LA SANTA ALLEANZA

Questo binomio rievoca il patto di restaurazione, dopo la parentesi napoleonica, per riportare l’Europa al periodo pre-rivoluzionario. Fu firmato nel 1815 dalle nazioni dominanti dell’epoca, con intenti chiaramente restauratori dell’ordine costituito e la repressione di ogni rigurgito libertario.
Oggi, in condizioni radicalmente diverse, stiamo vivendo, con un’accelerazione indotta dalla ri-salita di Trump alla Casa Bianca, un periodo di restaurazione, con il disinvolto e criminogeno rispolvero della parola “guerra”, sia tra umani che nei confronti della natura.; annullando tutti gli sforzi di pace pazientemente intessuti nei decenni precedenti.

Tutti gli anni ’80 furono marcati dall’onda lunga del reaganismo, denominato infatti “edonismo”. Della natura ci si ricordò a tratti, magari sull’emozione di eventi eclatanti, come Chernobyl. Ma per il resto, diciamo la verità, vivemmo tutti meglio, come cicale, ma a spese degli anni a venire. Oggi è in atto il tentativo di una nuova “deregulation” ambientale, mista ad un’ossessiva “regulation” dell’UE, ma sui versanti sbagliati. E stiamo tutti peggio

Personalmente, sto rivivendo sensazioni analoghe a quelle provate all’epoca del cosiddetto “edonismo reaganiano”, allorquando, negli anni ’80, nonostante la consapevolezza ecologica, faticosamente entrata nella sensibilità comune da almeno un ventennio, si diffuse una reazione contraria, come di una festa generalizzata, del tipo che si instaura al termine di una lunga guerra o repressione.
Oggi i propositi di Trump, a cominciare da casa sua, sono il contrario esatto di quanto la tragica situazione ambientale a livello planetario necessiterebbe. Non sto ad elencare tutti i tagli che Trump sta apportando alle già flebili misure messe in campo dai suoi predecessori per tentare di salvare il salvabile dagli appetiti delle multinazionali, ossia dall’accrocco mercantile-finanziario, che domina il mondo in nome del profitto a breve termine.

Questi signori, più il loro pari grado polacco, (autodefinitisi “volonterosi”), più la signora UE, von der Layen, scalpitano per Rearm Europe, avendo finalmente individuato il nemico esterno da affrontare armi in pugno. Pura incoscienza, o priorità alle industrie senza lavoro, da riconvertire in fabbriche di armi, col grosso proveniente dal solito fornitore americano, come per il gas. Se la domanda è scarsa, non resta che appellarsi al dio Marte/Ares…

Quello che ha dato spunto al presente articolo, con sviluppi collaterali, è stato un disegno di legge, che spero rimanga tale, che dimostra quanto le lobby abbiano ormai preso dimora stabile nei palazzi della politica, a cominciare da quella dei cacciatori.
Sono rimasto sbalordito a leggere che cosa gli estensori della proposta hanno avuto l’impudenza di scrivere. Preferisco non dilungarmi a ripetere con parole mie quanto è chiaramente riportato in questo angosciato appello delle maggiori associazioni ambientaliste. [VEDI]

Vedo dietro questo disegno di legge lo zampino della Lega, da sempre amica dei cacciatori. Come dire: no alla “guerra grande”, ma passi la “guerra piccola” delle doppiette

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L’appello è rivolto, doverosamente, in prima linea al Presidente Mattarella, che gli anni hanno fatto dimenticare quando, nel 1999, era Ministro della Difesa e (come Napolitano, quando nel 1956 si schierò con l’esercito sovietico, che invase l’Ungheria contro le manifestazioni libertarie di Budapest), avallò i bombardamenti NATO di Serbia e Kosovo nel 1999, anche con munizioni all’uranio impoverito [VEDI]. Oggi fa il sant’uomo con ripetute prediche a favore della pace e del diritto delle nazioni all’autodeterminazione e all’integrità territoriale. Ma tant’è, il presidente della Repubblica, il custode della Costituzione, sia pure a pesi alterni, è lui, ed è a lui che ci dobbiamo rivolgere, sia pure obtorto collo. Da posizioni come la sua, e similari, mai una dichiarazione di dissenso da quello che vogliono i piani più alti, oltreconfine, mai una dissociazione di coscienza, mai qualcosa di diverso dal politically correct: in quelle posizioni di vertice, ciascuno deve recitare quella parte, interpretare quel ruolo, non si sa quanto intimamente condiviso.

Dall’alto del Colle arrivano, quasi ogni giorno, frasi altisonanti, perlopiù condivisibili, ma sempre nel solco del bon ton politico-diplomatico. Un ruolo in cui la persona che parla esce dal proprio io per incarnare quello del personaggio, mai controcorrente, sempre aplomb

Mattarella era così perfetto per la parte del predicatore che si è dovuto fare una deroga (un’altra) alla Costituzione, per tenerlo al Quirinale per altri 7 anni. Oggi, deve per forza allinearsi contro la Russia (lo vuole l’UE), dimenticando che situazioni come l’attuale possono facilmente degenerare e sfociare in un nuovo “armiamoci e partite”, che, con le armi odierne, vedrebbe sparire pure chi s’illude di osservare gli eccidi da remoti e ovattati salotti.
Cosa volete che un uomo con questo curriculum si prodighi per limitare il “liberi tutti” delle doppiette, per troppi anni sottoutilizzate, rubando tempo prezioso ai suoi aulici discorsi su temi assai più elevati?

Non c’è miglior diffusore dell’antisemitismo di Benjamin Netanyahu, membro effettivo della nuova Santa Alleanza contro la natura e i derelitti del pianeta

E che dire delle sanzioni unilateralmente rivolte contro la Russia, eretta nuovamente al rango di nemico assoluto, di contro al silenzio riservato alla vendetta postuma, contro altri innocenti, messa in campo dall’assassino di massa Netanyahu, replicando ciò che Hitler fece ai suoi antenati? Nel silenzio complice di tutto l’Occidente: se a Putin non è concesso bloccare l’accerchiamento della NATO, all’”alleato” Israele è concesso fare ben peggio. Poi i vari governi si lamentano se cresce l’antisemitismo; quando è proprio Netanyahu il suo principale propulsore, il seminatore di odio verso gli ebrei.

Marco Giacinto Pellifroni   25 maggio 2025

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