LA SAVONA LIBERTY (prima puntata)
Mesi fa su Trucioli avevamo raffrontato scherzosamente il Liberty locale e il modernismo di Barcellona. Ci sembra tuttavia doveroso dedicare alla Savona liberty, dopo adeguata documentazione, uno spazio più serio e approfondito. Infatti, Savona è, insieme a Torino, Milano, Viareggio e poche altre città, uno dei principali centri italiani in cui si è sviluppato lo stile liberty. Al contrario di quanto accade nelle località citate, l’architettura liberty savonese è però arte sovente dimenticata. Sull’argomento ci risultano esistere solo articoli su riviste locali, trascrizioni di conferenze, brevi commenti all’interno di testi a carattere più generale e due tesi di laurea incentrate ciascuna su un singolo edificio, per l’esattezza il Palazzo dei Pavoni e Villa Zanelli, gli unici reperibili pure su internet, a parte poche altre immagini fotografiche. Non ci risulta invece (ma saremmo lieti di essere smentiti) che sia mai stato pubblicato un volume dedicato per intero al Liberty cittadino. Avrà forse contribuito a questo oscuramento la cronica incapacità dell’ambiente politico e culturale locale a valorizzare le proprie ricchezze. È dunque nostra (e mia) ambizione rimediare a tale mancanza, sperando che faccia da stimolo per ulteriori ricerche. Ci spingono poi due aspirazioni. In primo luogo far sì che i savonesi scoprano quanto di bello c’è a casa loro: spesso si ammirano opere d’arte di tutto il mondo e si cammina per le strade della propria città senza mai guardarsi intorno. In secondo luogo fungere da guida turistica a chi, villeggiante o crocerista, giunge per la prima volta a Savona e desidera visitarla. A tale scopo abbiamo suddiviso la visita in tre brevi percorsi ideali, forniti ciascuno di relativa mappa stradale e descritti in altrettante puntate settimanali. Per comodità espositiva abbiamo frazionato il cammino in modo da presentare 9 o 10 edifici a settimana, con tragitti tra loro collegabili. Ciascun percorso partirà dalla darsena, dove approdano le navi da crociera Costa, e permetterà ai croceristi di trascorrere alcune delle ore di sosta svolgendo un interessante turismo d’arte che spazi oltre le vestigia medioevali presenti nei dintorni del porto. Precisazione d’obbligo: l’autore degli articoli non è né storico dell’arte né tanto meno architetto, è solo persona curiosa e attenta a quanto lo circonda.Prima di approfondire l’argomento occorre però una spiegazione sul tema trattato. Cos’è dunque il cosiddetto stile Liberty (dal nome dei magazzini londinesi di Sir Arthur Liberty) o stile Floreale, noto in Spagna come Modernismo, in Francia come Art Nouveau, in Germania come Jugendstil e in Austria come Secessione? In base a quanto sostengono trattati specialistici di arte e architettura: nell’ambiente spersonalizzato e cupo della città industriale, esso si contrappone all’imitazione stilistica degli stili passati, privilegiando nuovi elementi figurativi come la linea curva e i motivi fitoformi. Lo stile liberty cerca di restituire una dignità estetica allo spazio urbano, una natura artificiale che si arrampica sugli edifici e smorza la piatta uniformità della muratura circostante. Decorazione liberty
Gli esterni e gli interni non hanno contorni rettilinei, le pareti risultano stondate e finestre e balconi hanno forme variegate, dando agli edifici un aspetto bizzarro e favoloso.
Balcone liberty
Le decorazioni si avvalgono di materiali e tecniche disparate, dal ferro battuto, al mosaico in ceramica, allo stucco scolpito. Gli assunti su cui questo stile si basa sono dunque il rifiuto degli elementi modulari prodotti in serie e l’uso di una linea libera e sinuosa, con forme floreali o animali e colori vivaci. Questo stile si è sviluppato all’incirca tra il 1890 e il 1914, data d’inizio della prima guerra mondiale, ma in alcuni luoghi, tra cui Savona, si è protratto anche negli anni successivi. Iniziamo dunque il viaggio nel Liberty savonese con il primo percorso. Partendo dalla darsena questa settimana attraverseremo parte del centro cittadino e ci dirigeremo verso Villapiana, il popolare quartiere settentrionale di Savona. Tempo stimato: 90 minuti circa cartina alla mano.
Partiamo dunque da Via Giuria, che si scorge in basso a destra sulla mappa stampata. Percorriamola attraversando Piazza Giulio II e sfociando in Via Luigi Corsi, che percorreremo a sua volta per 100 – 150 metri. Ebbene, qui sulla sinistra, al civico 5, all’angolo con via Guidobono troviamo uno dei più fascinosi e interessanti edifici liberty cittadini, il “Palazzo Viglienzoni”, detto “Casa dei Gatti”, opera di Alessandro Martinengo.
