La patente di terrorista, i musi pallidi e la pace
La definizione di terrorismo è finita nel tritacarne della propaganda bellica. I nostri nemici sono tutti terrorismi, noi ed i nostri alleati invece stinchi di santo.
L’ipocrisia della nostra era lascia di stucco ma la questione è intricata. A distinguere un terrorista da un nobile guerriero potrebbe essere il coinvolgimento di civili. Con questo criterio però potrebbero essere bollati come terroristi anche i bombardamenti delle città europee durante la seconda guerra mondiale. E che dire delle bombe atomiche sul Giappone o le bombe sui matrimoni tra le montagne afgane da parte della Nato, ovviamente per errore. E che dire dell’olocausto degli ebrei e che dire di quello palestinese in corso. È dai tempi di Napoleone che la guerra non si combatte su un apposito campo di battaglia tra eserciti schierati uno davanti all’altro con condottieri che danno il via alla mattanza. Si è passati poi alle trincee ma la guerra è entrata progressivamente in casa. A distinguere un terrorista potrebbe essere allora la sua natura clandestina. Sarebbero terroristi ad esempio i gruppi jihadisti degli ultimi che hanno sfidato il potere costituito occidentale, e non gli stati membri della Nato. Il problema è che con questo criterio sarebbe un terrorista anche Che Guevara e per molti anni anche Garibaldi mentre ai suoi tempi solo il grande Mazzini venne marchiato come tale.
E con questo criterio non sarebbe terrorista il governo Netanyahu, mentre lo sarebbe solo Hamas che tralaltro è un movimento politico ufficiale che addirittura partecipò alle ultime elezioni concesse del 2006 come del resto Hezbollah che è parte da anni del governo democratico libanese. A renderle organizzazioni terroriste potrebbe essere allora la loro ideologia ma qui si entra nel campo minato della politica che finisce per bollare come terroriste le idee scomode ed avverse alle proprie e sdoganare le altre.
Per l’Occidente Hamas ed Hezbollah sono terroristi efferati mentre per molti paesi mediorientali sono resistenza e i veri terroristi siamo noi musi pallidi. L’appellativo di terrorista è usato per denigrare il nemico e giustificare le proprie atrocità. Perché se loro sono terroristi allora si meritano pan per focaccia e se ci abbassiamo al loro stesso livello, la colpa è comunque loro. Il vecchio Max Weber ci viene in aiuto definendo lo stato come l’entità che ha il monopolio dell’uso legittimo della forza, con questa definizione sarebbero chiaramente terroristi ad esempio i gruppi armati neri e rossi e quelli indipendentisti che hanno agito in Europa, ma che dire ad esempio di Pinochet e di tutti quei regimi che hanno terrorizzato i propri popoli oltre che quelli altrui. Esiste infatti anche un terrorismo di stato e perfino regolarmente eletto che una volta nei palazzi si toglie la maschera. Potrebbe allora essere il tipo di violenza a distinguere un terrorista da un soldato certificato. Tipo che se si mette una bomba in una autovettura si è terroristi, se invece la si lancia da un cacciabombardiere in volo invece no. Ma qui si rischia di confondere il terrorismo con la guerra dei poveri che si devono arrangiare con quello che trovano mentre i ricchi producono armi sempre più devastanti e sarebbero pure nel giusto. Una cosa è certa, la patente di terrorista la rilasciano i potenti di turno e quindi negli ultimi secoli è toccato a noi musi pallidi che dall’Europa ci siamo irradiati nel mondo. A Ovest facendo stragi immani prima nel Sud America e poi fondando gli Stati Uniti sull’olocausto dei nativi. A Sud spolpando il ricco continente africano e spingendoci a deportare e vendere gli autoctoni come fossero bestie. Ad Est spicca invece il massacro degli aborigeni australiani e l’umiliazione violenta dell’India. Davvero un curriculum impressionante ed una grande capacità di apprendere dai propri errori visti gli ultimi anni. Al grido di abbasso il terrorismo ed evviva i diritti umani abbiamo messo in ginocchio un grande paese come l’Iraq per una fake news, abbiamo soggiogato l’Afghanistan per vent’anni allo scopo di sradicare i Talebani salvo poi ridargli il paese su un piatto d’argento, e abbiamo distrutto la Libia lasciandola in mano a delle bande armate non si sa bene perché.
Ma l’apice lo stiamo raggiungendo in questi mesi in cui sosteniamo sia un paese invasore accusato addirittura di genocidio che un paese invaso come l’Ucraina ormai ridotta in polvere. Un’ipocrisia che lascia davvero di stucco. Unica vera novità il Brics, per la prima volta si sta formando una forza economica ma anche politica che potrebbe segnare la fine del dominio di noi musi pallidi o sovranisti bianchi che dir si voglia. La speranza è che siano meglio di noi perché la verità è che la guerra è terrorista per definizione. Chiunque terrorizzi altri esseri umani è un terrorista e questo a prescindere da chi è, da come lo fa e perché lo fa. Chi sceglie la violenza è un terrorista, chi sceglie la pace è un pacifista. E prima che sia troppo tardi, sarebbe ora di dare ai pacifisti le redini del mondo.