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J.D. Vance, l’eroe dei diseredati ex caporale in Iraq: il vice di Trump incarna l’isolazionismo americano.
Ecco dunque chi è J.D. Vance, il suo candidato alla vicepresidenza Usa.

J.D. Vance https://www.repubblica.it
Compirà 40 anni il 2 agosto. Laureato in legge a Jale è stato senatore per lo Stato dell’Ohio dal 2023. Ex marine ed ex manager, è un conservatore duro e puro. Milita tra le fazioni più dure dei conservatori. Davvero poco clemente verso Joe.
Trump ha sciolto la riserva durante la convention dei repubblicani a Milwaukee sostenendo che “Dopo una lunga riflessione, e considerando gli straordinari talenti di molti altri, ho deciso che la persona più adatta ad assumere la carica”. Lo ha scritto sul suo social Truth.
Dunque se Trump vincesse la corsa alla Casa Bianca, il suo vice sarebbe tra i più giovani nella storia degli Stati Uniti. E, così pare, fra i più duri e abbastanza presuntuosi..

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Ha lavorato come corrispondente militare, ruolo che fa parte a tutti gli effetti dei Marines statunitensi, durante la guerra in Iraq, tra il liceo e gli studi universitari.
Rientrato in patria si è laureato in scienze politiche e filosofia.
Ha fatto inoltre il portaborse del senatore repubblicano Bob Shuler . Nato e cresciuto protestante, nel 2019 è stato battezzato con rito cattolico.
Grazie alla sua abilità eccellente è riuscito a portare a casa decine di milioni di dollari in un’area tradizionalmente legata ai Democratici, quella dell’alta tecnologia. La Silicon Valley. Tra gli elettori democratici era da tempo uno dei volti più noti e apprezzati. La sua autobiografia è uscita durante le elezioni del 2016. Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family and Culture in Crisis ( Elegia Contadina: Memorie di una Famiglia e di una Cultura in Crisi) e racconta dell’infanzia tra gli Appalachi in Kentucky e l’Ohio. Rimane tra i libri più venduti nella lista del New York Times per mesi. Vance parlava della sua voglia di riscatto, dovuta a una famiglia povera della classe operaia, ovviamente bianca.
Questa apprezzabile esperienza lo ha reso un simbolo dell’American Dream , insieme al suo desiderio di combattere le insicurezze dell’economia. Dal libro è stato tratto anche un film diretto da Ron Howard, interpretato da Amy Adams e Glenn Close.
Ma all’epoca, nel 2016, Vance non era tra i più fedeli di Trump. Spesso lo criticava, accusandolo di essere troppo rigido. ( Verrebbe da dire, senti chi parla!). Poi, a poco a poco e con molta attenzione, si è avvicinato sempre più al tycoon, tanto da essere da lui sostenuto per l’elezione nel 2022 come senatore dell’Ohio. Eletto senatore soltanto nel 2023, si è distinto per il sostegno personale all’ex Presidente e al suo marchio di populismo conservatore. Nel farlo ha rivisto drasticamente precedenti critiche all’ex Presidente e ne ha ottenuto l’appoggio. In un tempo ora dimenticato lo aveva tacciato di delineare una “strada cupa” e di essere l’Hitler americano.
Vance è la nuova promessa del movimento Maga, ma le sue posizioni sull’Ucraina sollevano dubbi.
Quanto alla sua posizione e identità politica, è molto chiaro.
Contrario all’aborto, ai matrimoni omosessuali e agli interventi per cambiare il genere. Inizialmente era lontano dalle politiche di zero tolleranza sui migranti, di Trump, ma nel tempo ci si è avvicinato sempre di più. Anche rispetto al cambiamento climatico la pensa come il tycoon. Spesso ha infatti minimizzato gli effetti negativi dovuti all’attività umana e industriale.

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Ovviamente non è difficile comprendere come e quanto la campagna di Biden, secondo rumors dilaganti, è pronta ad attaccare Vance, presentandolo come un “estremista estensore delle idee del tycoon. In particolare sosterrà a spada tratta le sue posizioni radicali contro l’aborto e contro la comunità Lgbtq+.
Dunque il candidato alla vicepresidenza scelto da Donald, è la stella in ascesa nel firmamento repubblicano dell’era Trump e del movimento Maga, slogan utilizzato dalla politica USA e reso popolare da Trump durante la sua ultima campagna presidenziale. Make America Great Again, considerato dal sondaggista democratico Schoen ha definito come “probabilmente lo slogan da campagna più ririonante della storia recente”.
Del resto anche Reagan nel 1980 aveva usato uno slogan analogo, “Let’s make America Great Again”, così come Clinton. Mentre Biden ovviamente si dice preoccupato per i MAGA. Utilizzato, comunque, sia dai sostenitori che dagli oppositori di entrambi i contendenti
Primo millennial a fare ingresso in un ticket presidenziale americano, Vance , noto per la sua ambizione e il desiderio di essere al centro dell’attenzione, potrebbe anche vestire i panni dell’erede naturale, del delfino.
Per ora, durante la convention, ha potuto contare su una folla entusiasta che ne ha dimostrato la presa sulla base militante dopo avere fatto il suo ingresso trionfale seguito dall’annuncio formale della nomina dal palco, del vicegovernatore del suo stato, l’Ohio, appunto . Ha attraversato a lungo le fila dei delegati accalcati e intonanti a ripetizione il suo nome, JD, stringendo mani a destra e a a manca. Tradendo anche una notevole emozione.
Carla Ceretelli