La legge punisce…

LA LEGGE PUNISCE…

LA LEGGE PUNISCE…

 …i fabbricatori e gli spacciatori di biglietti falsi. Chi ha i capelli grigi ricorda quelle maxi, pompose banconote in lire che riportavano questa dicitura. Che tutti davamo per scontata, in quanto scontata era la proprietà pubblica della Banca d’Italia che le stampava: sarebbe stato assurdo che a fregiarsi di un simile titolo fosse, anziché un ente dello Stato, un clan di banchieri privati. In verità, fino agli anni ’80 BdI era a maggioranza pubblica, ma dopo il Trattato di Maastricht del 1992, istitutivo dell’euro e varato alla chetichella, mentre i titoloni di giornali e TV narravano ogni giorno di Mani Pulite, le banche pubbliche che ne possedevano una quota vennero privatizzate e la maggioranza divenne privata al 95%, in violazione dello Statuto di BdI, che imponeva, appunto, la maggioranza pubblica.


Oggi dovrebbe scriversi “La legge puniva…”

Ci pensò il duetto Prodi-Napolitano (da poco salito al Colle) a legalizzare l’illegalità, con una legge ad hoc del dicembre 2006. I due andavano d’amore e d’accordo nel privilegiare i banchieri e penalizzare l’Italia; eppure sembravano gli angeli del Bene, simboleggiato dalla novella moneta delle grandi speranze. E ancora oggi ardiscono presentarsi in pubblico per pontificare e gratificarci dei loro commenti e censure.

Il tradimento di fondo comunque era –ed è- il silenzio generale, dai politici ai giornalisti, dagli intellettuali agli accademici, sul fatto che la nostra moneta era passata di mano, diventando in sordina proprietà privata di signori senza volto, che stampano, erogano, digitano montagne di soldi a debito nostro, e quindi a (occulto) credito loro. Con la paradossale aggiunta degli interessi: foglia di fico per mascherare la vera entità della rapina. Caricare una piccola o media impresa di interessi dal 6 al 15% significa condannarla a morte prematura, mentre per le mega imprese gli interessi sono irrisori, nonostante il rischio della loro insolvenza, che passa in predicato. Per non dire degli interessi allo 0,% delle varie Google, Apple, Amazon, Microsoft, ecc.


Prima la finanza! 

Non tutti riflettono sugli effetti devastanti degli interessi, che sono usurari in ogni caso: cambiano solo i tempi dell’asfissia monetaria cui i debitori sono gradualmente soggetti. Infatti, le banche hanno erogato (dal nulla) negli ultimi anni ca. € 900 miliardi di prestiti l’anno. Supponendo, per essere benevoli, un tasso medio del 5%, significa che il debito del Paese verso di loro è di € 945 miliardi. Ma quei € 45 miliardi di debito aggiuntivo non ci sono e non possono essere creati dal popolo, ossia dallo Stato, in quanto il monopolio della creazione monetaria è stato scippato dalle banche private, che hanno eluso il divieto di stampare banconote (5%) –monopolio della BCE, privata anch’essa- creando denaro elettronico (il 95%!) all’atto di erogare un mutuo.

Ciò crea, col passare del tempo e la composizione degli interessi, una crescente domanda di denaro insoddisfatta e la progressiva chiusura delle attività produttive, il calo della domanda, anche di beni primari, l’avanzata della povertà, i fallimenti, i pignoramenti, i suicidi. A peggiorare le cose, non solo si fanno mancare quei € 45 miliardi, ma si rarefa artificiosamente la stessa base monetaria (austerity) per “risanare”:

– il debito pubblico, cui lo Stato soggiace come un qualsiasi debitore insolvente;

– il deficit, che cresce in proporzione ad esso se non cresce il Pil;

– la spesa pubblica, anche per servizi essenziali;

mentre cresce la pressione fiscale, ossia la messa alla frusta dei cittadini produttivi, per non sfiorare la beata ricchezza in cui razzola un manipolo di parassiti. Pagare noi per non far pagare loro.


