La surreale leggerezza della politica italiana

Nell’Italia dell’unico polo di centrodestra garantito da leggi elettorali fatte e difese dal centrosinistra, il Governo ha davvero la possibilità di preoccuparsi solo delle reali necessità dei cittadini

I risultati delle elezioni regionali di Lombardia e Lazio aiutano a completare l’analisi – iniziata con il voto politico del 25 settembre- di uno scenario politico surreale ben sintetizzato nell’astensionismo “di parte” già registrato in occasione delle elezioni emiliane del 2014 all’indomani, guarda caso, della sconfitta (“non vittoria” fu detta allora) del PD bersaniano alle politiche del 2013.
Dalla tragedia, alla farsa!

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Per i cultori della materia; per chi ancora crede e sostiene il bipolarismo all’italiana, le elezioni lombardo-laziali, dopo quelle nazionali, hanno manifestato la surreale realtà di un Paese dotato di leggi elettorali (tanto nazionali quanto regionali) a vocazione bipolare pur avendo, in realtà, un solo polo: quello di centrodestra. Legge elettorali, paradosso nel paradosso, difese con i denti proprio dalla sinistra: la parte senza polo, quella divenuta, per propria volontà, a “vocazione (anche tecnicamente) perdente”.
Ma non è tutto. Il PD, quello che sta celebrando da mesi il congresso della rifondazione, quello che doveva dare un’anima ideale al nuovo Nazareno: o di centro o di sinistra, quello che doveva liquidare l’indecisionismo lettiano, ha deciso di stare al centro nel Lazio dove aveva governato con la sinistra (M5S) e, di schierarsi tutto a sinistra in Lombardia dove i grillini contano più o meno “zero” e dove da decenni stravince il centrodestra.
Non basta! I pentastellati dell’avvocato del popolo Giuseppe Conte che per fermare la costruzione del termovalorizzatore di Roma hanno da prima fatto cadere il Governo di Mario Draghi, poi liquidato ogni apparentamento/accordo elettorale alle politiche di settembre, nel Lazio  -ciliegina sulla torta- hanno deciso di presentare un proprio candidato governatore contribuendo, assai efficacemente, alla elezione del Governatore Francesco Rocca, che l’inceneritore lo aveva persino nel programma e che puntualmente, dopo l’elezione, ha ribadito di volerlo subito!.
Infine il terzo polo; quello della federazione (ovvero della divisione -interna- ad oltranza), quello equidistante ma che guarda solo a sinistra; quello che invece di darsi una identità e rappresentanze riconoscibili va letteralmente -a rubare- ora a destra (Letizia Moratti in Lombardia) ora a sinistra (Alessio D’Amato, nel Lazio) candidati che fino a poche ore prima vestivano maglie avversarie.
Insomma nell’Italia dell’unico polo di centrodestra garantito da leggi elettorali fatte e difese dal centrosinistra, il Governo ha davvero la possibilità di preoccuparsi solo delle reali necessità dei cittadini: bisogni che rivendicano e reclamano serietà, lungimiranza, umiltà, competenza e decisione senza ideologie né, soprattutto, risentimenti. Adesso inizia il bello: buon lavoro, Presidente Meloni!aniele Marchetti

Daniele Marchetti  da PENSALIBERO

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