LA STORIA A MODO LORO

LA STORIA A MODO LORO

LA STORIA A  MODO LORO

L’altra sera History Channel di Sky ha dedicato ampio spazio alla “Ascesa e caduta del nazionalsocialismo” e, come già nel servizio sull’assassinio di J. F. Kennedy, sono nuovamente incorsi nel peccato di omissione, nel senso che, se erano vere le notizie che riportavano, erano altrettanto vere quelle che venivano malignamente taciute.

E l’omissione, nell’uno come nell’altro caso, era la stessa: la motivazione dell’uccisione di JFK e dell’improvvisa prosperità economica della Germania dopo l’avvento di Hitler.

Della prima omissione ho già parlato in precedenza (vedi…2 domeniche fa). Se in quel servizio veniva mostrato un lungo elenco di possibili motivazioni, tranne quella più probabile (l’emissione di dollari pubblici –i dollari di Kennedy- al posto di quelli privati della Federal Reserve), nel servizio sul Terzo Reich non ci si pone neppure la domanda cruciale: come fece Hitler a risollevare la Germania dalla bancarotta in cui versava nel 1933 alla rinascita del 1936?


Marchi di Weimar, ipersvalutati

Allora poniamocela noi: quali cambiamenti furono così radicali da innescare una spirale così virtuosa nell’arco di un solo triennio?

La prima misura che balza all’occhio è il ricorso a grandi opere pubbliche, sullo stile keynesiano inaugurato oltre atlantico. A parte il fatto che negli USA il varo del “sistema Keynes” non  portò i frutti desiderati, persistendo la Grande Depressione per tutti gli anni ’30, sino alla loro entrata in guerra, viene da chiedersi in che modo una nazione malata di inflazione galoppante trova improvvisamente il modo per ridare valore alla propria moneta e permettersi di pagare nuove opere pubbliche, riaprire le fabbriche, dar lavoro ai disoccupati, far ripartire gli scambi commerciali. Questa elementare domanda non viene neppure accennata, per evitare scomode risposte. Si insiste invece sui lati obiettivamente negativi del regime nazista, come la caccia agli ebrei e ai comunisti, la loro emarginazione o reclusione in inumani lager, al pari di quanti non fossero fisicamente “perfetti” (omosessuali, epilettici, psicolabili, ecc.). Provvedimenti che è giusto condannare recisamente; ma che nulla hanno a che vedere con il risollevamento economico di un’intera nazione.

La risposta scomoda è la stessa che valeva per l’omicidio di JFK (e di Lincoln): il passaggio della moneta da mani private alla mano pubblica (vedi l’articolo di Ellen Brown)*. Risposta scomoda ancora oggi, a differenza di tante altre che a distanza di anni perdono la loro valenza rivoluzionaria. Ciò in quanto ancora oggi, e anzi oggi più che mai, la cricca bancaria sovranazionale ha usurpato agli Stati la facoltà di emettere moneta, trascinandoli verso il baratro che la Grande Depressione tristemente ci ricorda. Il nazismo commise innegabilmente orribili efferatezze; ma non deve discenderne ipso facto che quanto di socialmente utile fece sia da buttare come il proverbiale bambino con l’acqua sporca. Questo gioco fa però molto comodo agli odierni signori del denaro; e il silenzio sul tema, visto che navighiamo in acque simili a quelle degli anni ’30 –Germania esclusa- la dice lunga sulla verità che solo oggi, pur con tutte le resistenze della nomenklatura (da Ciampi a Napolitano, da Prodi a Letta), sta faticosamente venendo a galla, mentre gli addetti all’Economia –o meglio alla Finanza- in totale osservanza dei dettami di oscuri burocrati stranieri, si baloccano con l’IMU-IUC-ISE, cioè con importi di pochi miliardi di euro “da reperire nelle pieghe dei bilanci statali”, a fronte di un criminoso debito pubblico di quasi 2100 miliardi, creato ad arte per asservire interi popoli al giogo dei banchieri. Banchieri che, aggiungendo al danno la beffa, dichiarano di mal sopportare gli stress test, e di trovarsi in difficoltà, pur creando tutta la moneta circolante dal nulla, a debito verso di loro! 

Paladini a oltranza dell’euro privato

E la classe politica, cosa fa, di fronte alle denunce che sempre più numerose espongono questa avvilente realtà? Ignorano, negano, ostacolano, ridicolizzano. Hanno fatto sempre così, di fronte alla scoperta delle loro trame, finché un evento non li ha spazzati via. Un evento traumatico, si badi; perché questi ridono in faccia alle buone maniere, ai “metodi democratici”, ai digiuni e persino ai suicidi di protesta: li smuove solo una guerra o una rivoluzione.

Oggi però una guerra globale rischia di annientare tutto e tutti; e la rivoluzione, con gli attuali sistemi di controllo e repressione, è oltremodo difficile. Solo una rivolta degli stessi organismi di controllo potrebbe avere speranze di successo.

Ma sotto sotto una giustificazione morale alla crescente miseria indotta c’è: la salvezza del pianeta. Il ritorno ad una prosperità diffusa, a dispetto delle pubblicizzate “energie verdi” e a sistemi di vita ecocompatibili, con una popolazione in marcia verso gli 8 miliardi, rischia fortemente di compromettere quel che rimane degli equilibri ambientali. E allora tutti ne verrebbero toccati, anche i vertici. Che allora hanno pensato bene di rendere sempre più agiati i sempre meno numerosi “ricchi” e di affamare la crescente massa della popolazione, lasciando scivolare nella povertà fette crescenti della media borghesia. Cioè proprio quella classe che Hitler risollevò dalla precedente miseria in cui era caduta.

Una domanda allora sorge: come sarebbe ora il nostro mondo se il nazismo avesse prevalso? Quanto sarebbe durata la prosperità della Germania se non avesse fatto o perso la guerra? Probabilmente sarebbe in pieno svolgimento anche oggi. Ma a spese di chi o di cosa? A farne le spese sarebbero state altre nazioni, divenute sue satelliti, Italia inclusa; e certamente ne avrebbe sofferto la natura, nonostante le professate tendenze ecologiche del Terzo Reich. Perché l’entropia, ossia la tendenza al caos, non ammette eccezioni, e ogni agio si paga, se non qui, provvisoriamente altrove; e se non ora, poi, ma a scadenze sempre più ravvicinate.**

Come si vede, gli scenari sono più complessi di quanto si possa sulle prime immaginare. E capita ad ogni ambientalista di provare un intimo –e magari indichiarato- sollievo al sentir dire alla radio che si consuma sempre meno benzina e che in generale i consumi negli ultimi anni sono calati del 10%. Il lato tragico però è che sono calati a chi era già prossimo alla soglia della povertà; e son calati di molto, per compensare l’aumento dei pochi al vertice (boiardi pubblici e politici o legati alla politica, ben più che imprenditori) che li hanno aumentati.

Le disparità sociali continuano a crescere, più a vantaggio di finanzieri e parassiti pubblici che dei produttori di ricchezza, con ciò sconfessando sia le promesse di una sognata “destra liberale” (Berlusconi) che di una “sinistra” simbolizzata dal volto del maggior responsabile della sua conversione al capitalismo. A voi risolvere il quiz del suo profilo.

* http://www.veja.it/2013/08/31/hitler-imito-il-sistema-monetario-lincoln/

**http://www.ecoblog.it/post/116521/luomo-e-lambiente-500mila-anni-di-follia-in-3-minuti-e-mezzo

Marco Giacinto Pellifroni                                                  8 dicembre 2013

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