Casa dei Gatti
Palazzo Viglienzoni fu costruito nel 1910 dopo la demolizione di un edificio preesistente. Come spiega Giovanni Gallotti in un articolo pubblicato sulla rivista “A Campanassa” nel 2003:<< Interessante è il trattamento del bovindo d’angolo. Dalle finestre rettangolari del primo piano, si sale con motivi sempre più elaborati fino alle foglie in alto, dalle quali sorge l’ultima finestra ricurva.>>Fascinosi e appariscenti risultano i graffiti della facciata raffiguranti, in orizzontale all’altezza del primo piano, i noti felini domestici che danno il nome all’edificio e, su linee verticali e in orizzontale sotto il cornicione del tetto, più consueti motivi floreali. Purtroppo molti di tali graffiti sono in cattivo stato di conservazione e richiederebbero accurati restauri.
Casa dei gatti. Particolare
Li avete apprezzati i gatti? Beh, pare incredibile, ma qualsiasi savonese da noi interpellato finora in proposito, dopo essere rimasto ammirato ha ammesso di non essersi mai accorto prima della loro esistenza. Sarà anche il vostro caso? cittadini, guardate dove vivete!Svoltando poi a destra sulla stessa via Guidobono e risalendola, si sfocia in Pz. Del Popolo e da lì in Piazza Mameli, interamente circondata da portici ottocenteschi, al cui centro sorge il monumento ai caduti che ogni giorno, alle 18 esatte, suona ventuno rintocchi in commemorazione dei caduti in guerra, evento che per antica tradizione porta il traffico pedonale e automobilistico a fermarsi in raccoglimento. Nella piazza merita almeno un’occhiata accurata, perché denota la presenza di alcuni elementi liberty, l’edificio all’angolo con Via Nazario Sauro che qui riproduciamo: Palazzo Pz. Mameli con bovindi e guglie
Da notare la facciata decorata (non ben conservata), i balconi tondeggianti del secondo e terzo piano e i bovindi culminanti con le guglie sul tetto. Proseguendo lungo via Nazario Sauro si giunge in Via (Dei) Vegerio, dove troviamo quest’altro fabbricato qui sotto raffigurato, caratterizzato da fregi sulla facciata, balconi e bovindi curvilinei sovrastati da decorazioni. È senz’altro un edificio minore e non propriamente floreale, ma ci sembra un buon esempio della creatività savonese dei primi decenni del secolo scorso. In proposito si ammirino sulla sinistra i balconcini a colonnine doriche culminanti con una piccola e graziosa cupola, purtroppo in questa foto quasi invisibile a causa di un riflesso. (In proposito il sottoscritto M.B., autore di quasi tutti gli scatti, non è fotografo professionista e si scusa per la qualità delle immagini non sempre ideale.) Palazzo di Via (Dei) Vegerio
Interessante inoltre anche questo edificio posto in Piazza Saffi all’angolo tra Via Mentana e Via Brignoni.
Come si è già potuto vedere, il percorso liberty cittadino non è sempre puro, a edifici realizzati in stile prevalentemente floreale se ne alternano altri che del genere presentano solo alcuni elementi. Il prossimo stabile del nostro itinerario, il magnifico ed elegante “Palazzo Maffiotti”, eretto nel 1908 all’angolo tra Via Boselli e Via Dei Sormano, è però uno dei massimi trionfi cittadini del Liberty. Si tratta di un edificio in origine destinato, come altri consimili, alla ricca borghesia cittadina, l’unica che all’epoca poteva permettersi di assumere artefici di fama per seguire le mode correnti in architettura. L’autore dell’elegantissimo Palazzo Maffiotti è di nuovo Alessandro Martinengo, nome che ritroveremo spesso nel corso della nostra visita e su cui per motivi di spazio ci soffermeremo meglio la prossima settimana. Palazzo Maffiotti
Interessanti il bovindo d’angolo curvilineo, i fregi aggettanti, le colonnine sotto il tetto, i balconi lavorati sia in muratura sia in ferro battuto, con motivi diversi nei tre piani in cui sono presenti. Palazzo Maffiotti. Particolare
Comunque immagini di questo e altri palazzi sono reperibili anche nell’anteprima presentata due settimane fa e nel vecchio articolo “SavonaBarcelona”, rintracciabile in archivio su Trucioli.Proseguiamo verso Piazza Saffi ed entriamo nel quartiere di Villapiana passando da Via Cavour. Villapiana era un quartiere popolare che non poteva permettersi la progettazione di edifici pregiati. Svolgendo tuttavia attenta ricerca, vi si possono trovare vari singoli elementi appartenenti al liberty. Ecco ad esempio apparirne alcuni nell’edificio sito all’angolo tra Via Cavour e Via (dei)Martinengo (non quel Martinengo e, vista la frequenza di suoi edifici in città, non se ne capisce il perché). Palazzo di via CavourPalazzo di Via Cavour. Particolare