Masaccio: Il pagamento del tributo al gabelliere

Come si spiega, poi, che le banche, non paghe di creare denaro dal nulla, riescano pure ad andare in “sofferenza”? Qualcuno può spiegare come sia possibile che chi dispone di denaro a volontà, riesca ad andare in rosso? E ancora, come possa il ministro Padoan bersi questa messa in scena e, senza batter ciglio, decidere di prelevare i soldi delle “sofferenze” dalle tasche di quegli stessi cittadini che le banche hanno salassato fino al collasso? Ciò mentre si lesinano i soldi per alleviare la povertà diffusa e crescente.

Dunque, le banche erogano dal nulla circa € 900 miliardi di mutui e finanziamenti l’anno. Miliardi che non esistevano ma sono d’improvviso apparsi. Miracoli moderni, altro che pani e pesci. Se non c’erano e sono piovuti in cassa sono un reddito. E come tale va tassato, come una qualunque rendita finanziaria, al 27,5%. Fanno quasi € 250 miliardi che lo Stato non incamera e sono gentilmente lasciati nella disposizione delle banche. Esentasse, in quanto non compaiono all’attivo nei bilanci. Per ovviare a questo mancato introito (da aggiungersi all’altro sulle banconote di produzione BCE, che lo Stato “compra” scambiandole con altrettanti BTP, gravati anch’essi di interessi), lo Stato delega l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia a fare scorribande sui suoi cittadini per spremere loro quasi la metà del PIL (mentre le tasse sulle aziende superano il 60%). Stile antichi gabellieri, di conserva con le banche stesse che, se i loro presunti creditori non ottemperano ai loro contratti capestro, gli pignorano tutto ciò che possono, la casa, lo stipendio, la pensione; o meglio quel che ne rimane dopo averci pagato fior di tasse.

Quando sfogliate le pagine de La Stampa, ponete attenzione alle paginate del Tribunale di Torino, di Ivrea, ecc., zeppe di immobili all’asta: sono il frutto del sistema su descritto, sottratto a chi ci viveva, finché, magari, non ha pensato di sopperire alla mancanza di lavoro subordinato (chi assume più a condizioni umane?), per sé o per un figlio, aprendo una partita Iva e dando inizio all’esistenza farraginosa dello schiavo senza tutele, che si impegna la casa per darla in garanzia a chi gli apre un conto e ci scrive sopra un numero: i soldi che il disgraziato sarà condannato per anni a restituire. E se non ce la fa, perde tutto, con le ingiunzioni che i giudici acriticamente comminano, senza rendersi conto che stanno legalizzando l’atroce diseguaglianza tra prestasoldi e prestatari.


Come i nostri politici?

Che le banche creino denaro dal nulla lo sanno ormai in tanti: Internet è stata preziosa per diffondere la notizia di questa iattura, gelosamente celata sino al 2005; gli unici che fingono di non saperlo, oltre agli analfabeti culturali, che rinunciano a porsi qualsiasi problema, lasciando spazio solo ai diversivi, sono proprio quelli che potrebbero porvi rimedio. Mai sentito un politico, un accademico, un giornalista, dire o scrivere le cose che ho appena dette, e che denuncio ormai da più di un decennio? Di questi tempi si parla di legge elettorale, mentre il 2016 è trascorso parlando delle assurde modifiche alla Costituzione; e prima ancora non si parlava che di spread (che sta rifacendo capolino), in termini fuorvianti. Mai che si vada alla radice della nostra crescente miseria, per non disturbare i manovratori e rivelare come funziona davvero questo sistema monetario.

Viene da chiedersi quale disegno ci sia dietro questo maltrattamento dei cittadini. La risposta è forse da ricercarsi nell’analogo maltrattamento del Pianeta: con la persistente crescita demografica e dei consumi pro-capite, non resta che far stringere la cinghia al 99% della popolazione, lasciando che l’1% spenda e spanda. In prospettiva, i consumi totali finiranno col decrescere. Una decrescita felice per pochi, infelice per quasi tutti.

 Marco Giacinto Pellifroni      26 febbraio 2017 

 

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