La strategia comunicativa di Grillo: una riflessione sul metodo

LA STRATEGIA COMUNICATIVA DI GRILLO:

UNA RIFLESSIONE SUL METODO

LA STRATEGIA COMUNICATIVA DI GRILLO:

UNA RIFLESSIONE SUL METODO

Vorremmo condividere una breve riflessione rispetto ai risultati delle Elezioni Europee appena svoltesi, in particolare  riguardo al risultato del Movimento 5 Stelle; a nostro avviso, il risultato inferiore, in termini percentuali e assoluti, rispetto al consenso incassato alle ultime Elezioni Politiche viene letto in termini di sconfitta per il Movimento 5 Stelle in virtù della strategia comunicativa adottata nella campagna elettorale.

Ci teniamo a sottolineare che con questo articolo non ci si vuole schierare da una parte o dall’altra, non si tratta di un articolo politico, piuttosto si vuole offrire un commento rispetto alla modalità comunicativa scelta dal M5S e alle ricadute sul piano dialogico\comunicativo che tali modalità hanno generato.


Si sostiene pertanto che si parli di “sconfitta  alle Elezioni Europee per il Movimento 5 Stelle” non tanto per il numero di voti raccolti ma piuttosto in virtù della strategia comunicativa utilizzata in campagna elettorale, che potremo definire del “Noi contro loro”, la quale è andata a suggerire tale chiave di lettura del risultato elettorale.

Quindi, la campagna elettorale effettuata dal M5S non può essere definita fallimentare in quanto ha prodotto il risultato elettorale che conosciamo, bensì perchè ha delineato a livello dialogico\comunicativo un solo risultato utile, quello della vittoria di larga misura.

É un fatto che il risultato del M5S sia stato più misero di quello incassato nella precedente occasione elettorale; ma leggere il dato in termini assoluti, ovvero attraverso un banale confronto di percentuali delle politiche con quelli delle europee, potrebbe non rappresentare un modo pertinente di leggere tali dati.


 

Il quadro sociopolitico presente alle ultime Elezioni Politiche si è ampiamente modificato: in primis il PD è riuscito a individuare al suo interno un leader piuttosto abile e che goda di uno straccio di consenso, in secondo luogo si è creato un nuovo soggetto di destra moderata (collocato su posizioni più liberal rispetto al monopolista Berlusconi), infine un soggetto di centro è andato via via perdendo il suo prestigio (Scelta Civica).

Non bisogna poi dimenticare: che l’astensionismo alle Elezioni Europee è di norma più diffuso che in altre consultazioni e che il PD, il principale rivale del M5S, ha avuto a disposizione parecchi mesi per governare, se pur in tandem con il Nuovo Centro Destra, e per potare a casa una serie di provvedimenti ad hoc atti a preparare il terreno elettorale.

Ne sono un esempio lampante gli 80 euro in più al mese elargiti in busta ai lavoratori dipendenti con redditi intorno ai 1200 euro al mese (più o meno); pensiamo a chi andrà a beneficiare di tale rinforzo della busta paga (per altro benemerito), una mossa mirata a riconquistare quegli ambienti da sempre serbatoio di voti per la sinistra (operai e operatori delle cooperative sociali) che negli ultimi tempi avevano dato sentore di malumore verso il partito di usuale riferimento (votando in molti casi 5 Stelle).


Alla luce di tutto questo una flessione nelle percentuali del Movimento 5 Stelle era qualcosa di ampiamente anticipabile prima che gli elettori esprimessero il loro verdetto; quindi per quale motivo andare a utilizzare una retorica del “vinciamo\perdiamo”, pericolosissima in caso di risultato al di sotto delle aspettative più rosee.

Se urli al tuo avversario “Vinco io” oppure “Ti straccio” e poi non vinci di misura o peggio ancora totalizzi un risultato ad di sotto delle tue aspettative, puoi star certo che la prima cosa che l’avversario farà sarà rinfacciarti le spacconate della vigilia e ridere della tua abilità a dir poco tragica di esaminare la realtà.

Non vi era forse qualche strategia in grado di generare uno scenario comunicativo in cui fosse più agevole andare a gestire un eventuale, probabile, risultato non superiore a quello totalizzato dal PD?

In altre parole, è ben difficile gestire un risultato che viene riconosciuto come “una sconfitta elettorale”, la si può giustificare sparando la cartuccia dei brogli, munizione a salve senza uno stracco di prova credibile che attiri l’interessare la Magistratura; oppure è necessario ammettere di aver toppato, promettendo di stare più attenti in futuro.

Ma ammettere di aver sbagliato può essere utile all’interno di un team di lavoro ristretto, ma in campo di comunicazioni con le masse riesce solo a installare il tarlo del dubbio e a generare incertezza (ma siamo sicuri che questi non si sbaglino anche su tutti gli sprechi che denunciano? Etc)

Le Elezioni Europee potevano essere usate diversamente dal M5S? Magari come occasione per scrollarsi di dosso il ruolo di partito di protesta?


 

A nostro immodesto avviso si, ad esempio si poteva sottolineare come al netto delle agitazioni e del clima di incertezza e di paura che aveva preceduto le Elezioni Politiche, nonostante la visibilità esageratamente maggiore di cui ha goduto il PD come partito di governo, nonostante le possibilità che i partiti di governo hanno avuto di varare provvedimenti utili a migliorare la loro immagine presso gli elettori, nonostante l’alto tasso di astensionismo delle europee, “Nonostante tutto questo il 20% degli italiani ha appoggiato il M5S e le tematiche che questo propone e lo ha fatto non certo per protesta verso le altre forze politiche, che hanno avuto modo e tempo per riorganizzarsi in questi mesi, ma piuttosto perché le sostiene e le ha fatte sue.”

Usando però una retorica “Vinco io\perdi tu” tale discorso fatto dopo i risultati elettorali risulta ormai fuori tempo massimo.

Ovviamente questa è una proposta costruita sul momento – così su due piedi, come si dice – strumentale solo al far intendere come una risultato possa assumere significati diversi in virtù della strategia di comunicazione che si decide di adottare.

É chiaro che il PD avrebbe comunque letto il dato elettorale in chiave di sbaragliamento degli avversari, di fatto ha quasi doppiato nei consensi il M5S, ciò non di meno poteva essere scelta dal M5S una strategia comunicativa in campagna elettorale in condizione di non creare in caso di sconfitta un situazione così spinosa e imbarazzante da gestire.

ANDREA GUIDO

 

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