In effetti questo palazzo, se osservato con sguardo attento, offre numerose ornamenti della facciata. Si veda ad esempio, nella foto qui sopra, l’accurata lavorazione del balcone e la ghirlanda di frutta soprastante la finestra. Si svolti a questo punto per Via Martinengo e si entri in via Piave, percorrendola verso Via Torino. Arriverete infine al civico 27, dove sorge quello che a personalissimo parere di chi scrive è l’edificio più spettacolare del quartiere e uno dei più notevoli di Savona, anche se qualcuno potrà forse giudicare pacchiana l’incredibile decorazione della facciata. In proposito le immagini probabilmente non rendono l’idea, perché le elaborate ghirlande di frutta(?) in altorilievo sui balconi non sono perfettamente distinguibili. Occorre davvero vedere di persona e allora non potrete che restare ammirati. “Una natura artificiale che si arrampica sugli edifici e smorza la piatta uniformità della muratura circostante”, si diceva nell’introduzione, e quale esempio migliore di questo potremmo mostrarvi? Palazzo Via Piave civico 27
Soffermatevi sul posto a contemplare il portone d’ingresso arabeggiante, gli spericolati balconi a balaustra, fitti di complessi motivi floreali aggettanti, gli alberi da frutta scolpiti (che come potete vedere qui sotto hanno convinto anche un piccione!), Palazzo Via Piave civico 27 particolare
le protomi in bassorilievo raffiguranti teste femminili e teste maschili inghirlandate di frutta … Quanti tra coloro che passano tutti i giorni da decenni davanti a questa o altre palazzine hanno mai alzato gli occhi accorgendosi della loro attraenza? Troppo pochi, si può scommettere. Putroppo oggi anche questo edificio, ormai disabitato e per giunta danneggiato da un incendio al pianterreno, giace in stato di abbandono e richederebbe interventi urgenti di manutenzione. Invitiamo il Comune a non trascurarlo
Ma andiamo avanti, perché tirando dritti lungo Via Torino, svoltando in Via Milano e proseguendo fino alla confluenza con Via Verdi, s’incontra un edificio recante sotto il tetto, lungo tutta la facciata, una serie di affreschi dedicati al grande musicista Giuseppe Verdi e realizzati nel 1913 in occasione del centenario della sua nascita. Qui potete ammirarne alcuni esempi: Affreschi dedicati a Verdi
Ok, a parte l’epoca di realizzazione, con il Liberty centrano ben poco, meritano però di essere visti, anche perché si trovano in pessimo stato di conservazione e rischiano di sparire per sempre. Il corrente articolo funga dunque anche da avviso all’amministrazione pubblica: si cerchi d’intervenire al più presto per restaurare questo e altri edifici (come La Casa dei Gatti) prima che sia troppo tardi. Gli splendidi affreschi qui presenti non saranno dei capolavori, tuttavia non meritano di finire nell’oblio. E poi una valida committenza statale è utile contro la crisi economica. Prima di proseguire ci pare opportuno precisare che girando per il quartiere si possono trovare numerose tracce minori del Floreale, ad esempio nella vicina Via San Lorenzo, di cui vi abbiamo presentato un’immagine due settimane fa nella succitata anteprima.Stiamo giungendo alla fine di questo primo percorso. Per concluderlo c’è ancora da arrampicarsi lungo Via Firenze, partendo da Via Verdi e dalla vicina Piazza Brennero, passando per Via Istria e, all’incrocio con l’arteria in questione, salendo su. Potremo così trovare alcune ville, magari inferiori a quelle che presenteremo nella prossima puntata ma comunque meritevoli di segnalazione. La prima che s’incontra, a metà di Via Firenze, massiccia e immersa nel verde, è la Palazzina Adami, realizzata in epoca già tarda, nel 1925. Palazzina Adami Via Firenze
Arrivando in cima alla strada s’incontrano invece Villa Delle Piane, purtroppo invisibile dalla strada, e Villa Luparia, realizzazioni del 1914 dell’onnipresente Martinengo.Villa Luparia
Gli edifici riprendono la tipologia di costruzione con inserimento di una torretta, scelta tipica appunto delle estrose ville di epoca Liberty e assai frequente a Savona. Le prossime settimane vedremo in proposito altri esempi ben più significativi. È dunque giunto il momento di darci appuntamento a domenica prossima con la seconda tappa del nostro percorso: dalla Darsena su per il quartiere della Villetta, di cui offriamo qui un succoso antipasto. Villa Magnano
E poi giù in di nuovo in centro in Piazza Diaz. Tutti edifici notevoli, a parere di chi scrive superiori alla maggior parte di quelli mostrati finora. Insomma, ne vedremo delle belle, garantito. Massimo Bianco Continua la prossima settimana