La mia lettera a Dio
LA MIA LETTERA A DIO
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LA MIA LETTERA A DIO
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Caro Dio, come hanno fatto tanti prima di me e come faranno tanti dopo di me, tanti e tante (ultima, finora, la scrittrice e poetessa ebrea Edith Bruck, a cui Papa Francesco ha chiesto perdono per le persecuzioni subite nel corso dei secoli anche da parte di cristiani più obbedienti al potere temporale che al Verbo divino) a un certo punto della loro vita hanno sentito il bisogno (non trovo un’altra parola) di rivolgersi a Te, così nella certezza della tua esistenza come nella speranza – meno nel timore – che Tu esista veramente. Quanto a me (perché è di me, alla fin fine che ti parlo, non sono così presuntuoso da parlarti a nome di altri) sono sincero – d’altronde, se non fossi sincero con Te con chi altri potrei esserlo?- non sono poi così certo della tua esistenza ma ora ti voglio scrivere come se fossi certo della tua esistenza, fingendo quindi di credere non solo nella tua nuda esistenza ma anche nella tua bontà, nella tua giustizia e nel tuo amore infinito per tutte le tue creature e che, esistendo da sempre e per sempre, Tu ci abbia fatto partecipare, sia pure per un giorno, alla tua esistenza infinita, rendendo così senza tramonto quel giorno e con lui le sue ventiquattro ore, i suoi millequattrocentoquaranta minuti primi e i suoi ottantaseimila e quattrocento secondi. Anche fosse solo per questo sento il bisogno di renderti grazie, perché, se Tu non ci fossi nemmeno io sarei qui ora a scriverti, dal momento che non sono nato da me stesso, e madre natura da cui tutti proveniamo (e che tanto spesso maltrattiamo) a sua volta non si è fatta da sé come pretendono gli evoluzionisti che non sanno spiegare perché a un certo punto tredici miliardi circa di anni or sono, non prima né dopo, è deflagrato il Big Bang ed è cominciato il tempo e lo spazio dell’universo in cui viviamo. E fin qui, come si dice, tutto bene, anzi, tutto è bene. Sennonché Tu, buon Dio, insieme all’esistenza ci hai donato le Tavole della Legge, certo a fin di bene, ma avendoci donato ab origine anche il libero arbitrio, cioè, in pratica, la possibilità di disobbedire alla tua Legge, hai posto le basi per la messa in opera di tutti i nostri peccati passati e futuri, a cominciare dal primo: l’aver voluto mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male contro la precisa volontà di Dio. Povera creatura indifesa contro il male dell’invidia che hai preferito obbedire al serpente anziché a Dio, usando così male il dono prezioso della libertà disobbedendo alla Legge – come peraltro scrive anche san Paolo nella sua Lettera ai Romani: “Quando infatti eravamo in balia della carne le passioni che inducono al peccato, acuite dalle proibizioni della Legge, agivano nelle nostre membra producendo frutti di morte” (7, 5). Ecco perché anch’io ti chiedo come mai quando hai creato l’ Uomo e la Donna non li hai messi in guardia contro l’invidia del serpente, cioè contro il male sempre in agguato e in cerca di creature da divorare? Tu, è vero, ci hai proibito, et pour cause, di avvicinarci all’albero del bene e del male, ma non ci hai istruiti sulle arti diaboliche del serpente lasciandoci completamente in sua balia. Così siamo caduti, con Adamo ed Eva, in tentazione come piccioni nella rete. Che cosa voglio dire con questo? Intendo forse mettere in dubbio la tua bontà e il tuo amore? Mai più, Tu sei innocente, sei Santo per definizione, la colpa è solo nostra che ti abbiamo disobbedito. E tuttavia non posso impedirmi di chiederti se puoi, Tu, onnipotente, sciogliere questo dubbio atroce: valeva la pena metterci al mondo, a questo mondo in cui i serpenti la fanno da padroni, in cui la pace è un sogno per anime belle, in cui il morbo infuria e la scienza è impotente contro l’ignoranza, contro l’odio, i fanatismi politici e religiosi e il complottismo che tanto più dilaga quando la ragione non riesce a spiegare l’inspiegabile? Non sarebbe stato meglio per l’universo se la Terra fosse rimasta deserta come Marte? Caro Dio, se ci sei, rimango in attesa di una tua risposta. E se non ci sei, rimango lo stesso in attesa.
28 febbraio 2021
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