LA LEGGE, LA PAROLA E L’ANARCHIA DEL POTERE

La Nube    Ho paura. Ho veduto le cime dei monti. Ma non per me, Issione. Io non posso patire. Ho paura per voi che non siete che uomini. Questi monti che un tempo correvate da padroni, queste creature nostre e tue generate in libertà, ora tremano a un cenno. Siamo tutti asserviti a una mano più forte. I figli dell’acqua e del vento, i centauri, si nascondono in fondo alle forre. Sanno di essere mostri.

Issione     Chi lo dice?

La Nube    Non sfidare la mano, Issione. E’ la sorte. Ne ho veduti di audaci più di loro e di te precipitare dalla rupe e non morire. Capiscimi , Issione. La morte ch’era il vostro coraggio, può esservi tolta come un bene. Lo sai questo?

Issione     Me l’hai detto altre volte. Che importa? Vivremo di più.

La Nube    Tu giochi e non conosci gli immortali.

(da “La Nube” nei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese)

Quanti Issioni incoscienti e giocherelloni si aggirano tuttora per le nostre contrade così in basso come in alto?  Quanti  improbabili personaggi occupano posizioni apicali in Parlamento, nel Governo, nelle Commissioni, nei mass media, nei Consigli di amministrazione delle   aziende partecipate e, insomma, nei gangli della nostra società politica e civile? Da tempo si discute sulla mancanza di selezione nei riguardi della  classe dirigente del nostro Paese e le cronache recenti ne registrano quotidianamente l’inadeguatezza e l’assenza di una cosiddetta “visione” che non si limiti all’immediato e a coltivare il proprio orticello alla faccia e in barba  al tanto retoricamente  evocato quanto praticamente negletto  bene comune, tanto che Donatella Stasio, già responsabile della comunicazione presso la Corte costituzionale, lancia anche lei  un grido d’allarme: “Quando cominceremo a prendere sul serio la Costituzione? E a fare i conti seriamente con quella ‘regressione democratica che giorno dopo giorno, ormai da qualche decennio, fa scivolare vecchie e nuove democrazie verso forme di autoritarismo?

Chiederselo è doveroso  di fronte al crescente, persino ostentato, analfabetismo istituzionale e costituzionale, di cui però sembriamo accorgerci solo oggi…Ecco allora esplodere il caso Cospito con il rischio di rimanere schiacciati dall’urlo fazioso  dei Fratelli d’Italia, e di precipitare nelle confusione, espropriati come siamo stati da ogni punto di riferimento, quelli sui quali le madri e i padri costituenti avevano costruito un mondo nuovo, una convivenza civile, un clima, senza il quale non riusciamo a trattarci da uguali…” (da La Stampa dell’8 febbraio 2023). Se non che per prendere sul serio la Costituzione bisognerebbe almeno conoscerla; ma quanti italiani, malgrado i monologhi di Benigni e la didattica istituzionale permanente   del Presidente Mattarella, l’hanno letta, meditata e assimilata, cioè fatta propria?

Anche in questo caso ci troviamo in una situazione a dir poco paradossale: altro che assimilarla! C’è tutta una parte politica nel nostro Paese che non si è mai riconosciuta in essa e che la considera addirittura divisiva; basta vedere le reazioni della “libera” stampa di destra alla presenza di Sergio Mattarella e di Roberto Benigni sul palco del Festival di Sanremo: “La mossa politica del Quirinale. Re Sergio s’è preso il Festival per comandare l’opposizione e blindare la Carta  contro il presidenzialismo di Meloni & C” (La Verità); “Il Pd ha trovato i segretari. La sinistra prova a usare Sanremo contro la destra. E’ l’ultima spiaggia. Politica da avanspettacolo. Se i dem ripartono da nani e ballerine” (Libero Quotidiano); “Giù le mani da Sanremo. Partigiani da canzonetta. La sinistra usa l’innocuo monologo di Benigni sulla libertà per gridare al regime meloniano. Così, a tre giorni dal voto, politicizza un Festival di tutti. L’Ariston, ultima frontiera del Quirinale” (Il Giornale). E fermiamoci qui.

