La maxifusione Acts e Sar

L’ingegnere torna a Genova dal primo luglio. Era arrivato a Cisano nel 2008
Si dimette Ionna, direttore unico di Sar Spa e Sar Tpl
Si rafforza Agazzi, amministratore delegato di Tpl Linea
Per il super manager di Savona un compenso annuo di 200 mila euro

L’ingegnere torna a Genova dal primo luglio. Era arrivato a Cisano nel 2008
Si dimette Ionna, direttore unico di Sar Spa e Sar Tpl
Si rafforza Agazzi, amministratore delegato di Tpl Linea
Per il super manager di Savona un compenso annuo di 200 mila euro
 

Dopo la maxifusione Acts e Sar , aziende di trasporto pubblico lungo l’intero arco savonese ed entroterra, si rincorrono le innovazioni e le novità. Alcune note e adeguatamente reclamizzate (rivoluzione completa del sistema di biglietti e tariffe). Altre con qualche deficit di diffusione (dimissioni, emolumenti di manager, previsioni di bilancio). Lo slogan del “matrimonio” era: “Ci trasformiamo in un’unica società per offrire un migliore servizio ai cittadini che avranno un unico interlocutore, in futuro penseremo anche ad un’eventuale fusione con Imperia”.

Tutti sperano, pare scontato, che la “grande rivoluzione” , scaturita dalla nascita della nuova azienda pubblica Tpl, porti beneficio sia sul fronte del “servizio” al cittadino utente (anche in chiave sociale!), sia per la razionalizzazione della spesa. In tutte le sue voci. Stipendi e prebende varie inclusi.

In altre parole bilanci “sani” che non mettano le mani in tasca ai “soliti” contribuenti. O meglio non gravino sulle casse sempre più esauste dei Comuni (in particolare dopo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, senza distinzione alcuna) chiamati per anni a ripianare il “rosso” di Acts e Sar. Per quest’ultima accadeva fino a qualche anno fa. Poi il risanamento. Come si addice ad un’azienda privata che “cammini” con le sue gambe.

Le novità forse meno note degli ultimi giorni? Se ne va (dimissioni volontarie) il direttore generale della Sar di Cisano Sul Neva. L’ingegner Roberto Ionna dal primo luglio tornerà a lavorare nella sua Genova. Una partenza inattesa. E silenziosa.

Per Ionna neppure due anni di permanenza alla Sar. Eppure il 29 luglio 2009 una comunicato stampa della Sar TPL Spa annunciava: “….sempre in relazione alla ottimizzazione economica-gestionale, ci siamo recentemente dotati di un unico direttore cui è affidata la direzione delle due aziende, è l’ingegner Roberto Ionna esperto nel settore trasporti con un curriculum in materia invidiatoci dalle aziende consorelle…; in merito alle polemiche sull’egemonia di una parte politica nella costituenda unica azienda, Franco Maria Zunino, commenta…i soci di Sar, cioè i responsabili elettivi dei Comuni da noi serviti, vogliono solo che il trasporto pubblico gestito dall’azienda che nascerà non penalizzi il loro territorio. Ma veda proseguire il percorso migliorativo adottato dall’attuale gestione di Sar che non grava sui bilanci dei Comuni oltre agli stanziamenti previsti…”

E ancora una nota di quel comunicato utile da rileggere: “…Un’eventuale egemonia di Acts era temuta, osteggiata, risolutamente rifiutata da ogni assemblea di soci.

Il risanamento in Acts dei bilanci, il rinnovato management, l’adozione di criteri privatistici e non solamente politici…; alla luce di questi dati di fatto Sar, che ormai da tempo aveva adottato tali criteri, proseguirà e gestirà l’iter integrativo dei servizi sia con Acts che con Rt…; da sempre i due consigli di Amministrazione di Sar ed i collegi dei revisori sono formati da esperti in vari settori e non trombati politici in disarmo …; abbiamo due avvocati, un commercialista, un ingegnere dirigente Piaggio ed una vecchia volpe del trasporto su gomma come il comm. Marco Lengueglia. Tutti i nostri compensi sono ampiamente al di sotto di quanto ci sarebbe in spettanza, ex lege…”.

Vedi (….) il nuovo organigramma gestionale del 2010.

Oggi, in questo rafforzato contesto (Acts-Sar), lascia Ionna presentato come ottimo dirigente. Dal curriculum internet si possono leggere sei pagine di attestazioni scritte nel maggio 2008. Cosa l’abbia spinto alle dimissioni, in piena fase di “rilancio” strategico e di unificazione, forse qualcuno lo conosce. Per ora tutto tace. Magari soltanto una nuova opportunità di lavoro da parte di un’altra azienda pubblica, nel capoluogo ligure.

Certo, potrebbe aver fatto storcere il naso dei profani che La Stampa del 17 giugno scorso abbia titolato sulla rivoluzione delle tariffe dei bus in vigore dal primo luglio. “Diventano più cari i biglietti per la zona di Albenga”. Ma ci saranno sconti sugli abbonamenti.

Non siamo riusciti, invece, a trovare traccia, nella documentazione pubblica sui compensi nelle società partecipate della provincia di Savona, di quanto percepisce un personaggio di punta, arrivato nel periodo del “risanamento” dell’ex presidente Paolo Marson (che non ha mai percepito, per sua scelta, il compenso annuo di 45 mila euro).

Si tratta dell’ingegner Filippo Agazzi , consigliere ed amministratore delegato di TPL Linea srl. In questa veste, l’ex direttore generale Agazzi, che ha sostituito Franco Delfino, nell’agosto 2007, pare possa contare su un compenso annuo di 200 mila euro (poco meno di 400 milioni delle vecchie lire). 16 mila euro al mese.

Assai meno di quanto percepisce un parlamentare. Qualche esempio a caso: Giacomo Chiappori ha un reddito imponibile di 98 mila euro; Franco Orsi del Pdl, 140 mila euro, Guido Bonino, ancora della Lega, 125 mila. Per trovare un 200 mila euro bisogna e qualcosetta di più (217 mila) occorre imbattersi nella “dichiarazione” dell’ex ministro Claudio Scajola.

Tuttavia l’importanza dell’azienda, seconda soltanto all’Asl della provincia, forse può giustificare una “gratificazione” di questa portata. I pareri sono piuttosto discordi. Trattandosi pur sempre di un’azienda pubblica. E in piena fase di “tagli” per la nota crisi mondiale e nazionale.

Il vero nodo resta a questo punto legato ai “risultati” complessivi e alla qualità del servizio. Agazzi è approdato a Savona dopo l’esperienza di direttore operativo dall’Amsa di Milano. All’Acts ha subito contribuito allo sfoltimento della dirigenza, ad un più generale rigore, con qualche scintilla nell’ambiente sindacale. E ripercussioni, presto sopite, sul fronte politico.

La sfida del “superstipendio”, almeno per le società partecipate della provincia di Savona, sarà messa alla prova con i bilanci in ordine? I Comuni ponentini potranno essere tranquilli che almeno su questo fronte non avranno nuove uscite? La Sar, nell’ambito del suo bacino, sono cinque anni che non batteva più cassa. Il banco di prova chiama in causa tutti e non solo l’amministratore delegato.

R.T.

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