La necessaria evoluzione scolastica e culturale
La necessaria evoluzione scolastica e culturale
(Primo capitolo)
In data 4 marzo 2019, sono stati pubblicati dal quotidiano nazionale “La Stampa” due pregevoli servizi giornalistici, a firma di Nadia Ferrigo così intitolati
L’infanzia in tempo dei più poveri
non siamo un paese per bambini
E più avanti
Né sogni nè speranze
per chi vive tra criminalità,
immondizia e razzismo
I due articoli, al fine di completare correttamente la loro esposizione, sono preceduti dalla seguente tabella, che espone, in modo magistrale, il dramma esistenziale, quotidianamente vissuto, da un notevole percentuale dei nostri minori
Segue, poi, la seguente micro tabella, rivolta ad illustrare le Regioni più colpite dal dramma sovra esposti:
Debbo aggiungere, carissimi amici lettori, che io non sono stato, per nulla, sorpreso da queste notizie e da questi dati numerici; sono, invece, profondamente amareggiato per il persistere di questo dramma sociale, che continua ad abbattersi sulla nostra amata Italia e che, di conseguenza, viene ad incidere negativamente sul suo valore e, soprattutto sul suo prestigio internazionale.
Faccio questa affermazione, perché, da anni, conduco battaglie civili e sociali per elevare la condizione ed il prestigio dei nostri giovani; mi limito, quindi, a riprodurre quanto già avevo scritto nel secolo scorso (ed, esattamente in data: 13 maggio 19969 riservandomi di affrontare, ulteriormente, l’argomento della necessaria evoluzione scolastica e culturale, di cui finché l’intera nostra società ha bisogno, nei prossimi articoli.
Di conseguenza l’articolo odierno porta il seguente titolo:
INFANZIA: UNA STORIA SOTTO IL SEGNO DI ERODE
La “Festa del Bambino” di sabato 18 maggio, promossa dalla Federazione Italiana Scuole Materne della Provincia di Savona, riveste una grande importanza sotto il profilo etico e culturale; la Festa, infatti, è collegata ai temi della pace e della libera convivenza tra eguali, ma anche (e soprattutto) all’esaltazione dei valori che ogni minore porta con sé.
I temi ispiratori della Festa non sono, dunque, fantasiosi o utopici, ma, al contrario, essi sono fortemente connessi ai problemi del presente e del reale; faceva giustamente rilevare Andrea Barbato, in uno dei suoi ultimi scritti, che laddove v’è una guerra o una persecuzione o una carestia, laddove, cioè, non si scontrano più eserciti regolari, sono i deboli ed i minori a patire di più.
Ma al di là della guerra, fondata sull’uso delle armi, constatiamo tutti, ogni giorno, che anche nel nostro Paese, esiste una condizione di violenza diffusa, di rozzezza di comportamenti, di abbrutimento culturale, che viene ad incidere negativamente sulla vita dei minori; i più piccoli, se non sono protetti da un robusto scudo sociale e familiare, diventano i più esposti.
Si dirà che il mondo non ha mai risparmiato l’infanzia e ciò è, in qualche misura, vero; a ben guardare la storia dell’uomo-bambino è stata scritta più da Erode che non da Babbo Natale; ma ciò che maggiormente stupisce, nel mondo di oggi, non è tanto l ‘attenuazione di ogni speranza di una evoluzione “in positivo” dei sentimenti della specie umana verso l’infanzia, quanto la nostra crescente indifferenza, l’assuefazione a considerare la sopraffazione sui minori come una fatto assolutamente normale e fisiologico.
Questa sopraffazione, in un’epoca sconvolgente come la nostra (fatta di eccezionali sovvertimenti in campo tecnologico e scientifico ed in campo sociale), ha assunto connotazioni assai singolari e, per certi versi, inedite.
Vedo, in proposito, di portare qualche esempio, limitandomi, per ovvie ragioni di spazio, alla situazione italiana:
1) Assistiamo ad un costante aumento dei neonati abbandonati dopo la nascita (non esistono, in proposito, probanti e sicure statistiche, ma le notizie riferite ai bimbi recentemente depositati nei cassonetti della spazzatura sono ben presenti alla memoria di tutti noi);
2) La popolazione italiana, compresa tra i 6 ed i 29 anni, è scolarizzata al 50% (una delle percentuali più basse d’Europa); in questo contesto particolarmente preoccupante appare l’aumento della cosiddetta “dispersione scolastica” (intendendo, con questa dizione, l’abbandono spontaneo della scuola da parte di molti minori e di molti giovani);
3) Sta aumentando (e non solo nel Sud dell’Italia) l’impiego dei minori nello spaccio della droga; ho già avuto modo di scrivere che esistono ragazzi e bambini, anagraficamente piccoli, ma già abili conoscitori del triste mondo che abitano;
4) Esiste un’ITALIA NASCOSTA dei minori al lavoro (i dati recenti ISTAT indicano che sono circa 350.000 i ragazzi con età inferiore ai 15 anni, che lavorano regolarmente;
tra gli infortunati sul lavoro, dobbiamo annoverare, nel solo anno 1995, circa 60.000 giovanissimi, compresi nell’arco di età che va dai 15 ai 19 anni e circa 1.400 ragazzini “under 14”);
5) Nel nostro Paese esistono almeno 3.000 Istituti, che ospitano circa 55.000 minori; solo nel biennio 1993-94 sono stati ricoverati in Istituto oltre 10.000 bambini (tutto questo in palese contrasto con la Legge 184/1983, che prevedeva la totale deistituzionalizzazione degli ospiti entro il 1990 e l’applicazione, nei loro confronti, di soluzioni alternative adeguate);
6) E’ assai florido, nel nostro Paese, un vergognoso traffico di bambini, provenienti dall’America Latina e, più in generale, dal Terzo Mondo (basti pensare, a tal proposito, che dei 15.500 minori stranieri adottati negli ultimi otto anni, soltanto 2.000 sono stati seguiti dalle organizzazioni autorizzate; gli altri sono arrivati tramite canali privati, quasi sempre gestiti da intermediari senza scrupoli).
Ho parlato, poco sopra, di sopraffazione e gli esempi citati mi paiono ampiamente dimostrativi al riguardo.
Come porre rimedio a questa situazione?
Ritengo sia necessario rifarsi ad un concetto semplice, ma fondamentale, espresso da Alice Miller, in uno dei suoi bellissimi libri: “Il bambino inascoltato”: “Occorre incominciare da un dato di fatto e cioè che, nella nostra Società, il bambino è privo di ogni diritto”.
Bisogna, quindi, costruire, a livello internazionale, un nuovo codice di comportamento, valido per tutte le Nazioni, che sappia non soltanto tutelare i minori, ma abbia, altresì, la fondamentale funzione di esaltare i valori tipici dell’età infantile.
Per quanto riguarda l’Italia, ritengo che il nostro Paese abbia necessità di adeguare l’attuale legislazione alle più recenti indicazioni dell’0.N.U. (e quindi di ammodernare il suo patrimonio normativo) e, soprattutto, di applicare puntualmente e correttamente (in ispecie a livello locale) le leggi già esistenti.
Ma, probabilmente, tutto questo non sarà sufficiente; forse, anche in questo settore, l’Italia ha bisogno di superare una preoccupante carenza di etica e di cultura; mi consola il fatto che alrne:10 la Festa del Bambino del 18 maggio va in questa Direzione.
Aldo Pastore 17 marzo 2019