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Ma questa destra di governo e di lotta di chi e di che cosa ha paura? Crede o non crede in se stessa? Riguardo al caso Donzelli- Del Mastro, quando mai si è visto un attacco così pretestuoso, violento e offensivo di una maggioranza contro il più importante partito di opposizione a proposito dell’anarchico irriducibile Alfredo  Cospito da tempo in sciopero della fame e certamente non più in condizione di nuocere? E’ possibile chiedere se Il detenuto Alfredo Cospito merita la stessa pena del detenuto Matteo Messina Denaro? Non si configura qui una lesione della lettera e dello spirito dell’ art. 27 della nostra Costituzione che, guarda caso, riesce così indigesto a questa destra di lotta e di governo, che non per niente, vorrebbe abrogare la parte relativa al fine rieducativo, non punitivo o vendicativo,  della pena? A insistere sulla evidente  sproporzione tra i pur gravi reati commessi da Cospito e la pena a lui inflitta è stato, fra gli altri, il filosofo Massimo Cacciari: “Come è possibile confondere i reati commessi da Cospito e la sua attuale pericolosità con quelli degli stragisti mafiosi (e peggio di quelli dei  terroristi degli anni di piombo) e l’azione che questi erano in grado di compiere, dirigendo dal carcere le loro organizzazioni? Ma che cosa può mai dirigere dal carcere? Ha letto una riga della storia dell’anarchia la destra che ci governa?”. Appunto, l’anarchia.

Se non che non c’è solo l’anarchia di Proudhon, di Bakunin, di Kropotkin, di Malatesta, di Cafiero; ma c’è anche l’anarchia del potere, che secondo qualcuno (ad esempio secondo Pier Paolo Pasolini)  è la vera anarchia. In un’intervista rilasciata nel 1975 sul set di  Salò o le 120 giornate di Sodoma , l’Autore spiega come il concetto di anarchia del Potere sia fondamentale per la comprensione del film. Uno dei sadici aguzzini che abusano dei corpi dei giovani prigionieri a un certo punto se ne esce con la seguente affermazione: “Noi fascisti siamo i soli veri anarchici, naturalmente una volta che ci siamo impadroniti del potere”. Questo concetto apparirà ancora più chiare se sostituiamo alla parola “fascisti”, a scelta la parola “aiatollah” o “talebani” o “Assad” o “Putin” o “Lukascenka” o ”Erdogan” o “Trump” o “Bolsonaro”…E se fosse veramente un’ingiustizia il 41 bis applicato al detenuto Alfredo Cospito, che cosa dovremmo pensare del guardasigilli Nordio che, sordo a tutti gli appelli che nel frattempo gli sono stati rivolti,  glielo ha confermato? Sarebbe bastata una sua parola perché l’anarchico in fin di vita fosse trasferito in un carcere di massima sicurezza, ma quella parola non è stata pronunciata. Una volta di più lo Stato si è dimostrato forte con i deboli e debole con i forti (cioè con l’attuale maggioranza di governo). Ora l’ultima parola spetta alla Cassazione; o meglio, la penultima, dal momento che la parola prima e ultima è quella del Verbo.

Fulvio Sguerso

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4 thoughts on “LA LEGGE, LA PAROLA E L’ANARCHIA DEL POTERE”

  1. Caro Sguerso, trovo tanti punti convergenti coi miei in questo tuo lucido articolo. Forse alla fine ci accorgeremo che tante distanze reciproche erano in buona parte apparenti

    1. Caro Marco, nel ringraziarti per il tuo commento apprezzo il tuo desiderio di superare le “tante distanza reciproche” tra le nostre posizioni politiche ed ideologiche. Una di queste non è mai esistita, mi riferisco, all’ambientalismo e all’incombente catastrofe che uno “sviluppo” selvaggio e sregolato (ecco un altro esempio dell’anarchia del Potere di cui parlava Pasolini) sta incentivando e della quale stiamo già subendo le avvisaglie (cambiamenti climatici, inquinamento da biossido di carbonio, pandemie, ecc.). Rimane una distanza reciproca, come sai, sul grave problema dei fenomeni migratori. e sui salvataggi in mare., problema epocale che non può certo non dico risolvere ma nemmeno affrontare un solo paese d’Europa, il nostro. Con amicizia. Fulvio Sguerso

  2. Chissà come sarà contento di quel signore condannato all’ergastolo che, avuto un giorno di permesso per buona condotta (ma allora non era ergastolo), è uscito di galera e ha ammazzato 2 donne uccidendosi a sua volta. La certezza della pena in Italia è un utopia chissà perchè la sinistra non ci tiene?

    1. Che cosa c’entra questo caso con quello di Alfredo Cospito? Nessuno ha chiesto la sua scarcerazione, la questione era se tenerlo o non tenerlo in carcere sotto il regime del 41 bis. Avrà visto che la Cassazione e orientata alla sospensione del 41bis e al suo trasferimento in un carcere di massima sicurezza.

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