovanile all’interno dei Servizi Scolastici del nostro Paese (dagli Asili Nido alle Scuole Medie Superiori); l’argomento è di notevole rilievo e, pertanto, mi riservo di ritornare su di esso, in una prossima puntata.

Nel contesto dell’odierno articolo (avente carattere generale e non specifico), mi limito a rilevare che il tema della violenza sui minori, in ambito scolastico, non può essere riservato soltanto all’ esame del FENOMENO DEL BULLISMO e DEGLI ATTI DI PREPOTENZA VERBALE E FISICA (esercitati non soltanto dagli studenti, ma, addirittura, dagli insegnanti), ma deve riguardare, anche, l’ ASSETTO ISTITUTIVO ED ORGANIZZATIVO DEL NOSTRO ATTUALE SISTEMA EDUCATIVO.

Porto, a titolo di esempio, il grave FENOMENO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA, vale a dire l’ABBANDONO DELLA SCUOLA, da parte di molti ragazzi e giovani.

In Italia, la Dispersione è ancora molto alta e ci colloca tra i primi Paesi Europei in questa negativa graduatoria; dai dati resi noti dal Ministero della Pubblica Istruzione, riguardanti l’ anno scolastico 2004-2005, si scopre che più di 100.000 studenti hanno interrotto gli studi: 8.500 nella Scuola Media e 93.700 nella Scuola Superiore.


Occorre sottolineare, al riguardo, che la DISPERSIONE viene a riflettersi, successivamente, nelle PERCENTUALI DEI DIPLOMATI; in sintesi: tra bocciature ed abbandoni, quasi un terzo dei ragazzi italiani non consegue un Diploma Superiore; ne deriva da tutto questo che, nel nostro Paese, tra i ragazzi, compresi tra i 18 ed i 24 anni, ben il 21,9 % non si dedica più allo studio.

Tutto questo, a mio modo di vedere, porta il nome di VIOLENZA, per la semplice ragione che l’ IMPEDIRE (O IL NON FAVORIRE) LA CRESCITA DELLA CULTURA E DEL SAPERE VIENE A CONFIGURARSI COME UN’ ABNORME FORZATURA, DESTINATA A LIMITARE  LE POTENZIALITA’ FUTURE DEL SOGGETTO DISCRIMINATO, il quale sarà ridotto a svolgere, nella società del futuro, mediocri funzioni di pura marginalità.

6 – Esiste, infine, la grave violenza del LAVORO MINORILE.

Come è noto, il fenomeno è assai diffuso, a livello planetario; l’ultimo rapporto dell’Associazione “SAVE THE CHILDREN” (risalente al Giugno 2007) ha messo in evidenza queste CIFRE:

  • 218 MILIONI: sono i minori, costretti a lavorare nel Mondo. La maggior concentrazione è localizzata in Asia e nell’ Area del Pacifico (122 Milioni), seguita dall’ Africa Sub-sahariana (oltre 50 Milioni). Per il 70 %, i minori sono impiegati in Agricoltura.
  • 126 MILIONI: sono i bambini che svolgono attività pericolose (per contatto con sostanze tossiche – carico eccessivo di lavoro – mansioni pesanti)
  •  22.000 : sono i minori che muoiono, ogni anno, sul lavoro.

Per quanto si riferisce alla SITUAZIONE ITALIANA, le stime dell’ ISTAT, riportate nel settembre 2005, davano questi DATI:

     ETA’         TOTALE
7-10 ANNI       12.168     
11-13 ANNI      66.047  
14 ANNI           69.070
____________________
TOTALE         147.285

LUOGHI DI LAVORO                                 TOTALE IN PERCENTUALE

CASA PROPRIA                                                 11,4 PER CENTO

CASA DI PARENTI O DI ALTRE PERSONE        9,6 PER CENTO

NEGOZIO                                                           14,9 PER CENTO

BAR-RISTORANTE-ALBERGO                          17,9 PER CENTO

CAMPAGNA                                                        14,1 PER CENTO

LABORATORIO – OFFICINA                                 7,4 PER CENTO

 FABBRICA, CANTIERE                                     11,8 PER CENTO

MERCATO, STRADA                                            6,0 PER CENTO

 IN ALTRO  LUOGO                                              6,9 PER CENTO

                                                                            100. 0 PER CENTO

Le motivazioni che hanno spinto (e spingono tuttora) molti Datori di Lavoro ad optare per i minori, rispetto alle persone adulte, sono ampiamente note:

“Dita veloci a stringere i nodi o raccogliere foglioline di the; un adulto non potrebbe fare altrettanto bene certi lavori minuziosi.”

Tutto questo potrà anche essere vero, ma io propendo di più per l’ interpretazione data a questo fenomeno da Josè Maria Sumpsi Vinas (Vice – Direttore Generale della FAO), che testualmente riporto:

“Nonostante i rischi, in tanti Paesi, per i Datori di Lavoro è ancora CONVENIENTE impiegare bambini, perchè richiedono meno garanzie, sono  più facilmente sfruttabili e, soprattutto, sono molto più economici degli adulti, perchè fanno il loro stesso lavoro, ma sono pagati di meno.”

Ma, a queste sagge e condivisibili parole, io mi permetto di aggiungere ancora, una brevissima notazione:

“I BIMBI SONO FATTI PER ANDARE  A SCUOLA E GIOCARE, FANTASTICANDO SUL PROPRIO FUTURO.”

E’ proprio questo fondamentale diritto che la Società odierna nega a molti minori; a questo punto, dovremmo, tutti, arrossire per la vergogna.

21 DICEMBRE          ALDO PASTORE

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