LA PANZANIA
LA PANZANIA
Dall’ermafroditismo all’onanismo
percorsi della “Lega” in raccolta differenziata
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LA PANZANIA
Dall’ermafroditismo all’onanismo
percorsi della “Lega” in raccolta differenziata
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Con l’occasione della calata a Genova di Bossfinger per il suo dovuto sostegno al candidato leghista Rixi che, poverino, corre in solitaria, abbiamo rimemorato la vicenda cinematica della “Lega nord per l’indipendenza della Padania (Ilarità)” attraverso le attestazioni dei suoi massimi capoccia.
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Dunque, essendo la “Lega” di genere femminile, nel momento stesso in cui proclama il suo “celadurismo”, connotandosi di attributi assolutamente maschili, afferma una propria natura ermafrodita, derivante dalla commistione di entrambi i sessi.
Sennonché, la confusionata temperie politica, facendole subodorare un crollo inarrestabile, la conduce a sottrarsi alla carezza del padrone, abbondantemente ringraziato con votazioni molteplici di leggi e leggine per la sua salvaguardia dalla Giustizia, ed a viaggiare in solitudine, ricercando in se stessa il pungolo per un potere delocalizzato e spesso squilibrato, al quale, tuttavia, non vorrebbe rinunciare.
Sorge così, nel seno della ricomposta ammucchiata dirigenziale, la tentazione del “fai da te”, una ricerca solitaria, onanistica, cui ha corrisposto il vieto motto della base “meglio soli che male accompagnati”, frutto di corposi dibattiti svolti col capo immesso in cornucopie e anche, spesso, solo umidificato dalla nebbia padana. Come si dice, ogni botte dà il vino che ha. Ma per ogni dove, fermo restando il dogma provvisorio sopra richiamato, le ultime notizie ci dicono che, in previsione delle prossime elezioni amministrative, si vedrà un po’ che aria tira, in modo da seguire gli interessi localizzati della squadra verdastra.
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Renzo Bossi detto il Trota
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Non è detto che, qua e là, non si possa ricomporre una compagine berleghista di vecchia impronta, secondo i principi della raccolta differenziata di consensi e rigetto differenziato di dissensi, il tutto sottoposto al volere del Capòss, conducàtor cui spetta ogni decisione.
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D’altra parte occorre riconoscere che gli orizzonti spazio concettuali della nemica compagine leghista si sono, di recente, allargati a dimensioni del tutto imprevedibili. La raccolta dei fondi di partito in Tanzania ha soffuso tutta l’area padanica di un flato esotico pressoché trascendentale. Con la nuova regione di influenza la Lega ha raggiunto uno sbocco al mare di enorme rilievo, un’ampia costa sull’Oceano Indiano, in un vasto paese bagnato dal Nilo e dove dominano la scena i grandi laghi Vittoria e Tanganika.
Ecco la nuova macro- regione : altro che Piemonte, Lombardia e Liguria! La Tanzania è tre volte l’Italia intera e il Nilo è il più grande fiume del mondo. Si attende la costituzione del centro lega- nord, essendo pur sempre la Tanzania a nord del Sud-Africa, nella grande città Dar es Salaam, scelta per via del nome invitante e preferita alla capitale Dodoma (che ricorda il soprannome di Maroni), che sarà confidenzialmente chiamata Salama, come il noto manicaretto emiliano. L’obbiettivo di un’Africa nord-leghista comincia a farsi strada nella intelligence del cerchio magico bossfingeriano. Pare che il “Trota” abbia rinnovellato l’idea di scrivere un libro, suo giovane sogno di consumato studioso, da intitolarsi “PANZANIA”, così individuato il nome che verrà appioppato allo Stato africano, un quid di Padania+Tanzania, sofisticata crasi e sintesi linguistica forgiata dalla “Padan-school-finger-rising”.
Poi si è iniziato a dargli consigli: ma no, è meglio che lo chiami “La mia Africa”; oppure “I nostri danâe per il Sud del Mondo” (nel senso che girano per…); oppure “La solitudine politica come vizio assurdo sulla quarta sponda”; oppure “Da Gallarate al Nilo”; oppure “Un Oceano Indiano di palanche”…
“Basta !”, è sbottato il giovin delfinotto Trota , “Panzania è e Panzania resta!” BELLAMIGO |